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sommobuta's comics corner #3 - Dylan Dog n° 300: Ritratto di Famiglia

Se è vero che Dylan Dog ha sdoganato il genere horror in Italia (parliamoci chiaro: quando pensiamo ad "horror", è quasi automatico pensare anche a Dylan Dog assieme a mostri sacri della narrativa e della cinematografia), è pur vero che come prodotto, nel corso degli anni, ha esaurito quella "spinta" inventiva che lo rendeva uno dei prodotti più "felici" del panorama fumettistico italiano.

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Troll arrestato, web (mezzo) salvato?

Quello del "trolling" è una piaga che affligge siti web, forum, blog, mail e social network.
Il "troll" cybernetico non è quell'essere abominevole dei racconti e dei romanzi fantasy, sebbene di quest'organismo ne adotti le sembianze (quantomeno dal punto di vista intellettuale).
Il troll cybernetico infatti è quell'entità "astratta" (chè per me è assolutamente associabile alla figura dell'anonimo, con la stessa identica valenza e con lo stesso identico "peso") il cui unico obiettivo è quello di disturbare il corretto svolgimento di un civile dibattito con argomentazioni che con quel dibattito non hanno nulla a che fare (e sono stato molto "gentile" nella descrizione di questa piaga biblica).

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Run Ghost Run

C'era un videogames nel mio vecchio Amiga 500 che mi faceva impazzire.
Si chiamava Pang.
La meccanica di gioco di Pang era molto intuitiva, sebbene fosse più ostica mano a mano che si superavano i livelli: il "protagonista", una sorta di esploratore, tramite l'utilizzo di un'arpione doveva far scoppiare alcune bolle colorate rimbalzanti presenti nell'area di gioco chiusa. Ogni volta che l'arpione raggiungeva le bolle colorate, queste si dividevano in due bolle più piccole, che a loro volta, nel momento in cui venivano colpite di nuovo, si suddividevano in altre bolle.
Il gioco era assolutamente divertente e adrenalinico, di quelli che ho rimpianto per molto tempo.

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La Foto della Settimana: Grazie, Sergio

Non si può far altro che ringraziare un uomo come Sergio Bonelli, che ha dato e ci ha dato tanto, elevando il fumetto come elemento e prodotto culturale non solo di "puro svago".
Grazie davvero, Sergio.

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Puttanate che superano la velocità della luce

Ha fatto il giro del mondo la notizia che alcuni ricercatori guidati da un fisico italiano avrebbero constatato che i neutrini superano la velocità della luce. Al di là di tutte le implicazioni che questa scoperta potrebbe comportare, e al di là della conferma diretta del Cern del risultato di questi esperimenti, noi italiani ci facciamo sempre riconoscere.

Nel bene, come nel caso della scoperta.
Ma soprattutto, nel male.

Il ministro Gelmini, in un tempestivo comunicato stampa, fa sapere che:
"La scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza. Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna. Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo. Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante".

Peccato che, come dice il buon Paolone, "Per fermare mezzo fascio di neutrini ci vorrebbe un muro lungo circa un anno-luce di piombo, ma i fisici questo lo sanno, e sanno che del tunnel che il ministero decanta, non ce n'è bisogno. Infatti, il tunnel, non esiste."

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5 minuti con sommobuta...#3 - Di One Piece e regali uanpisosi molto nerd

Un vlog particolare e, come suggerisce il titolo, molto nerd. Di One Piece e di simpatici regali molto nerd donatimi dalla mia dolce fanciulla. Roba sfiziosa e ben accetta, che ci ha tramutato gli occhi a forma di cuoricini...

Buona(?) visione!

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La miglior canzone su un supereroe

Superman, dei Five for Fighting.
Una canzone che con poche parole riesce là dove, molto spesso, non sono riusciti decine e decine di numeri del fumetto. Semplicemente splendida.

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sommobuta's comics corner #2 - Dragon Ball n° 39: Il Guerriero Leggendario (2 di 2)

Il numero 39 di Dragon Ball, Il guerriero leggendario, è l'apoteosi di questo manga.
Il culmine massimo.
La vetta irraggiungibile.
Il punto più alto toccato da Dragon Ball, sia per quanto riguarda i disegni, che per quanto riguarda il pathos narrativo, che per quanto riguarda l'ambientazione e l'importanza dello scontro.

Il perchè è presto detto: Goku si trova a combattere contro l'essere vivente più potente dell'universo, Freezer.
E questo combattimento importantissimo ha molteplici significati. Da una parte rappresenta l'essenza stessa della voglia di superare i propri limiti (in fin dei conti, "il percorso dell'eroe" di Goku, sin dall'inizio, è sempre stato tutto teso in preparazione di questo esatto momento. Goku infatti non ha mai nascosto il desiderio di incontrare avversari sempre più forti, per migliorare prima di tutto sè stesso, e poi per dimostrare a sua volta di essere comunque un uomo "incomparabilmente forte" - anzi, IL PIU' incomparabilmente forte); dall'altra parte rappresenta la voglia di riscatto (azzardiamo: di vendetta?) di ben due popoli distrutti (anzi, estinti) da Freezer, ovvero i Saiyan - di cui Goku è uno degli ultimi superstiti -, sterminati per paura che potessero un giorno ribellarsi, e i Namecciani, assassinati poichè possessori delle sfere del drago "originali".

La trasformazione in Super Saiyan di Goku, che molti ritengono un Power Up "troppo improvviso" - se non proprio un vero Deus ex Machina - a mio parere invece è la degna evoluzione di quello che ha fatto fino a quel momento e di quello che è stato Goku. Sappiamo che i Saiyan, dopo ogni scontro mortale, diventano sempre più forti, quindi il power up non è infondato.

Vegeta, pochi volumi prima del 39, asserisce che Kakaroth non è un Super Saiyan "perfetto" non perchè non è potente, ma perchè non conosce nè la cattiveria, nè la crudeltà, nè la rabbia. E non è un caso che sia proprio la rabbia (una rabbia incontenibile esplosa a seguito della morte del suo migliore amico) il veicolo che porta Goku a trasformarsi non nel "solito" scimmione, ma in un personaggio "nuovo", guidato - almeno all'inizio - da una furia cieca e spietata che gli permette di capire subito di aver sorpassato "la potenza che non poteva essere superata".

Tutto ciò che viene dopo questo superbo combattimento e questo splendido volumetto, è un "più". Dragon Ball sarebbe potuto terminare anche qui, e sarebbe stato ugualmente (o forse, paradossalmente ancora di più) il capolavoro osannato da tutti a destra e manca.

