La calza della Befana del ’93 era pesantissima. Era una calza rossa, enorme, con la trama spessa e il bordo bianco e peloso. Pensai che fosse piena di dolciumi, e avevo ragione. Quello che non mi aspettavo era trovare al suo interno una cartuccia del Sega Mega Drive, Batman Returns.
E Batman Returns, per un bambino di 9 anni era un giocone.
Nei panni del Cavaliere Oscuro dovevo farmi largo attraverso le strade di Gotham, ripulirle dalla gang del Circo del Triangolo Rosso, battermi con Catwoman e sconfiggere il Pinguino.
Proprio come nel film!
Peccato che il film non l’avevo visto, e che a forza di chiedere al proverbiale cuggino più grande: “Ehi, com’è il film?” e ai suoi amici, quelli avevano cominciato a guardarmi storto.
Evvabbè.
Ho sempre avuto un debole per Gotham City, città gotica e decadente.
Ma non è stato il videogame di Batman Returns a farmene innamorare.
Continua a farti del male...
E Batman Returns, per un bambino di 9 anni era un giocone.
Nei panni del Cavaliere Oscuro dovevo farmi largo attraverso le strade di Gotham, ripulirle dalla gang del Circo del Triangolo Rosso, battermi con Catwoman e sconfiggere il Pinguino.
Proprio come nel film!
Peccato che il film non l’avevo visto, e che a forza di chiedere al proverbiale cuggino più grande: “Ehi, com’è il film?” e ai suoi amici, quelli avevano cominciato a guardarmi storto.
Evvabbè.
Ho sempre avuto un debole per Gotham City, città gotica e decadente.
Ma non è stato il videogame di Batman Returns a farmene innamorare.