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La foto della Settimana: La collezione fumettistica di un nerd

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Questa che vedete è solo una piccola parte della mia collezione fumettistica.
Ho cominciato a collezionare fumetti sin da quando ho imparato a leggere: assieme ai libri, la mia famiglia non mi faceva mai mancare il numero di Topolino, di Tiramolla, di Dylan Dog o di Superman, di cui ho la serie completa dalla morte (con tanto di albo che precede proprio questa nuova saga) fino al doppio Superman energetico. Ero piccolo quando mi comprarono il volume della morte di Superman, non ci capivo un granchè, ma adorando l'Uomo d'Acciaio mi compravo gli albi dell'allora Play Press con i soldini della paghetta.

Poi, a 10 anni, ho cominciato a leggere manga. 
Ovviamente con Dragon Ball.
E nel corso degli anni i fumetti sono aumentati sempre di più, fino a occupare tutti i più oscuri angoli di casa mia, tanto che sono stato obbligato (e lo sono ancora) a parcheggiare serie intere a casa di fidanzata e amici, se non a venderne parecchie in blocco (anche a malincuore) per cercare di fare spazio.

Oltre agli acquisti, ho avuto la fortuna di crescere ed essere amico di persone che, come me, leggevano tantissimo. Al liceo, eravamo arrivati al punto che sommando gli acquisti di 5-6 di noi, riuscivamo a coprire praticamente tutto ciò che di "fumettoso", sia dal punto di vista dei manga che dei comics, veniva pubblicato in Italia.

Goduria allo stato puro, credetemi.

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Top 5: Supereroi

Inauguriamo questa versione "nerd" de Il Viagra della Mente con una Top 5 sui cinque supereroi che preferisco e che, inevitabilmente, non mi dispiacerebbe, in una prossima vita, impersonare in un modo o nell'altro. Leggendo indistintamente ogni tipologia di fumetto, e potendo asserire che i protagonisti dei manga sono, a tutti gli effetti, dei supereroi di "occidentale concezione", non stupitevi qualora, in questa particolare classifica, ne dovreste trovare qualcuno.
Ovviamente, come le precedenti Top 5, anche questa non ha pretese oggettive e rispecchia unicamente quelli che sono i miei gusti personali.

Un ringraziamento particolare ad Alex, che con questo post ha ispirato il movimento SPOMACAVE, "Supereroi più o meno affascinanti che avrei voluto essere", di cui al momento fanno parte anche Davide e Francesco.


5° Posto: Kick Ass
Al secolo Dave Lizewski, questo supereroe piuttosto giovane (tanto nell'età, quanto nella storia editoriale) è entrato prepotentemente e sin da subito a far parte del novero dei miei supereroi preferiti scalzando dalla posizione due mostri sacri che convivevano a pari merito, ovvero il Joker e Darkseid.
Il perchè è presto detto: pur non avendo particolari poteri - se non delle placche metalliche che gli rivestono le ossa e gli conferiscono una resistenza decisamente migliore della media - Dave, tramutandosi in Kick Ass rappresenta a tutti gli effetti ogni singolo lettore di fumetto, che sin dalla più tenera età, almeno una volta nella vita ha pensato: "Ma perchè nel mondo reale non esistono i supereroi?"
Capolavoro di Millar e John Romita Jr., Kick Ass rappresenta il punto più alto di quella che possiamo definire come "smitizzazione" dell'eroe classico.
QUI una recensione sulla Graphic Novel



4° Posto: Magneto
Conosciuto ai più come Eric Magnus Lehnsherr, quando invece il suo vero nome è Max Eisenhardt (QUI una recensione su Magneto: Testamento), Magneto rappresenta il classico villain a cui, per quanta violenza, terrore, morte e distruzione semini, in fin dei conti, non gli si può dare torto.
Ha un potere che gli consente di avere il controllo sui metalli e sui campi elettromagnetici, il che gli dà la possibilità di volare, creare barriere e di essere una delle creature più potenti su tutta la terra.
Il pensiero di Magneto è chiaro e limpido: se l'Uomo Superior rappresenta la tappa successiva dell'evoluzione umana, non c'è posto per le persone sulla terra, soprattutto se queste perseguiscono il fine di tenere sotto controllo i mutanti. Essendo ebreo, avendo vissuto il dramma della discriminazione razziale e dell'Olocausto, Max sa di quali orrori siano capaci gli uomini, avendoli provati tutti direttamente sulla propria pelle.
Ecco perchè non può permettere che un nuovo orrore si perpetri (di nuovo) su quelli della sua razza.
Ecco perchè rappresenta l'ala più intransigente dei mutanti.
Ed ecco perchè non gli si può dare torto, ed è uno dei miei supereroi preferiti.