Nel caso non aveste mai letto Dragon Ball, e vi foste incuriositi, QUI potete leggere l'intera opera in questione.

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sommobuta's comics corner #1 - Dragon Ball N° 39: Il Guerriero Leggendario (1 di 2)

Potremmo rimanere ore e ore intere a discutere su Dragon Ball.
E potremmo dire di tutto.
Dragon Ball è stato creato e disegnato da Toriyama con un unico scopo: differenziarsi e distaccarsi completamente da Dottor Slump e Arale. Qualcuno potrà dire che la vera essenza di Dragon Ball risiede nella prima parte del manga, in quella più "ingenua" e "genuina", quella degli esordi, che rappresentava una sorta di "presa per i fondelli" delle arti marziali e di tutto ciò che poteva ruotare intorno a questo mondo.

Altri diranno che dalla serie "Z" in poi Dragon Ball è noioso e monotematico, una sorta di "ABC" del combattimento "random", oltre che uno "stupidario" sui clichè più abusati della fantascienza e della tematica del fantastico.

In linea di massima, volendo fare un discorso serio e oggettivo, direi che è così. Però ai detrattori dell'opera maxima di Akira Toriyama bisogna ricordare sempre una cosa: Dragon Ball è LO shonen. Dragon Ball è IL manga. Dragon Ball è IL manga di COMBATTIMENTO.

Possiamo trovarci tutti i difetti che vogliamo (e ce ne sono, eccome se ce ne sono!), ma su una cosa, opera alla mano, si deve solo rimanere in religioso silenzio e contemplare con "rispetto" quello che Dragon Ball è: ovvero la perfezione nel confezionare un prodotto che punta al divertimento puro e semplice sfruttando il combattimento.

Perchè i combattimenti in Dragon Ball, ad oggi, sono la massima espressione di come si disegna uno scontro. Non troverete, nè in tutto ciò che è stato disegnato prima, nè in tutto ciò che è stato disegnato dopo, un livello di perfezione (e superiorità artistica) così evidente nel disegnare un combattimento.
Non c'è fumetto, nè manga nè comic in cui - come avviene in Dragon Ball - si riesca a capire cosa fanno i due contendenti, come si muovono, quali colpi portano e dove colpiscono. In Dragon Ball, ogni vignetta che rappresenta è chiara, limpida, nitida e pulita.

E il numero 39 di Dragon Ball della prima edizione italiana (corrispondente al tankobon 27 di quella "originale") è forse l'apoteosi, il culmine massimo di questa espressione e questa perfezione artistica.

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Racconti di vita (vissuta per finta?) #4: Ricarica Postepay

Quello del tabaccaio è un antro basso e poco illuminato, con le pareti occupate fin sopra il soffitto da oggetti quali scatole, rotoloni di carta, detersivi, profumi e prodotti per l'igiene intima.
Il tabaccaio, un uomo segaligno sui 50 anni, è stravaccato su una sedia a sdraio tipo mare, immerso nella lettura della "Gazzetta dello Sport". Gli occhi neri e incavati sono incollati sul foglio rosa che decanta le prodezze della sua squadra del cuore in Champions League; le labbra grigiastre, serrate attorno a una sigaretta dal colore giallognolo, descrivono un arco verso l'alto; le dita adunche artigliano i poveri fogli del quotidiano verso l'esterno, spiegazzandoli.
In ragazzo lo osserva per qualche secondo, prima di essere degnato di uno sguardo.
"Ch'bbuò?", domanda il tabaccaio, abbassando il giornale.
Il ragazzo gli porge un foglietto. "Devo fare una ricarica postepay. 38 euro + 2. Lì sopra ci sono segnati tutti i dati per la ricarica".
Il tabaccaio afferra rapace il foglietto, legge i dati, e poi scocca un'occhiata sdegnata al ragazzo. "Guagliò, a'tien'a carta postape'?"
Il ragazzo corruga la fronte. "Sì ma...perchè? Le serve?"
Il tabaccaio sbuffa. "E' normale ca'm'serve...Comm'a'faccio sennò la ricarica? M'he a dà pur' o coddic'fiscale tuojo."
Il ragazzo alza un sopracciglio. "Come sarebbe che le devo dare anche il mio codice fiscale? La postepay ce l'ho, il codice fiscale no. Sta scritto sopra al foglio il codice fiscale."
"Eh, ma a me m'serve..."
"E perchè?"
"Pecchè l'aggia inzerì dint' o'terminale...Li devo passare dentro la macchinetta. Sennò nun funzion' e nun t'pozzo mettere e'soldi llà dinto..."
"Mi scusi", dice il ragazzo, spiazzato dalla situazione, "Ma è la prima volta che mi chiedono una cosa del genere. Non me l'hanno mai chiesto da nessuna parte. Nemmeno alla Posta. Se non si fida ed è per un problema legale, ho la fotocopia di carta d'identità e codice fiscale. Ma ho sempre fatto una ricarica avendo tutti i dati a disposizione...Do' il fogliettino o comunico i dati a voce, chi di dovere inserisce tutto nel terminale, prende i soldi e la ricarica è fatta."
Nel sentire quelle parole, il tabaccaio guarda il ragazzo allibito, quasi come se avesse detto una bestemmia.
"Guaglio', famm'capì...Mi stai dicendo che devo mettere i dati tuoi...A MANO? Ma che sei pazzo?"
"Se vuole li può mettere anche con la lingua", risponde il ragazzo, spazientito, riprendendosi il foglio dalle mani del tabaccaio, "Ma dato che ho capito che si scoccia talmente tanto da non voler guadagnare 40 euro, non si preoccupi. La lascio ad attività più redditizie come leggere il giornale. Stia tranquillo, che non facendo un cazzo leggendo le prodezze del suo calciatore del cuore, guadagnerà sicuramente di più."
Il tabaccaio rimane impietrito. Apre la bocca per parlare, ma dalla gola non escono che suoni gutturali indistinti.
Il ragazzo si volta, esce dall'antro, e se ne va.

Piuttosto innervosito.

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Vagabond - Takehiko Inoue

1600.
Giappone.
Takezo Shinmen e Matahachi Honinden abbandonano il loro villaggio natale di Miyamoto per raggiungere la località di Sekigahara, dove sta per tenersi la battaglia finale tra i Signori della Guerra che da sempre si condividono il potere politico della nazione. In gioco, c'è il destino del Giappone stesso, ma a Takezo e Matahachi ciò non interessa: il loro unico intento è quello di combattere, prendere la testa di un generale avversario e diventare famosi, in modo da legittimare la loro forza e far vedere al mondo "quanto sono grandi".
Ma Takezo e Matahachi perdono la battaglia di Sekigahara, e trovandosi nella truppa di Toyotomi Hideyoshi, devono fuggire dal campo di battaglia...

