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Vagabond - Takehiko Inoue

1600.
Giappone.
Takezo Shinmen e Matahachi Honinden abbandonano il loro villaggio natale di Miyamoto per raggiungere la località di Sekigahara, dove sta per tenersi la battaglia finale tra i Signori della Guerra che da sempre si condividono il potere politico della nazione. In gioco, c'è il destino del Giappone stesso, ma a Takezo e Matahachi ciò non interessa: il loro unico intento è quello di combattere, prendere la testa di un generale avversario e diventare famosi, in modo da legittimare la loro forza e far vedere al mondo "quanto sono grandi".
Ma Takezo e Matahachi perdono la battaglia di Sekigahara, e trovandosi nella truppa di Toyotomi Hideyoshi, devono fuggire dal campo di battaglia...

Musashi, di Eiji Yoshikawa, è uno dei romanzi "cardine" della letteratura giapponese. Rappresenta quello che da noi può rappresentare "I promessi sposi" di Manzoni, o "Via col Vento" di Margaret Mitchell, quindi non solo uno "spaccato" di vita quotidiana di una nazione, ma anche un romanzo "fondante" dal punto di vista letterario e nazionale.
E cosa succede quando uno dei massimi autori del panorama fumettistico nipponico decide di mettere mano a questo romanzo "fondante"?
Semplice. Ne tira fuori un vero e proprio capolavoro.

Perchè Vagabond di Takehiko Inoue questo è, senza giri di parole: un capolavoro.
Musashi Miyamoto è un personaggio storico estremamente importante in Giappone (e non solo), un guerriero praticamente leggendario, la quintessenza del Bushido, oltre che un fine pittore e un ottimo scrittore (è l'autore del celeberrimo Gorin no Sho, Il libro dei cinque anelli).
Musashi prima, e Vagabond poi, raccontano la parte più importante della storia di Musashi Miyamoto (al secolo Takezo Shinmen), ovvero dalla battaglia di Sekigahara fino a quello che è ritenuto "il duello dei duelli" dai giapponesi, ovvero lo scontro sull'isola di Ganryu tra Musashi e il suo più acerrimo avversario, il maestro samurai Kojiro Sasaki.

Ma Vagabond non è un "semplice" fumetto incentrato su un fatto storico: è prima di tutto un affresco, uno spaccato di storia, cultura, folklore e tradizione; è il racconto di un percorso, sofferto e profondo; è il racconto del giovane Takezo Shinmen che diventa uomo, che si trasforma in Musashi Miyamoto, e che da uno spadaccino dal talento innato temuto da tutti per la sua brutalità e violenza (tanto da essere definito Oni, "demone"), si tramuta, attraverso lo scontro e il confronto con validi avversari e saggi maestri, in uno spadaccino più calmo, che si domanda quale sia "il senso" della via della spada.

Ed è, per l'appunto, un racconto incentrato sulla "filosofia" che ruota attorno alla via della katana, quel bushido che porta numerosi uomini a intraprendere un cammino di crescita e scoperta, che porta tantissimi alla sconfitta e solo pochi "illuminati" altri alla conoscenza.
Una conoscenza che può far affermare che un guerriero "incomparabilmente forte" non ha bisogno di una spada, poichè la propria spada è una cosa sola con l'universo circostante.

Capolavoro.
In tutti i sensi.

1 commento:

  1. Buta, devi fare molto più spesso quesse recensioni veloci. Ormai compro solo libri, fumetti e g. novel consigliate da te.

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