3° Posto: Freezer
Tra tutti i villain presenti all'interno di un manga non c'è n'è uno che arrivi alla perfezione di Freezer.
Freezer è tutto ciò che deve essere, e ha tutto ciò che deve avere, un cattivo:
- è malvagio oltre ogni misura, tanto da arrivare a sterminare la popolazione di un intero pianeta provocando, di fatto, un vero e proprio genocidio;
- ha un ego smisurato, che lo porta a ritenersi (a ragione) il più potente essere dell'universo;
- è il più potente essere dell'universo e ha una forza pressochè illimitata (fino alla comparsa dei Super Saiyan), tanto da avere alle sue dipendenze gli eserciti di interi pianeti, e il controllo degli stessi pianeti;
- ha un design accattivante.
Impossibile non amarlo e lasciarlo fuori da questa Top 5.


2° Posto: Batman
Il prototipo dell'antieroe.
Batman rappresenta tutto ciò che un "supereroe" normale non è. Sopperisce alla mancanza di superpoteri non tanto con un fisico ultrallenato, o con una serie di "giocattolini" ipertecnologici che il più delle volte gli consentono di avere la superiorità tecnico/strategica sui suoi avversari, quanto con un'intelligenza fuori dal comune che lo rendono, a conti fatti, il più grande Detective del mondo.
Bruce Wayne, multimiliardiario di Gotham City che si cela sotto la maschera del Cavaliere Oscuro, altri non è che la "maschera" di Batman stesso. Un personaggio straordinario, che sotto certi aspetti, e dal punto di vista psicologico-psichiatrico, è malato allo stesso modo degli avversari che si trova di fronte.
Ma che per la sua intransigenza, e la sua instancabile lotta al crimine, rimane forse un unicum nell'universo fumettistico.
Sicuramente, buona parte dei post del mese di Agosto di questa versione "nerd" del Blog si occuperanno di una "breve" analisi di questa figura, analizzando nello specifico quattro graphic novel che, a mio avviso, sono imprescindibili se si vuole comprendere appieno la grandezza di questo personaggio: Batman - Anno Uno, Batman - Il ritorno del Cavaliere Oscuro, Batman - Cos'è successo al Cavaliere Oscuro? e The Killing Joke.
Stay Tuned.


1° Posto: Superman
Basterebbe il discorso che Bill fa a Beatrix Kiddo sulla filosofia dei supereroi e sul perchè Superman sia il suo eroe preferito per spiegarvi perchè, anche per me, lui è il mio preferito.
Ma forse non basta.
Chi legge (o ha letto) Superman, ancor prima di quel memorabile spezzone cinematografico, sapeva perfettamente che Superman - o meglio, Kal El -, è Superman, e Clark Kent è il modo in cui Kal El critica gli esseri umani. Quello che Bill dimentica di dire a Beatrix Kiddo però è che se Clark rappresenta "il peggio" dell'uomo, Superman si fa portavoce di quanto più bello, puro e buono ci sia sul nostro mondo.
Incarna quegli ideali del kalòs kài agatòs di Omeriana memoria, è di fatto una sorta di "Dio Solare" che tutto vede e tutto ascolta (e non è un caso che tragga il proprio potere dal sole giallo della Terra), ed è quella figura "salvifica" di ogni essere umano ha bisogno e a cui, prima o poi, chiede aiuto.
Se Batman rappresenta il "lato intransigente e oscuro" della Giustizia, Superman incarna a pieno titolo quello che è il trionfo del bene sul male.


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Per un'estate molto "nerd", visita Il Viagra della Mente!