Musashi, di Eiji Yoshikawa, è uno dei romanzi "cardine" della letteratura giapponese. Rappresenta quello che da noi può rappresentare "I promessi sposi" di Manzoni, o "Via col Vento" di Margaret Mitchell, quindi non solo uno "spaccato" di vita quotidiana di una nazione, ma anche un romanzo "fondante" dal punto di vista letterario e nazionale.
E cosa succede quando uno dei massimi autori del panorama fumettistico nipponico decide di mettere mano a questo romanzo "fondante"?
Semplice. Ne tira fuori un vero e proprio capolavoro.

Perchè Vagabond di Takehiko Inoue questo è, senza giri di parole: un capolavoro.
Musashi Miyamoto è un personaggio storico estremamente importante in Giappone (e non solo), un guerriero praticamente leggendario, la quintessenza del Bushido, oltre che un fine pittore e un ottimo scrittore (è l'autore del celeberrimo Gorin no Sho, Il libro dei cinque anelli).
Musashi prima, e Vagabond poi, raccontano la parte più importante della storia di Musashi Miyamoto (al secolo Takezo Shinmen), ovvero dalla battaglia di Sekigahara fino a quello che è ritenuto "il duello dei duelli" dai giapponesi, ovvero lo scontro sull'isola di Ganryu tra Musashi e il suo più acerrimo avversario, il maestro samurai Kojiro Sasaki.

Ma Vagabond non è un "semplice" fumetto incentrato su un fatto storico: è prima di tutto un affresco, uno spaccato di storia, cultura, folklore e tradizione; è il racconto di un percorso, sofferto e profondo; è il racconto del giovane Takezo Shinmen che diventa uomo, che si trasforma in Musashi Miyamoto, e che da uno spadaccino dal talento innato temuto da tutti per la sua brutalità e violenza (tanto da essere definito Oni, "demone"), si tramuta, attraverso lo scontro e il confronto con validi avversari e saggi maestri, in uno spadaccino più calmo, che si domanda quale sia "il senso" della via della spada.

Ed è, per l'appunto, un racconto incentrato sulla "filosofia" che ruota attorno alla via della katana, quel bushido che porta numerosi uomini a intraprendere un cammino di crescita e scoperta, che porta tantissimi alla sconfitta e solo pochi "illuminati" altri alla conoscenza.
Una conoscenza che può far affermare che un guerriero "incomparabilmente forte" non ha bisogno di una spada, poichè la propria spada è una cosa sola con l'universo circostante.

Capolavoro.
In tutti i sensi.

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C'è chi dice no

Tra giovani si ritrovano dopo tanto tempo ad una classica rimpatriata di classe, e confrontandosi, scoprono che tutti e tre si trovano la vita rovinata dai raccomandati: Max è un ottimo giornalista, ma è stato scavalcato dalla figlia - raccomandata - di un editorialista importante (che naturalmente scrive libri sulla meritocrazia); Irma è un'ottima dottoressa, ma il posto che le spettava di diritto è stata affidata alla moglie del suo capo, arrivata da poco da Sydney; Samuele invece è un brillante ricercatore universitario in ambito giuridico, sfruttato dal suo capo (che si prende i meriti dei suoi lavori) e "scavalcato" dal marito imbecille della figlia di uno dei più importanti giuristi italiani.
Insieme, Max, Samuele e Irma decidono di "dire di no" a questa "mafia" dei raccomandati, e di fare in modo di cacciare via l'uno il "raccomandato" dell'altro...

A differenza di quell'aborto di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, Alice senza niente, C'è chi dice no, oltre ad essere un film estremamente godibile sul mondo del precariato e delle raccomandazioni, racconta una bella storia, il cui finale (per niente "felice") lascia però l'amaro in bocca, perchè è la fotografia esatta di quella che è la nostra Italia, ovvero un paese che vive in una sorta di "bolla", dove cambia tutto per non cambiare mai niente.

Il merito va a una sceneggiatura che ha saputo rimanere "leggera" e allo stesso tempo far "pensare", e a un cast di attori molto buoni, che hanno saputo dipingere perfettamente i loro personaggi.Su tutti spicca la (piccola) parte di Giorgio Albertazzi, che interpreta questo giurista senza scrupoli davvero esilarante e divertente.

Se magari avete visto da poco al cinema "Come uccidere il capo...e vivere felici" (brillantissima commedia, tra l'altro; pensavamo fosse una cazzata "all'americana", invece si è rivelato uno dei migliori film visti al cinema quest'anno) potreste pensare ad alcune similitudini, ma queste si limitano solo all'idea generale. Anche perchè nel film americano, i tre protagonisti avevano reali intenzioni di uccidere i loro capouffici.

Insomma, un filmetto che si fa vedere, questo C'è chi dice no.
E che si fa ampiamente apprezzare.


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5 minuti con sommobuta... #2 - Di graphic novel, polemiche, editoria digitale e progetto Gemini

Un secondo vlog sommobutico pieno di roba, come suggerisce il titolo.
Questa settimana mi è arrivata la prima delle due graphic novel ordinate da Amazon, Kingdom Come. All Stars Superman è ancora latitante, colpa dei corrieri che non si decidono a un mese quasi di distanza dall'ordine.
Ovviamente, non si parla solo di questo, ma di cosa ha "scatenato" l'acquisto e quali possono essere le (tenui) speranze per il futuro.

In Pyra we trust!

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Top 5: Film di animazione Disney

Dopo la top 5 sui miei cartoni animati preferiti, non poteva mancare quella sui film di animazione Disney. I film Disney sono tra i più classici dei classici, di quelli che si guardano da bimbi, da adulti e da anziani.
La Top 5 prende in considerazione i film Disney "classici" e non prendono in considerazione quelli Pixar. Naturalmente, come per tutte le Top 5 presenti su questo blog, la classifica non ha natura oggettiva e rispecchia solo i miei gusti personali (meglio specificarlo sempre, non si sa mai).

5° Posto: Biancaneve e i Sette Nani
Il primissimo film classico, forse il più classico in assoluto, è un qualcosa di strabiliante a guardarlo ancora adesso. Un'animazione validissima anche ai nostri giorni, nonostante sia un cartone di quasi 80 anni fa. Colori splendidi e vividi, storia fantastica. E poi c'è la Strega. E la strega è figa (soprattutto da vecchia). E poi c'è lo Specchio. E quello specchio è assolutamente figo. E c'è la mela avvelenata.. E la mela avvelenata è figa. E ci sono i nani. E i nani sono fighi. Soprattutto Dotto, che è sicuramente il più figo di tutti. Insomma, Biancaneve e i sette Nani è un film figo (se non si era capito).


