Il mio nome è Max Eisenhardt.
Sono stato un Superkommando ad Auschwitz per quasi due anni. Ho visto migliaia di uomi, donne e bambini camminare incontro alla morte. Ho portato fuori i loro corpi dalle camere a gas. Ho estratto loro i denti, cosicchè i tedeschi potessero prendere l'oro. Li ho portati ai forni, dove ho imparato a disporre insieme i corpi di un bambino e di un vecchio perchè bruciassero meglio. Ho visto i miei compagni sepolti vivi da una montagna di cadaveri putrefatti. Ho visto migliaia di persone assassinate bruciare in giganteschi pozzi esterni. Ho visto morire con i miei occhi almeno un quarto di milione di esseri umani.
Non ci sono immagini a questo commento doloroso e amarissimo di Max Eisenhardt, il futuro Magneto, che, in quanto di origini ebree, rinchiuso in un campo di concentramento, ci narra della parte centrale della sua giovinezza.
A fare da cornice al suo racconto, non ci sono immagini.
Solo parole pesanti come macigni.
Perchè, in certi frangenti, le immagini risultano superflue.
Attraverso gli occhi del giovanissimo Magneto, inconsapevole dei suoi poteri e del suo destino, assistiamo all'ascesa del nazismo, all'inizio dell'intolleranza nei confronti degli ebrei, passando per le leggi razziali, la notte dei cristalli, l'invasione della Polonia e la vergogna dei campi di concentramento.
E' una graphic novel che mescola il passato di uno dei migliori personaggi mai creati in un fumetto ad una ricostruzione storica precisa e rigorosa. La storia di Greg Pak è perfetta ed evocativa, mentre i disegni di Carmine Di Giandomenico sono oltremodo accurati.
A mio avviso, la graphic novel si presta ad una duplice lettura.
La prima, concerne i fatti raccontati: un giovane di origini ebree vive sulla sua pelle l'incubo del nazismo, dell'intolleranza e della segregazione.
La seconda, invece, riguarda il personaggio Magneto in prospettiva del suo futuro.
Magneto è uno dei villains più controversi e ambigui dell'universo Marvel.
Sebbene nella storia editoriale Marvel sia stato anche nelle fila dei "buoni", la sua versione classica e più conosciuta ( e forsa la più amata) punta alla salvezza della razza mutante e alla dominazione del mondo, in quanto ritiene che i mutanti siano la razza superiore.
A ben vedere, in questo modo di agire, le affinità col regime nazista (che ha segnato la sua intera esistenza) sono davvero tante.
Il regime nazista era convinto di appartenere ad una minoranza riconoscibile in una razza superiore. Chi non apparteneva alla razza superiore, doveva sottomettersi o soccombere, dato che avrebbe potuto rappresentare un pericolo per la stessa razza superiore.
E in sostanza, questo è anche il pensiero del Magneto adulto, un personaggio che non si è mai fatto scrupoli a sacrificare innocenti e a provocare cataclismi in nome della preservazione della razza superiore.
Evidentemente Magneto paventa una repressione dei mutanti da parte degli umani. Ha paura che, sebbene - e a tutti gli effetti - la razza mutante sia una razza superiore, la sua razza venga di nuovo repressa e sterminata come già accaduto in passato.
In questo frangente è emblematico ciò che il giovane Magneto augura al mondo intero:
Ditelo a tutti. A chi ascolterà e a chi no. Vi prego, fate che non succeda mai più.
Ed è emblematico perchè, nonostante le sue paure più che fondate, è inquietante come Magneto si sia trasformato, nel corso del tempo, da vittima a carnefice.
Continua a farti del male...