Che fosse la versione estiva de "Il Viagra della Mente" lo sapevate già.
Che avessi il proposito di "tematizzare" Il Viagra della Mente durante questo mese estivo non lo potevate sapere - e in effetti non lo sapevo nemmeno io fino ad oggi.
Ad agosto voglio provare a fare un esperimento: ho notato che l'85% dei miei post riguardanti fumetti e manga sono sempre tra i primi risultati su Google.

Non ho lavorato al sito a livello di indicizzazione, e non l'ho seguito dal punto di vista SEO come ho fatto per quello su One Piece. Tralasciando il post su Les Dents de la Nuit (aka Vampire Party) che fa un botto di visite, la metà del traffico proviene da ricerche di fumetti e affini.

E allora questo agosto sperimento e settorializzo: sui 3-4 post settimanali, almeno due saranno incentrati su fumetti o manga.
Per lo più graphic novel.

Vediamo che succede.
Per un'estate molto "Nerd", visita Il Viagra della Mente.
Non te ne pentirai!
- forse -

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Amy Winehouse morta: giornata di lutto (inter)nazionale

Un minuto di silenzio per tutti i baristi e gli spacciatori rimasti senza lavoro dopo la morte della Winehouse...

E come sempre, in queste giornate dove tutti si ritrovano a esprimere cordogli inutili, ricordi appassionati e vomitatevoli, a essere fan sfegatati del caro estinto senza neppure sapere chi fosse oppure ad esaltarne le latenti qualità morali, giunge rapido Simone con la sua genialità, la sua battuta, la sua arguzia e la sua cattiveria.
Lo adoro, quest'uomo. Davvero.

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Marvel Noir: Iron Man

Vigilia della Seconda Guerra Mondiale.
Tony Stark, inventore, industriale e multimiliardario, trascorre le sue giornate all'insegna dell'avventura. Dimentico dei suoi doveri di magnate delle industrie Stark, passa da un'avventura all'altra, alla scoperta di tesori mitici e mitologici. Il problema è che la ricerca dei tesori nasconde un segreto: Tony Stark soffre di una malattia cardiaca che lo sta uccidendo, ed è alla ricerca di un "qualcosa" che possa permettergli di sopravvivere.
Il Tridente di Nettuno, che forniva energia all'intero continente di Atlantide, sembra perciò fare al caso di Stark, che si mette alla sua ricerca.
Peccato però che non sia il solo: i nazisti, guidati dal capo della divisione scientifica del Reich, il Dottor Zemo (altrsì noto come Dottor Morte) e dal comandante Strucker sono sempre dietro l'angolo...


Continua la lettura degli albi della serie Noir della Marvel.
Dopo Spiderman Noir e Occhi senza un volto, è il turno dell'albo di Iron Man.
Un albo che però si differenzia, e di molto, dalle atmosfere cupe e puramente noir di quelle dedicate all'arrampicamuri. La graphic novel infatti è incentrata più sull'avventura tipica dei fuilletton di fine '800 e inizio '900, o quei romanzi d'appendice che vedevano avventurieri spreguidicati alla ricerca di fantomatici tesori o paesi mitici come Atlantide, o El Dorado.

Giusta la scelta di non "rabbuiare" Tony Stark e dedicargli un fumetto incentrato sulla ricerca e l'avventura: si sarebbe incappati nell'errore di trasformarlo praticamente in Batman (già il Peter Parker della versione noir, in quanto vigilante mascherato segnato dai tormenti e dal rimorso ci andava paurosamente vicino, pur rimanendo una ottima versione "alternativa" del classico arrampicamuri).

Iron Man Noir è estremamente godevole, si fa leggere, diverte e riserva un paio di colpi di scena davvero niente male. Su tutti, fa la figura del gigante Namor, qui in versione "piratesca" e comandante della Dorma, che ricorda (a ben donde, e soprattutto dal punto di vista grafico) il "nostro" Corto Maltese.

Paradossalmente, l'armatura di Stark e quella di War Machine (ideate dal padre di Tony per fare in modo che sostituissero le persone durante un'eventuale guerra) sono orpelli che servono "solo" per sbrogliare la situazione e liberare Pepper Potts dalle grinfie dei nazisti: il cuore dell'albo sta tutto nella godibilissima e genuina avventura.