4° Posto: Fantasia
Tenendo conto che Fantasia è uscito tre anni dopo Biancaneve, lo staff Disney deve aver per forza di cose fatto un qualche miracolo in campo tecnologico, poichè sembra un film lontano anni luce da quest'ultimo (che già di suo era - ed è - qualcosa di eccezionale, come abbiamo detto). Se le animazioni e i disegni sono un qualcosa che definire "capolavoro" è poco, animare a tempo di musica classica (e che musica classica, signori! Che musica classica!) ogni singolo frame dev'essere stato un lavoro mostruoso. Che però ha pagato nel tempo, perchè Fantasia è un film che, a mio avviso, trascende anche lo stesso significato di "film di animazione". Soprattutto perchè ci sono scene che sono entrate a far parte dell'immaginario collettivo. Basta pensare al famigerato "apprendista stregone".


3° Posto: Aladdin
Vale solo per il Genio. Perchè il protagonista assoluto di questo film è a tutti gli effetti il Genio. Non quel piagnucolone di Aladdin, non quella gatta morta di Jasmine, nè quel cattivo da quattro soldi di Jafar, e nemmeno quell'imbecille del Sultano. Il protagonista della storia è il Genio.
Punto.
Che doppiato da Gigi Proietti è un qualcosa di superlativo, ma che ascoltato in lingua originale doppiato (anzi, improvvisato) da Robin Williams è qualcosa di esageratamente divertente. Menzione d'onore a Iago: mi fa crepare dalle risate ogni volta che l'ascolto.


2° Posto: Hercules
Probabilmente non è uno dei migliori film Disney, ma ha sicuramente la miglior colonna sonora dell'intera produzione filmica Cori gospel e soul esageratissimi, ritmo sfrenato e frenetico.
Non è uno dei migliori, ma io lo adoro lo stesso. Essendo cresciuto a pane e Mitologia, Hercules tocca da vicino il mio cuoricino, anche se, dal punto di vista meramente "mitologico", è molto edulcorato.
Dei Olimpici fantastici, ma Ade è un qualcosa da sganasciarsi dalle risate. Forse, uno dei migliori Villain Disneyani...



1° Posto: Il Re Leone
Il mio film Disney preferito in assoluto. Il perchè risiede probabilmente nel fatto che "mi tocca da vicino", e che mi sono sempre un po' identificato sia nel piccolo Simba sperduto dopo la morte di Mufasa, che in quello adulto, alla ricerca del "vero" se stesso.
E che dire poi dell'Hakuna Matata? Lo stile di vita che, e non mi vergogno di dirlo, è un po' il mio stile di vita.
Senza pensieriiiii, la tua vita sarà...Chi vorrà vivrà...in libertà...Hakuna Matata!

E voi? Quali sono i vostri film Disney preferiti?
E voi?

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Alice senza niente (persino senza trama) - Pietro De Viola

Nei miei 26 (quasi 27 ormai, la vecchiaia avanza) anni di vita ho letto libri di tutti i tipi.
Ma pessimo come l'ormai "famigerato" Alice senza niente di Pietro De Viola mai.
Se provate a fare un giro in rete troverete recensioni più o meno entusiastiche e/o lusinghiere su quello che viene definito "un caso letterario" in quanto sembra (e sottolineo il sembra) che l'eBook sia stato scaricato 35000 volte. E perchè racconta il mondo e lo stato d'animo di un lavoratore precario che potrebbe essere un lavoratore precario qualsiasi.

Il libro, per farla in soldoni, è la "storia" (virgolette d'obbligo) di una giornata di una giovane disoccupata, Alice, che nell'arco di una giornata ha un colloquio di lavoro, assiste alla lezione di chitarra del fidanzato e...e poi non lo so, perchè arrivato a pagina 40, ero sul punto di prendere la mia adorata katana e fare seppuku.
Secondo le recensioni che ho letto in giro, il libro prosegue con la protagonista che si incontra con la sua migliore amica, e partecipa a un buffet dove risolve il problema derivante dalla cena, data l'assenza sistematica di soldi in cui versano lei e il fidanzato.

Perchè a mio avviso il libro è pessimo, e stava quasi per togliermi la vita?



sommobuta sul punto di commettere l'insano gesto

Semplice: perchè è un libro dove non avviene praticamente nulla.
Ma proprio nulla di nulla...



Il libro è un rigurgito di sogni, speranze, passioni della protagonista, un vero e proprio sfogo stile-diario dove l'autore  - e lo si avverte, dando anche un senso di fastidio nel lettore - ha vomitato tutto ciò che sentiva e pensava, sproloquiando per 100 e rotte pagine sul niente più assoluto.
Volendo andare a scomodare il gotha letterario, è quasi una sorta di flusso di coscienza di Joyciana memoria.
Solo che l'autore non è Joyce, e il libro, oltre ad essere noioso fino all'inverosimile, nel suo essere breve è estremamente prolisso.
Il che è un peccato, perchè per lo meno il libro è scritto abbastanza bene, e le rarissime scene in cui avviene "qualcosa" sono pure abbastanza interessanti (la parte del colloquio di lavoro non è niente male, in effetti).

Il giudizio, già negativo per i non-contenuti presenti all'interno di questo libro, è completamente "affossato" dal fatto che ho letto che Alice senza niente (persino senza trama, aggiungerei) è stato pubblicato da una piccola casa editrice, e sarà venduto alla ragguardevole cifra di ben 10 euro.
Per poco più di 90 pagine.
Follia allo stato puro.

Sia perchè Alice senza niente, per quanto mi riguarda, è proprio orrendo - ma roba che non augurerei di leggere nemmeno al peggiore dei miei nemici. Sia perchè sfido chiunque a spendere 10 euro su un libro che parla "del nulla".
Vista la cassa di risonanza "mediatica" derivante dal fatto che il libro è stato scaricato così tante volte, non sarebbe stato più saggio metterlo in vendita sempre in versione eBook a 1 o 2 euro?
L'autore avrebbe potuto ricavarci bei soldini, se i numeri sono effettivamente quelli esposti...

Ps: qualcuno potrà domandare "Perchè l'hai letto se sapevi che poteva non piacerti?"
La risposta è semplice: curiosità nel leggere questo famigerato "caso letterario". E avvisare gli ignari che magari hanno intenzione di buttare 10 euro, che online, se si cerca bene, si trova...

