L'uomo sale sulla metropolitana e si siede.
Davanti a lui prende posto una signora sulla cinquantina, capelli nerissimi freschi di tintura, pelle tirata e botulinata, colorito della faccia rosso pompeiano dovuta a una più che probabile intensa giornata di mare, vestito "fashon" da spiaggia per sembrare più cool, espressione schifata e snob.
Il treno parte.
La signora si guarda intorno, apre la borsa, tira fuori un pacchetto di fazzolettini di carta.
Ne estrae un paio, si alza, e comincia a pulire il seggiolino ove si era appena seduta, con cura quasi maniacale. Quindi, a pulitura ultimata, dopo essere tornata a sedersi, appallottola i fazzolettini, li butta a terra, e con la suola della ciabatta cerca di nasconderli sotto al sediolino.
L'uomo se ne accorge.
Si china, raccoglie i fazzoletti buttati dalla signora e li appoggia sulla sua borsa. "Questi sono suoi", dice.
La signora, non potendo arrossire per via dell'abbronzatura che la fa sembrare già di suo più simile a una ciliegia che a un essere umano, diventa blu. "Quando sarei scesa, l'avrei buttati", abbozza.
"E perchè cercava di nasconderli sotto al sediolino?", incalza l'uomo. "Non mi sembra proprio il modo di agire di chi avrebbe l'intenzione di buttare questa carte sporche."
La signora ha un moto di stizza, con un gesto brusco della mano getta di nuovo i fazzoletti sporchi a terra. "Ma che me ne fotte!"
"Signora", replica l'uomo raccogliendo ancora le carte da terra e dandole alla donna, "Ma non lo vede come stiamo combinati qua a Napoli? E' colpa di gente come lei se siamo sommersi dalla spazzatura..."
"Ma che cazzo me ne fotte!", ripete la signora urlando e guardandosi intorno per cercare consensi tra i passeggeri. "La colpa è tua! Anche tu butti le carte a terra!"
L'uomo scrolla il capo. "Fino a prova contraria chi in questo momento ha gettato carte a terra in un luogo pubblico, commettendo un atto incivile, è lei, signora. Dovrebbe solo vergognarsi, sa? Non solo è una persona maleducata e incivile, ma nega l'evidenza addossando le sue colpe sugli altri. Si vergogni."
"Ma vergognarmi di cosa? Io non mi vergogno! Lo fanno tutti! Lo fanno tutti!", sbraita la signora, agitando le braccia e buttando i fazzolettini a terra per la terza volta.
L'uomo si abbassa di nuovo e raccoglie ancora una volta i fazzoletti della signora, che adesso si alza e se ne va, cambiando carrozza, tra un'alzata di spalle e l'indifferenza generale.
Davanti a lui prende posto una signora sulla cinquantina, capelli nerissimi freschi di tintura, pelle tirata e botulinata, colorito della faccia rosso pompeiano dovuta a una più che probabile intensa giornata di mare, vestito "fashon" da spiaggia per sembrare più cool, espressione schifata e snob.
Il treno parte.
La signora si guarda intorno, apre la borsa, tira fuori un pacchetto di fazzolettini di carta.
Ne estrae un paio, si alza, e comincia a pulire il seggiolino ove si era appena seduta, con cura quasi maniacale. Quindi, a pulitura ultimata, dopo essere tornata a sedersi, appallottola i fazzolettini, li butta a terra, e con la suola della ciabatta cerca di nasconderli sotto al sediolino.
L'uomo se ne accorge.
Si china, raccoglie i fazzoletti buttati dalla signora e li appoggia sulla sua borsa. "Questi sono suoi", dice.
La signora, non potendo arrossire per via dell'abbronzatura che la fa sembrare già di suo più simile a una ciliegia che a un essere umano, diventa blu. "Quando sarei scesa, l'avrei buttati", abbozza.
"E perchè cercava di nasconderli sotto al sediolino?", incalza l'uomo. "Non mi sembra proprio il modo di agire di chi avrebbe l'intenzione di buttare questa carte sporche."
La signora ha un moto di stizza, con un gesto brusco della mano getta di nuovo i fazzoletti sporchi a terra. "Ma che me ne fotte!"
"Signora", replica l'uomo raccogliendo ancora le carte da terra e dandole alla donna, "Ma non lo vede come stiamo combinati qua a Napoli? E' colpa di gente come lei se siamo sommersi dalla spazzatura..."
"Ma che cazzo me ne fotte!", ripete la signora urlando e guardandosi intorno per cercare consensi tra i passeggeri. "La colpa è tua! Anche tu butti le carte a terra!"
L'uomo scrolla il capo. "Fino a prova contraria chi in questo momento ha gettato carte a terra in un luogo pubblico, commettendo un atto incivile, è lei, signora. Dovrebbe solo vergognarsi, sa? Non solo è una persona maleducata e incivile, ma nega l'evidenza addossando le sue colpe sugli altri. Si vergogni."
"Ma vergognarmi di cosa? Io non mi vergogno! Lo fanno tutti! Lo fanno tutti!", sbraita la signora, agitando le braccia e buttando i fazzolettini a terra per la terza volta.
L'uomo si abbassa di nuovo e raccoglie ancora una volta i fazzoletti della signora, che adesso si alza e se ne va, cambiando carrozza, tra un'alzata di spalle e l'indifferenza generale.
La peggiore mentalità italiana rappresentata in un episodio tristissimo.
RispondiEliminaPurtroppo anche qui c'è chi butta le cose a terra, o fuori del finestrino della macchina, perché intanto "lo fanno tutti".
A Pisa si dice: "Se uno si butta nell'Arno, ti ci butti pure te?"
RispondiEliminaUna volta di più, si assiste al curioso fenomeno della non-interferenza silenziosa di chi assiste come ad uno spettacolo televisivo.
RispondiEliminaChe forse è peggio ancora che buttare la roba in terra.
(e ad ogni modo, è capitato anche a me, eccome).