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Racconti di vita (vissuta per finta?) #3: Carta a terra

L'uomo sale sulla metropolitana e si siede.
Davanti a lui prende posto una signora sulla cinquantina, capelli nerissimi freschi di tintura, pelle tirata e botulinata, colorito della faccia rosso pompeiano dovuta a una più che probabile intensa giornata di mare, vestito "fashon" da spiaggia per sembrare più cool, espressione schifata e snob.
Il treno parte.
La signora si guarda intorno, apre la borsa, tira fuori un pacchetto di fazzolettini di carta.
Ne estrae un paio, si alza, e comincia a pulire il seggiolino ove si era appena seduta, con cura quasi maniacale. Quindi, a pulitura ultimata, dopo essere tornata a sedersi, appallottola i fazzolettini, li butta a terra, e con la suola della ciabatta cerca di nasconderli sotto al sediolino.
L'uomo se ne accorge.
Si china, raccoglie i fazzoletti buttati dalla signora e li appoggia sulla sua borsa. "Questi sono suoi", dice.
La signora, non potendo arrossire per via dell'abbronzatura che la fa sembrare già di suo più simile a una ciliegia che a un essere umano, diventa blu. "Quando sarei scesa, l'avrei buttati", abbozza.
"E perchè cercava di nasconderli sotto al sediolino?", incalza l'uomo. "Non mi sembra proprio il modo di agire di chi avrebbe l'intenzione di buttare questa carte sporche."
La signora ha un moto di stizza, con un gesto brusco della mano getta di nuovo i fazzoletti sporchi a terra. "Ma che me ne fotte!"
"Signora", replica l'uomo raccogliendo ancora le carte da terra e dandole alla donna, "Ma non lo vede come stiamo combinati qua a Napoli? E' colpa di gente come lei se siamo sommersi dalla spazzatura..."
"Ma che cazzo me ne fotte!", ripete la signora urlando e guardandosi intorno per cercare consensi tra i passeggeri. "La colpa è tua! Anche tu butti le carte a terra!"
L'uomo scrolla il capo. "Fino a prova contraria chi in questo momento ha gettato carte a terra in un luogo pubblico, commettendo un atto incivile, è lei, signora. Dovrebbe solo vergognarsi, sa? Non solo è una persona maleducata e incivile, ma nega l'evidenza addossando le sue colpe sugli altri. Si vergogni."
"Ma vergognarmi di cosa? Io non mi vergogno! Lo fanno tutti! Lo fanno tutti!", sbraita la signora, agitando le braccia e buttando i fazzolettini a terra per la terza volta.
L'uomo si abbassa di nuovo e raccoglie ancora una volta i fazzoletti della signora, che adesso si alza e se ne va, cambiando carrozza, tra un'alzata di spalle e l'indifferenza generale.

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La saga cinematografica di Harry Potter

Con la seconda parte del settimo capitolo, si conclude definitivamente la saga cinematografica di Harry Potter.
Saga molto amata, ma che ha diviso e continua a dividere pubblico e critica.

Per quanto mi riguarda, a parte i primi due film diretti da Chris Columbus, pressocchè perfetti e quasi identici alle loro controparti cartacee, e il quarto, relativamente ben fatto, gli altri film mi hanno dato la sensazione di essere mere operazioni commerciali atte a produrre ulteriori quattrini da una saga letteraria che ha spopolato in tutto il mondo.

Per carità, operazione legittima: è divenuta quasi una consuetudine che se una cosa produce soldi, bisogna spremerla fino alla fine in modo da farci uscire anche l'ultimo quattrino disponibile.

Ma se magari un film come "Il Signore degli Anelli", magistrale nella regia e in tutti e tre i film, è una di quelle pellicole che può essere vista, e che è destinata a diventare col tempo un "classico" di quelli da vedere e rivedere anche se non si è mai letta mezza riga del mattoncino di Tolkien, questo non può avvenire con i film di Harry Potter.

Il che è un peccato.

Un mondo fantastico e fantasioso ridotto a cinque film bruttini, stiracchiati e squallidi, affidati a un regista mediocre (Cuaròn) e a uno incompetente e sconosciuto (Yates) che hanno fatto scempio di un mondo magico eccezionale, il vero punto di forza dei libri.

Stendiamo poi una trapunta pietosa sulla scelta di Radcliffe per interpretare Harry Potter: è talmente incapace e inespressivo che se al suo posto ci fosse stato un comodino avrebbe saputo recitare meglio...