Postilla
Possibile che il 90% degli autori italiani scrivano soltanto di quella che è la loro vita quotidiana?
Mabenedettoilsignore, già ognuno ha la propria, di vita "dimmerda"...Perchè mai ci si deve affliggere leggendo la vita dimmerda degli altri, esattamente piatta, noiosa e uguale come magari potrebbe essere la propria?
Mistero.

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eBook a 1 euro sì, eBook a 1 euro no... (2 di 2)

Prendiamo l'iPad, per esempio.
Non entro nel merito della diatriba tra entusiasti e detrattori del prodotto Apple, ma è un oggetto che è stato venduto in quanto pompato fino all'inverosimile, pubblicizzato ovunque e fatto passare per "moda del momento". Alla sua uscita, si riversarono tutti nei megastore a comprarlo, anche se la maggior parte delle persone nemmeno sapesse cosa ci si facesse, con un iPad.

Ecco, se organizzata in modo "subdolo e intelligente" una campagna promozionale su eBook ed eReader, potrebbero diventare "di moda" anche da noi.
Il che ci riporta al punto di partenza.
In un eventuale mercato (competitivo) di eBook, 1 euro a libro ce lo spendereste?

Io ho adottato la politica di acquisto di eBook autoprodotti degli autori che mi interessano e venduti a un prezzo che può variare dai 50 centesimi ai 5 euro.
Fino ai 5 euro, ritengo il prezzo di un libro digitale onesto e competitivo. Superata questa cifra, comincerei già a prendere il testo in questione per le molle, e probabilmente non lo acquisterei. Ma finchè si rimane su questo range, i miei soldini sono disposto a tirarli fuori di buon grado.

L'obiezione legittima potrebbe essere: perchè dovrei spendere 1 o 5 euro di un "libro digitale" di cui non so praticamente nulla, e che non riuscirei a godermi poichè non ho un lettore eBook? Sul computer divento cieco, a leggere!

Ecco, io credo che un eBook, per avere chance di vendita, debba avere una corposa anteprima, che arrivi magari a toccare anche metà libro. Insomma, quando andiamo in libreria e vogliamo acquistare un volume, è nostro diritto, oltre che sacrosanto dovere, sfogliare il libro che vogliamo comprare.

Perchè dunque non permettere al potenziale lettore di gustare una bella fetta di un eBook?
Si mette a disposizione metà libro "aggratis", e se un lettore si è incuriosito, credo che comprerà a buon grado il prodotto.

Se poi il prodotto costa 1 euro...Credo che sarà maggiormente invogliato a farlo.
Oppure no?

E voi, che ne pensate?
Lo comprereste un eBook a 1 euro?

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eBook a 1 euro sì, eBook a 1 euro no... (1 di 2)

Qualche giorno fa, sulla fanpage di facebook di sommobuta, ho proposto un piccolo sondaggio semiserio.
Ho chiesto: Ma voi, un ebook a 1 euro...lo comprereste?

Diciamo che la maggior parte delle persone ha risposto di sì (anche se magari all'atto pratico sarebbe da vedere XD), e che per 1 euro "si potrebbe ancora fare" (il che mi fa pensare che se magari un eBook costasse già 2 o 3 euro "l'affare" salterebbe); ci sono stati alcuni no, alcuni commenti piuttosto lucidi e illuminanti, più una serie di risposte ormai "classiche", che si leggono un po' dovunque quando si parla di eBook e fanno capire come sono visti da noi questi "oggetti misteriosi" in Italia.

La più frequente delle risposte "classiche" è stata: non comprerei mai l'eBook in questione, sono affezionato al profumo della carta.
Ora - e non me ne vogliano queste persone, eh! - io quella del "profumo della carta" l'ho sempre avvertita come un qualcosa quasi da "malati". Non so voi, ma io quando leggo un libro lo faccio per godermi una storia (o apprendere qualcosa se ho in mano un saggio), non per schiaffare il naso sulla pagina a mo' di cane da tartufo per sentire che profumo ha.

Soprattutto mi ha incuriosito la risposta di Matteo.
Non tanto per il fatto che lui non comprerebbe mai un qualcosa che "non rimane" (e che quindi non esisterebbe; nel qual caso potremmo sempre domandarci: ma se una persona legge un libro o un fumetto, e se magari quel libro o quel fumetto andasse perduto, anche il ricordo di ciò che si è letti si perderebbe? Potremmo cioè asserire che se un libro non lo si possiede fisicamente - ma lo si ricordi bene - non lo si possiede proprio? - non credo -), quanto il non sapere la differenza tra eBook ed eReader.

Naturalmente non è colpa di Matteo, ma del fatto che, come scrivevo poco più sopra, da noi questi sono oggetti misteriosi e sconosciuti.
Il perchè è da ricondurre al fatto che, secondo me, in Italia non si ha interesse a vendere prodotti come eReader, e di conseguenza, "sfornare" eBook (anche se qualche piccola luce di speranza c'è, vedi la neonata Pyra Edizioni del miticherrimo Giuseppe Tararà).
Le motivazioni possono essere molteplici, ma preferisco limitarmi a solo due ipotesi.

1)- In Italia (fatto assodato) non si legge.
Secondo le ultime ricerche, da noi viene considerato un lettore forte chi legge 1 libro al mese.

2)- Boicottaggio subdolo delle Case Editrici nostrane.
E qui secondo me il discorso è più ampio. Proprio in virtù del fatto che non si legge (e/o si leggono solo i soliti noti che sfornano pseudobestseller una volta all'anno) le CE non hanno interesse nell'investire in una tecnologia che farebbe loro del male e che sarebbe solo dannosa. La maggior parte della roba che si trova in libreria è quasi tutta pupù, che però produce alto profitto.
Io credo che le Case Editrici sappiano bene che nel momento in cui eBook ed eReader entreranno in gioco in modo prepotente (e prima o poi lo faranno anche qui da noi, ne sono sicurissimo), per loro sarà finita e non ci sarà più quel lavoro di intermediazione tra Autore e Lettore, in quanto l'autore autopubblicherà i propri lavori.
In America o in Inghilterra ormai è la norma. Il formato elettronico ha superato di gran lunga quello cartaceo, e il mercato editoriale elettronico è in ascesa. I costi sono bassissimi, e ci sono autori che vendendo i propri eBook a 1 o 2 dollari fanno palate di soldi.

Se io fossi un imprenditore che crede nel progetto, per far conoscere eReader ed eBook, proverei a fare una cosa: spaccerei questi "oggetti misteriosi" per la moda del momento (capito, Peppì? ;) ).