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L'opera che ti rimane in testa...

Quando leggo un libro o un fumetto, oppure quando vedo un film o un telefilm, penso sempre che l'opera "in questione" era meritevole di lettura o di visione se ha suscitato in me uno di questi due elementi:
1)- se c'è una scena che mi ha particolarmente colpito, emozionato, e che so rimarrà indelebile nella mia testa;
2)- se alla fine della lettura mi viene da pensare: "Maledizione, ma perchè a una storia così non c'ho pensato io? E' geniale!"

Per fare un esempio pratico, al primo "elemento" appartiene Il Nome della Rosa. Tralasciando il fatto che sia il mio romanzo preferito, se anche non lo fosse, lo metterei nell'elenco delle opere meritevoli che ti rimangono in testa anche solo per la descrizione del portale che raffiugura l'Apocalisse biblica.
Ricordo che quando la lessi rimasi a bocca aperta, estasiato da quella descrizione. Descrizione che si è marchiata a fuoco nel mio cervellino.

Il secondo elemento è un po' più raro da "trovare".
Ma capita.
Negli ultimi tempi, per esempio, è successo solo con Primo (che ho trovato davvero splendida come lettura) o con qualche puntata del Doctor Who (i cui sceneggiatori devono essere davvero dei geni del male per sfornare puntate epiche, spettacolari, divertenti, intelligenti e argute).

E voi?
Ci sono opere che vi rimangono in testa solo per pochi particolari, o perchè vi dispiace che non siano state partorite da voi? E se sì, quali sono?

Ps: e se vi state chiedendo cosa ci faccia Freezer come immagine del post, la risposta la trovate in una di quei due elementi di cui sopra...

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The tree of life - Terrence Malick

Quello che quest'anno ha vinto la Palma d'Oro a Cannes è un film completo, complesso, complicato.
Un film spiazzante, soprattutto.
A quasi un mese di distanza ancora non sono in grado di dire se mi sia piaciuto o no.
Sta di fatto che è impossibile non rimanere stupefatti di fronte allo "spettacolo" che Malik ci propone: lo spettacolo della vita, sia essa quella "semplice" e "normale" di una famiglia americana degli anni '50, o quella più universale, che racchiude il mistero dell'origine dell'universo, del sistema solare, e della nostra Terra.

Non si può non ammirare, di questo film, le inquadrature particolari, con il sole - la vita - quasi sempre presente: dai primi passi di un bimbo aiutato dal genitore, all'amore di tre fratelli, passando per il Big Bang, un dinosauro magnanimo e il mistero della morte, che facendo parte della vita, si fonde con essa.

E' un film, The tree of life, che si presta a molteplici chiavi di lettura: non disturba nemmeno la sottile vena "religiosa" che permea tutto il film e che li porta a fare domande che tutti quanti noi ci facciamo: Qual è il senso della vita? Chi siamo? Dove andiamo? Cos'è la morte?

Forse, l'unica nota stonata è il finale, che io personalmente ho trovato abbastanza incomprensibile: si tratta infatti di una sorta di "delirio mistico" (o almeno, io così l'ho recepito), che non viene minimamente "spiegato", e lascia lo spettatore abbastanza straniato.

Soprattutto perchè si tratta della chiusa di un film particolare, che può piacere o non piacere, ma che andrebbe visto quasi esclusivamente per il superbo taglio registico imposto da Malick.

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Siti&Blog Consigliati

Ed ecco a voi una serie di siti e di blog che mi sento di consigliarvi.
Sono quelli che seguo di più, che leggo e che - ogni tanto, causa anche pigrizia cronica - commento.
Fateci un salto, che ne vale davvero la pena!
Se poi siete interessati a uno scambio di link, contattatemi via mail. :)

One Piece - Devil's Fruit Site - Il sito su One Piece che gestisco, uno dei primi in Italia

Devil's Fruit Forum
- Il primo e più importante forum in Italia su One Piece

Plutonian Experiment
- Il blog di Alessandro Girola (Scrittura, cinema, ucronia, recensioni)

Cyberluke Human Blog - Il blog di Luca Morandi (cinema, tecnologia e grafica assai figa)