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Una piccola riverniciatina a Il Viagra della Mente

Diciamoci la verità: un menù del blog, in modo da essere più "navigabile" ci voleva.
Da un paio di giorni ho messo in bella vista gli argomenti del Viagra della Mente più trattati, inserendo il sacrosantissimo indice sui siti/blog che consiglio di seguire, oltre che le FAQ.
Ho anche messo la targhetta degli eBook, così, se volete leggere gli aborti della mia materia grigia, trovate tutto in una sola parte.

Trovate tutto sulla seconda colonna di destra, in bella vista.
Basta cliccare sulla "sezione" desiderata e verrete immediatamente reindirizzati ai post inerenti l'argomento da voi scelto.

Insomma, una piccola riverniciatina a Il Viagra della Mente.
Piccola, ma importantissima.
E significativa.

Naturalmente, se avete suggerimenti o consigli su come migliorare questo piccolo spazio virtuale, non avete che da farli lasciandomi un simpatico commentino. ^_^

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5 minuti con sommobuta...

La seconda novità su Il viagra della mente, dopo il sommobuta's comics corner, è una sorta di "progetto vlog" senza nessuna periodicità o scadenza. Originariamente avevo pensato a un appuntamento "live" su Facebook per i fan sommobutici, ma avere una webcam abbastanza schifosa non aiuta.
L'idea è quella di registrare una serie di vlog molto brevi (per l'appunto di 5 minuti al massmo) e caricarli su Youtube sul canale sommobutaReturns.

Per la vostra "gioia".
- forse -

Ad ogni modo, QUI ci sono i primi 2 vlog...
Ps: il primo, vero vlog, sommobuta vs Naruto perchè... ha scatenato una discussione enorme tra facebook e Youtube. Potenza del web... XD

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10 anni fa

L'11 settembre 2001 è una di quelle date che nessuno di noi potrà mai dimenticare.
Probabilmente nessuno ricorda quasi cosa ha mangiato ieri sera, ma alla domanda: "E tu dov'eri? Costa stavi facendo quel pomeriggio?" tutti sapranno dirti con esattezza cosa stavano facendo e dove si trovavano in quel momento.

Io ero a casa del mio "maestro Jedi", a fare il solito ripasso pre-scolastico in vista della ripresa della scuola. Stavamo esercitandoci su alcune equazioni, quando il telefono del mio maestro squillò.
Era un suo amico, che gli disse di accendere la televisione.
Il mio maestro fece quanto gli aveva detto il suo amico, e ricordo benissimo che nel vedere quelle immagini terrificanti rimanemmo impietriti.

Sembrava un film.
Di quelli caciaroni hollywoodiani, con esplosioni, fughe, morti e affini.
Solo che non era un film.
Era tutto reale.

Quando tornai a casa chiamai alcuni miei amici. Ricordo ancora che quando svegliai Antonio, e gli raccontai cosa stava succedendo, lui mi mandò a quel paese pensando fosse uno scherzo. Poi accese la tv, e anche lui si rese conto che no, non era uno scherzo.
Era tutto reale.

Oggi sono passati esattamente 10 anni da quel giorno.
Un giorno che è davvero impossibile da dimenticare.

E voi? Cosa stavate facendo? Come avete saputo dell'11 Settembre?

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Top 5: Cartoni Animati

Ed eccoci con una nuova Top 5, che quest'anno diverrà sicuramente l'appuntamento fisso del sabato su Il Viagra della Mente. Oggi parliamo dei cinque cartoni animati che hanno rovinato allietato la mia infanzia, e che probabilmente ha influenzato maggiormente i miei gusti in fatto di fumetti "d'azione" e shonen.
Non è un caso infatti che abbia recuperato le loro controparti cartacee non appena questi sono stati pubblicati in Italia, e che rappresentino probabilmente alcuni "cult" dell'animazione di tutti i tempi.

Naturalmente, come per tutte le Top 5 presenti sul mio blog, anche questa non ha pretese di oggettività e rispecchia unicamente quelli che sono i miei interessi e gusti personali.

5° Posto: I Cavalieri dello Zodiaco
Fulmine di Pegasus!
Colpo segreto del Drago Nascente!
I Cavalieri dello Zodiaco (al secolo Saint Seiya) è stata una furbissima mossa commerciale da parte della casa editrice Shueisha, che doveva lanciare una serie di pupazzetti in tutto il mondo. Se il manga disegnato e sceneggiato da Masami Kurumada è abbastanza mediocre per quel che concerne il tratto, il concept di base è geniale: guerrieri sovraumani capaci di eseguire colpi di arti marziali atipici con armature che si rifanno all'astronomia e alla mitologia classica.
Il cartone dei Cavalieri dello Zodiaco infatti, a differenza della sua controparte cartacea (rappresenta infatti uno dei pochissimi unicum, con la trasposizione animata di gran lunga superiore al manga), grazie a questo concept, all'animazione superba del maestro Shingo Araki, e grazie a un adattamento italiano ai confini della poesia è un capolavoro d'arte.
Per l'epoca è sicuramente uno dei prodotti più innovativi, e di certo tra i più spettacolari.
Un cartone animato validissimo ancora oggi. Non è un caso che sia diventato un cult.

4° Posto: Hokuto no Ken
Difficilmente si riesce ad accostare il termine "epico" a un cartone animato o a un anime.
Non è il caso di Hokuto no Ken, il celeberrimo Kenshiro.
Hokuto no Ken trasuda epicità da tutti i pori, grazie non tanto a una storia che di per sè è anche abbastanza lineare, quanto a un parteur di personaggi che rimangono indelebilmente impressi nella memoria di chi lo guarda.
Personaggi come Ken, Raoul, Toki, Yuza, Fudo, Shin sono giganti impossibili da dimenticare, tutti caratterizzati benissimo e delineati con una maestria difficile da trovare in un prodotto di questo genere.
E poi il mondo post atomico è un qualcosa di terrificante e spettacolare messo assieme...

3° Posto: He-Man e i Dominatori dell'Universo
Il mix perfetto tra fantasy e fantascienza. Cosa si può volere di più? Cosa può volere di meglio un piccolo frugoletto?
Eternia infatti è un pianeta mistico, dove scienza, magia, misticismo, arti occulte e tecnologie avanzatissime la fanno da padrone. E in questo contesto si consuma una lotta quasi atavica tra il Bene e il Male: He-Man e i suoi compagni da una parte, e il terrificante stregone Skeletor coi suoi sodali dall'altra.
Il povero Skeletor (che è decisamente più figo e simpatico di quel monolita di He-Man, anche perchè vive all'interno di una montagna a forma di serpente attorcigliato su sè stesso) in tutte le sacrosante puntate le busca dal superuomo He-Man, che a fine puntata regala ai bimbi consigli e perle di saggezza.
Mazzate, azione, divertimento, spettacolo e buoni sentimenti.
Cosa si può volere di più?
Come dite? Ah, i mitici pupazzoni!