Book and Negative - Il blog di Germano (cinema, recensioni)

The Trafamaldore files - Il blog di Francesco Moretta (recensioni, cinema, comics)

Ariano Geta - Il blog di Ariano Geta (pensieri, scrittura, narrativa)

Strategie Evolutive - Il blog di Davide Mana (narrativa, scrittura)

Vite di Carta - Il blog di Paolo Ungheri (libri, fumetti, scrittura)

Il futuro è tornato - A.A.V.V. (fantascienza)

Angelo Benuzzi - Il blog di Angelo Benuzzi (attualità, storia, politica, scrittura)

Buona apocalisse a tutti! - Il blog di Lorenzo Ladogana (fumetti, recensino, life)

Cervello Bacato
- Il blog di Cervello Bacato (fumetti, recensioni, scrittura)

Caverna di Platone - Il blog di Domenico Guastafierro (recensioni, fumetti)

Helldoom's Reign - Il blog di Domenico Attianese (shottini, fumetti, recensioni, scrittura)

Minuetto Express - Il blog di Giovanni Grotto (recensioni, film, fumetti, letteratura)


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Kalokagathia e Ucronie Impure: ecco il link per il download!

Ricordate il concorso Ucronie Impure a cui avevo partecipato (e che avevo anche vinto)?
No?
- brutti animali che non siete altro! -

Ad ogni modo, da oggi è disponibile in download gratuito l'ebook antologico che racchiude i 10 racconti migliori di quel concorso (compreso il mio, ovviamente).
Potete scaricare Ucronie Impure QUI.

Oppure, se non sapete come leggere il formato ePub dell'eBook, QUI trovate solamente il mio racconto in PDF.

Se avete amato l'Iliade, l'Odissea e 300, può darsi che Kalokagathia faccia al caso vostro...
Buon download, buona lettura, e se leggete il racconto, fatemi sapere cosa ne pensate!

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Ritornando a parlare di Videogames...

Leggevo l'altro giorno questa interessantissima intervista a Yuji Naka, il "papà" del mitico Sonic, che quest'anno compie ben 20 anni.

Ad una domanda specifica del giornalista sul fatto che i videogames "retrò" stiano vivendo una seconda "giovinezza", Naka risponde testualmente:
La semplicità di quei giochi dava la possibilità agli utenti di capire subito cosa fare per vincere e cosa non fare per evitare di perdere, delle regole chiare sono per me la chiave del divertimento. Ecco perchè molti titoli, riscoprendo la semplicità del passato, stanno riscuotendo così grande successo oggi.

Ecco, mai stato più d'accordo con un'affermazione del genere.

I videogames anni '80 - '90, la "golden age" videoludica, è stata - ed è a mio avviso tutt'oggi - insuperabile e insuperata.

Giochi quali Super Mario, Streets of Rage, Street Fighter, Sonic, e altri, se giocati oggi, oltre ad essere estremamente godibili e giocabilissimi, sono ancora attuali e non risentono del passaggio del tempo.
Sono divertententi, ben strutturati e fanno ancora divertire chi gioca.

In genere questa "definizione" rende un prodotto (qualunque esso sia) un "Classico", ed è fuori di dubbio che questi giochi siano dei classici.

La semplicità, come dice Naka, è la chiave che li rende sempreverdi.
Con Sonic, per esempio, sai che da un punto "A" devi arrivare a un punto "B" collezionando i mitici anelli dorati, uccidendo i robot al cui interno sono intrappolati dolcissimi animaletti, e sconfiggendo alla fine del secondo o del terzo stage il cattivissimo dottor Robotnik (o Eggman, a seconda di come lo si voglia chiamare).

Una struttura semplice e al contempo dinamica, che ancora oggi funziona e non accusa il passare degli anni.
Cosa che non si può certo dire, volendo fare un esempio, con la quasi totalità dei giochi della prima Playstation che risentono pesantemente del cambio di "generazione", sia dal punto di vista grafico che videoludico.

Io per esempio non ho saputo dire di no all'acquisto di Sonic 2 e a Streets of Rage 2 su PSN, nonostante abbia entrambi i giochi per il Mega Drive, ancora conservato e perfettamente funzionante (insomma, 2 dei miei giochi preferiti - in assoluto - su PS3 in HD non potevo lasciarmeli sfuggire).