2° Posto: L'Uomo Tigre
Questo è di sicuro il secondo cartone che ha davvero "rovinato" la mia infanzia.
L'Uomo Tigre per me è un vero e proprio cult, oltre che un cartone animato che mi ha cresciuto. Oltremodo violento ed esplicito, ha una storia bellissima e profonda in un contesto durissimo e drammatico, ovvero il Giappone post conflitto mondiale.
Naoto Date, il celeberrimo wrestler mascherato conosciuto come Uomo Tigre, vince un combattimento dopo l'altro con lo scopo di distruggere Tana delle Tigri, l'organizzazione presso cui si è allenato, e che trasforma orfani e bambini in lottatori violenti (costringendoli a subire pesantissimi allenamenti ai limiti della sopportazione umana) solo a scopo di lucro.
L'aspetto grafico e animato della serie, se visto oggi, può trarre in inganno, ma rimane comunque un prodotto ancora validissimo.

1° Posto: Holly e Benji
Credo che per i bambini e i ragazzi della mia generazione non ci sia stato cartone animato più "fomentatore" di Holly e Benji. Per tradizione noi itaiani siamo un popolo che si nutre, respira e vive di calcio. Cosa può succedere, quindi, se ai bambini di un popolo che vive di pallone, gli dai in pasto un cartone animato sul pallone?
Semplice: crei uno stile di vita.
Ricordo che da bambino io e i miei amici il pomeriggio non ci ritrovavamo all'oratorio o al parco a giocare a calcio se prima non avevamo visto Holly e Benji. E una volta finita la puntata, si litigava per "impersonare" questo o quel personaggio.
Non mi vergogno di ammettere di essere stato influenzato da Holly e Benji. Mi è sempre piaciuto giocare in porta perchè Benji era il mio giocatore preferito, così come, una volta diventato "grande" e cominciato a giocare anche in altri ruoli, sulla maglia il numero che facevo stampare era il 14, in onore del mitico Julian Ross. Anche la fissa per i cappellini con la visiera deriva da Holly e Benji. Proprio perchè Benji ne indossava sempre uno...

E voi? Quali sono i vostri cartoni animati preferiti?

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La Foto della Settimana: Biblioteca Pubblica

Quella che state ammirando è la facciata della Kansas City Public Library, ovvero la biblioteca pubblica di Kansas City. Un capolavoro che fa davvero commuovere.
Soprattutto se pensiamo a casa nostra, dove il ruolo delle biblioteche è ormai marginale, dove molto spesso queste non esistono e se esistono, è capace che vengano chiuse.

Ne approfitto per raccontare (in modo velocissimo) la storia della Biblioteca Comunale di Bagnoli, il quartiere di Napoli in cui vivo.
La Biblioteca Mazzacurati ha avuto alterne fortune, oltre che alterne ubicazioni, fino a quando non le si trovò dieci anno fa un posto dove stare, ovvero al primo piano di una scuola elementare. Nel corso degli anni, grazie a cospicue e corpose donazioni, ha visto aumentare a dismisura il suo "parco libri", diventando una biblioteca veramente ottima e ben fornita.
Io stesso ci ho portato decine e decine di libri, pensando che la "condivisione del sapere" fosse sacrosanta, e che comunque, se volevo rileggere il libro donato, l'avrei trovato sempre là.
Posso dire che la sezione fantasy della biblioteca l'ho riempita io, avendo portato tutti gli Harry Potter, vari volumi di Tolkien, i libri di Paolini, tutti quelli della Bradley, la prima trilogia di Brooks e altri volumi di altri esimi colleghi "fantastici".

Il problema è che due anni fa lo stabile della scuola ove era sistemata la biblioteca è stato occupato abusivamente da un giorno all'altro, con la conseguente chiusura della biblioteca stessa, le cui sale sono state in un primo momento murate per evitare furti di materiali.

Adesso so che tutti i volumi sono ammassati nel palazzo del comune della circoscrizione, anche se ho il sospetto che molti libri abbiano fatto "una brutta fine".
Ovviamente, sono due anni che la circoscrizione dice che "sta per riaprire la biblioteca", ma ad oggi, ancora niente.
Che peccato.
E che amarezza...

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sommobuta's Comics Corner... #0

Una delle "novità" di questo nuovo anno su Il Viagra della Mente sarà la rubrica sommobuta's Comics Corner...
Mi interessava parlare (anzi, in questo caso scrivere) a briglia sciolta di questo o quel fumetto, in modo un po' più slegato e particolareggiato da quello che può essere il "classico" parere o la classica "recensione" generale di un determinato fumetto come faccio di solito.

Come vi avevo detto era mia intenzione provare a settorializzare un poco di più il blog, e mi piaceva l'idea di avere uno spazio dove provare a dare qualche piccolo consiglio, discutere di un singolo albo di una certa collana, di un volumetto in particolare del manga "XYZ", o di un singolo capitolo di una graphic novel, senza dovermi per forza dilungare sulla trama "in generale".

Insomma, consigli spassionati su tutto ciò che riguarda "il fumetto", assieme a impressioni particolari su particolari aspetti dello stesso.

Ovviamente sempre secondo quelli che sono i miei gusti personali in materia...

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Ti stramo - Ho voglia di un'ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo

Con "Ti Stramo - Ho voglia di un'ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo" la situazione è assai delicata.
Cosa succede infatti quando la parodia di un libro e di un film è nettamente superiore, ma soprattutto più sensata del libro e del film che "dovrebbero" essere "seri"?

Perchè "Ti Stramo", nel suo essere parodia, nel suo essere film smaccatamente umoristico e comico, è molto più sensato di "3 Metri Sopra il Cielo".
Ma qui occorre fare una piccola premessa.

Ho avuto modo di vedere, sabato scorso, metà film tratto dal romanzo "cult" di Federico Moccia.
La storia è risaputa: tale Step, figlio di papà ribelle, teppista e anticonformista, si innamora di Babi, figlia di papà dolce e sensibile. Ne nasce una storia vomitatevole strappalacrime degna dei migliori peggiori romanzi e film rosa.
Il tutto condito da scene messe "A cazzo di cane" (cit.), con una fotografia "Smarmellata" (cit.), un montaggio pessimo e dialoghi ai limiti del nonsense.
Senza contare che i nomi dei protagonisti sono quel che sono, e il miglior amico di Step/Scamarcio si chiama Pollo.