Non c'è nulla da fare...I videogames che ormai sono "retrò" si difendono benissimo ancora oggi. E voi "ccciovani" che non avete mai giocato a roba come Sonic o Super Mario...correte a recuperarli!


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Uncharted 3 - Beta Online Multiplayer

Disponibile già dalla settimana scorsa per gli utenti PSN Plus, e da un paio di giorni per noi comuni mortali "non plus", la Beta Online del Multiplayer di Uncharted 3.

Il materiale disponibile è di ottima fattura, sebbene si tratti solo di una versione di prova. La sensazione comunque è che, nonostante il prodotto sia qualitativamente alto, ci sia stato dato un qualcosa di "grezzo".
E se questa beta è allo stato grezzo, ci possiamo aspettare tantissime cose dal nuovo parto di Naughty Dog.

La beta offre la possibilità di impersonare Nathan Drake, Victor Sullivan, e un non meglio indicato "cacciatore".
Sin da subito sono lampanti le novità rispetto all'online di Uncharted 2.

La possibilità di personalizzare il proprio giocatore è forse la più evidente: si può decidere tutto della propria controparte digitale, dai vestiti, agli stemmi, alle armi iniziali, fino al colore della pelle. Non mancano i miglioramenti alle armi e alle abilità.

Fin'ora ho avuto modo di giocare giusto un quarto d'ora, e gli stage disponibili erano solo due: un hangar di un aeroporto e un castello diroccato.
Fantastica la nuova opzione "tutti contro tutti": io che in genere sono un pippone con gli sparatutto, l'ho sentita subito mia. Sarà che non appena vedo qualcosa che si muove comincio a sparare all'impazzata, ma avere ogni singolo giocatore "contro" mi è più congeniale rispetto un più classico "squadra vs squadra".

Complimenti a Naughty Dog che con questa Beta ha creato un hype strepitoso nei confronti di Uncharted 3 - Drake's Deception, che uscirà a Novembre.

Non vedo l'ora di metterci le mani sopra - quando lo troverò usato a un prezzo umano, chè spendere 70 euro per un videogames, per quanto mi riguarda, è pura follia -.

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Il Viagra della Mente - Summer Mode On

Non so da voi, ma qua a Napoli fa caldo.
Talmente caldo che ogni singola azione, anche la più infinitesimale, costa fatica.
E sudore.
Letteralmente sudore.
Sudore che gronda...

- il vostro "Che schifo!" l'ho sentito, che vi credete? -

E allora Il Viagra della Mente passa alla versione "estiva".
Che tradotto significa "Un post un giorno sì e uno no" fino a settembre.

Non vi abbandono, ma le forze, la calura e l'arsione perenne non mi permettono di scrivere un post al giorno, fosse anche di poche parole.
Che ci volete fare, io sono un animale invernale che sta bene a temperature sotto lo zero...

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Il gusto degli altri: da cosa dipende?

Si parlava, l'altro giorno in ufficio, del "ritiro dalla vita di rockstar di Vasco Rossi".
Per quanto mi riguarda ritengo il Vasco Nazionale un mediocre cantante, assolutamente non "rocker", che in 30 anni ha sfornato solo 4-5 canzoni degne di nota - e ora linciatemi pure, se volete -, e proprio in virtù di queste esternazioni ne è venuta fuori una discussione su quello che possiamo riassumere come "il gusto degli altri".

Da cosa dipende il fatto che una certa "cosa" possa piacere oppure no?

Perchè a me Vasco Rossi non piace, mentre magari "tu" ci vai pazzo?

Formazione personale e/o culturale?
Trasmissione (o mancanza di trasmissione) di emozioni?
E ancora: cosa ci fa decidere che un qualcosa possa essere riconosciuto come "oggettivamente" e "universalmente" valido?

Per esempio, in base a quali canoni possiamo accettare "universalmente" che la voce di Mina è splendida, mentre quella di un "Gigi D'Alessio" (con tutto il rispetto per chi lo segue, eh) fa veramente schifo?

Ovviamente il discorso è valido per ogni campo artistico (e non solo).
Se vi va, sentitevi liberi di dire la vostra al riguardo.

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