- cioè, Pollo! -

Ti Stramo, diretto da Pino Insegno, gioca a prendere per i fondelli questa storia, unendo al suo interno parodie di questo o quel campione di incassi cinematografici (il "sottotitolo" del film, Ho voglia di un'ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo, rende l'idea dei titoli presi in giro), senza però usare quella scurrilità o volgarità che sembra essere diventata invece il "marchio di fabbrica" di un certo tipo di comicità "all'italiana".

Con Ti Stramo ci troviamo così di fronte a una pellicola onesta, anche piuttosto divertente - e paradossalmente, "coerente" se paragonata a cosa fa il verso -, dove la stupidità dei personaggi è direttamente proporzionale alle loro controparti "mocciane e reali".

Se vi siete trovati a subire 3 Metri sopra il Cielo, Ti Stramo farà sicuramente al caso vostro. Vi farà comprendere meglio il film tratto dal libro di Moccia.
E se non avete mai visto il suddetto film...vi godrete un film molto, molto simpatico.

Ps: Confrontate queste due scene. E dopo, ditemi effettivamente qual è la migliore...

3 Metri Sopra il Cielo


Ti Stramo

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Depoliticizzato

Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata anche la fase di depoliticizzazione totale.
Ad una prima fase di rigetto sono diventato ormai indifferente a tutto ciò che succede nel nostro Paese.
Questo è davvero il paese dove cambia tutto per rimanere tutto uguale.

Non che sia anestetizzato o imbambolato da tg farlocchi come la stragrande maggioranza degli italioti che abitano in questo bizzarro stivale (continuo comunque a informarmi come prima), ma se in Tv vedo Silvio biascicare cose senza senso, Cicchitto con la sua faccia di merda, Gasparri sparare cazzate, Vendola con quel suo orecchino ridicolo e la parlantina nonsense, Bersani in manica di camicia, Casini che parla di povertà dal suo yatch a Porto Cervo, Di Pietro che si fa paonazzo o Grillo che dice le sue solite stronzate antitetiche a quelle di Silvio, non mi incazzo e non me la prendo più.

Tutto questo adesso mi è del tutto indifferente.
Il che probabilmente non è un buon segnale, ma ormai ho capito che questo paese, storicamente, è destinato a fare la fine che ha sempre fatto.

Sicuramente ve ne sarete accorti anche voi che qui sul blog non parlo più di certi argomenti, nè di certi personaggi. Anche la colonna di destra, già da un po' non ha più quei banner politici e sfottò che c'erano un tempo.

Insomma, basta politica.
Non ne vale davvero la pena perdere termpo a ragionare "sul nulla".
Ad oggi posso dire che sono totalmente depoliticizzato.
E così lo sarà pure Il Viagra della Mente.

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Essiricomincia!

Dopo questa prima settimana di rodaggio dal ritorno delle vacanze, da oggi Il Viagra della Mente ritorna col suo appuntamento quotidiano.
Per la "gioia" di tutti voi.

Forse...

Come già detto, Il Viagra della Mente rimarrà fondamentalmente lo stesso, benchè abbia in mente un paio di novità, in modo che il blog si "reincarni in altre vite [...] così da avere infinite possibilità di nuove vite".

Buona navigazione!

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Di carpentieri, falegnami, muratori, pescatori...e scarpari (ovvero si parla di Far Oer - Italia)

Oggi parliamo di calcio.
Del bel calcio.
Quello pulito, pratico ed essenziale.
Quello praticato ancora "in nome dello sport", "per tenere alta la bandiera della nazione". Perchè questo è il calcio delle Far Oer. Un calcio genuino - i maligni userebbero la parola dilettantistico - quasi scevro dal buisness e dagli affari.
Come di certo saprete, la nazionale delle Far Oer è composta per lo più da persone normali, che nella vita di tutti i giorni si occupano dei mestieri più disparati: ci sono falegnami, dentisti, muratori, pescatori, scaricatori di porto, elettricisti, avvocati e insegnanti. Questo perchè il campionato di calcio delle Far Oer non prevede il professionismo, in quanto esiste solamente una sorta di torneo che decreta la squadra vincitrice, torneo dove molto spesso vengono invitate squadre estere per far numero.

Sì, perchè le Far Oer sono una nazione che conta poco più di 50000 abitanti, quindi è abbastanza difficile riuscire a creare un universo calcistico "come lo conosciamo noi".

Eppure, questo esercito di carpentieri, falegnami, muratori e pescatori mette in difficoltà, in ben 3 occasioni, una delle nazionali di calcio più importanti e blasonate del mondo: l'Italia.
Rógvi Jacobsen (divenuto immediatamente uno dei miei miti personali), nei due incontri valevoli per la qualificazione all'Europeo del 2008, contro l'Italia (campione del mondo) segnò ben due reti. Una all'andata, e una al ritorno.
Roba da raccontare ai nipotini.
Anche perchè di mestiere fa il carpentiere.

Mentre certi cialtroni che appartengono a questa nazionale blasonata si sono permessi di fare i capricci, scioperando perchè non vengono pagati abbastanza. E perchè, in quanto "diversamente poveri", si rifiutavano di pagare tasse giusto un poco più alte rispetto ai comuni mortali (o quanto meno, adattate ai loro redditi con cifre a 9 zeri).
Questi cialtroni pagati a suon di milioni, che non fanno altro che rincorrere un cazzo di pallone dalla mattina alla sera come emeriti imbecilli, e che si sono messi a frignare come poppanti non appena hanno saputo che dei loro 10 milioni di euro a stagione lo Stato gliene avrebbe presi circa 100 mila per far fronte alla crisi economica, stavano rischiando di perdere contro la squadra formata da falegnami, muratori, pescatori, elettricisti, insegnanti e scaricatori di porto.

Insomma, hanno fatto la (giusta) figura degli scarpari.
Quali sono, a tutti gli effetti.
- con tutto il rispetto per gli scarpari. Quelli veri. -

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eReader&eBooks are the way!

Da oggi, 1° settembre, è in vigore la Legge Levi, altresì chiamata "Legge Anti-Amazon".
QUI c'è un articolo informativo che spiega per filo e per segno il perchè è stata fatta questa legge, cosa va a colpire e perchè colpisce la vendita online di libri.

L'unica soluzione, a mio modo di vedere, continua a rimanere la diffusione capillare di eReader ed eBooks.
Tanti eReader, e tanti eBooks.
Che permettono la lettura "a scrocco", naturalmente.

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