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Il libro nero dei Puffi: La società dei puffi tra stalinismo e nazismo - Antoine Buèno

Puffi qua! Puffi là!
Ma non li troverai!
Puffi là! Puffi qua!
Forse poi ti perderai!

E se a perdersi nei meandri dell’universo inventato da Peyo fosse un giovane filosofo francese, Antoine Buèno, il quale ci racconta che il mondo degli strani ometti blu potrebbe essere nientepopòdimenochè che una società basata sulla summa totalitaria di nazismo e comunismo?
E se a questa shockante verità apportasse esempli lampanti, precisi e inoppugnabili riferendosi proprio ai fumetti dei Puffi?

Del saggio di Buèno, "Il libro nero dei Puffi", ne avevo sentito a parlare a più riprese e in maniera sempre entusiastica. L’altro giorno, in un posto del web che ufficialmente non esiste, a seguito di un discorso nerd che più nerd non si può, è tornato fuori l’argomento.
E mi sono ricordato che avrei dovuto recuperare questo tomo.

Risultato: sono andato su Amazon e l’ho trovato.
Nonostante il prezzo non proprio felice dell’edizione digitale* (6 euro e 99, limortacciloro), il puffo dentro al mio cervello ha cominciato a pungolarmi: “Puffalo! Puffalo! Puffalo!”
E quindi non ho potuto fare altro che assecondarlo, puffando l’eBook.

Un puffoso villaggio comunista(?)

Ve lo dico subito: è un gioiello di rara bellezza puffosa.
Antoine Buèno – che immagino si pronunci come lo sgnammosissimo Kinder - ha scritto un saggio preciso, puffoso e puntuale, puffando anche di aspetti piuttosto complicati del fanatismo nazi-comunista, senza però risultare mai pesante o didascalico.
Puffarbacco!

Il volume è diviso in tre sezioni:
- Un’introduzione;
- Una prima parte;
- Una seconda parte.

Nell’introduzione l’autore si para un po’ il suo puffoso deredano. Ci puffa di come Pierre Culliford, in arte Peyo, anche quand’era in vita, di tanto in tanto fosse costretto a difendersi da accuse di politicizzazione della sua opera più conosciuta e puffata.
Il bello è che il povero Peyo era quasi apolitico, e di sicuro, avendo subito l’occupazione nazista, non avrebbe mai parteggiato per coloro che, in una certa maniera, all’interno del Parlamento belga, puffavano certi ideali.

Peyo, noto nazista...

Tuttavia Buèno sostiene che non è impossibile puffare in modo scientifico e analitico di certe questioni, ed è stato mosso dalla mera curiosità, anche perché ha trovato strano il fatto che opere pop come Asterix e TinTin siano state sviscerate in ogni loro componente mentre nessuno abbia mai condotto uno studio puffoso e completo sui Puffi.

La prima parte è sicuramente la più simpatica, dato che ci viene offerta una panoramica completa sul mondo dei Puffi, sul loro villaggio e sulla loro biologia. Buèno si sofferma a raccontarci per filo e per segno come puffano i puffi, di cosa si occupano, di “come sono fatti” e di come si autoregolamentano.
Senza dimenticare lo spinoso tema della loro sessualità, ad oggi irrisolta*.

Ma i Puffi "puffavano" Puffetta?

La seconda parte è assolutamente la più bella e puffosa.
Buèno ci spiega per filo e per segno come la società utopica dei Puffi ricordi in modo sbalorditivo comunismo e nazismo, quasi come se fosse l’apoteosi della fusione di questi due regimi totalitari.
Grande Puffo, in qualità di capo indiscutibile e indiscusso del villaggio, è equiparabile a Stalin. E come il celeberrimo “baffone” era il punto di riferimento del regime sovietico, così Grande Puffo è il punto di riferimento della società puffosa.
Senza di lui, la società va in pezzi, con lui la società prospera.
E quella dei puffi è una società collettivista, letteralmente “comunista”, dove tutti sono uguali, tutti svolgono un lavoro utile, non esiste la proprietà privata, e ogni puffo rappresenta una precisa “corporazione comunitaria”.

Grande Puffo, aka Stalin

Quattrocchi è il personaggio più puffoso e interessante, nonché il più complesso dell’opera di Peyo e quello meglio analizzato da Buèno. Se Grande Puffo è Stalin, lui è Trozkij, costantemente polemico nei confronti del potere costituito, costantemente invidioso, costantemente all’opposizione.
E allo stesso tempo, rappresenta una delle figure più importanti per un regime totalitario, ovvero l’intellettuale. Colui che da una parte viene indicato come una delle piaghe della società (e perciò meritevole di punizioni – i Puffi sono quasi legittimati a prendere a mazzate Quattrocchi, che viene sempre malmenato da tutti), mentre dall’altra è una delle figure portanti dell’ideologia del regime stesso (Quattrocchi è quello che ripete come un mantra che le cose vanno fatte come dice sempre Grande Puffo; e in questo senso incarna pure la figura preposta al controllo delle masse).

Quattrocchi approva!

Gli esempi che Buèno fa, riferendosi ai volumi di Peyo sono numerosi, quasi schiaccianti. Per non parlare della teoria secondo la quale Gargamella, il nemico dei Puffi, altro non sarebbe che la rappresentazione – e la condanna – al popolo ebraico, visto nell’accezione stereotipata. Come i nazisti e i comunisti tratteggiavano un profilo classico del “cattivo ebreo” (quindi brutto, pelato, ingobbito, col nasone e ovviamente avido), Gargamella incarnerebbe tutti i clichè di quel profilo, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista “morale”.

Gargamella dà la caccia al Re dei Puffi!

Ripeto: è un libello capolavoro.
A corredo, alla fine del volume, c’è un piccolo saggio di Roberto Revello, dove l’autore, come nei pamphlet di tanto tempo fa, propone una bella antitesi, specificando che alla fine sono un folle potrebbe davvero ritenere che i Puffi fossero degli ometti “realmente” di stampo nazista e comunista.

No, perché, a giudicare da certe teorie del complotto sembra davvero che qualcuno ci creda, eh***…


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*A questo punto credo di essere davvero uno dei pochi italiani che se ne fotte oggettivamente del contenitore poiché bada unicamente al contenuto.
7 euris per un eBook.
Maremma Butica!
Fottuto puffo del cervello!

**In realtà l’autore presenta due teorie piuttosto valide, che lascio a voi il compito di scoprire per non rovinarvi la lettura! XD

***Buèno spiega che Peyo, molto probabilmente, ha infuso ai Puffi certi comportamenti che possono essere ricondotti a nazismo e comunismo in maniera del tutto inconscia.

8 commenti:

  1. I puffi nazi-comunisti mi mancavano...
    Quasi quasi provo a scrivere un saggio sulla potenziale natura omosessuale del rapporto fra John e Solfamì...

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    1. E' analiticamente impeccabile, il saggio. Anche se Buèno specifica più volte che chi ci crede per davvero a certe insinuazioni...beh, è un idiota. :D

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  2. Non so se esiste un qualcuno che da qualche parte abbia già scritto quello che sto per fare io, ma un amico mi ha lanciato un ossetto succulento, una sardona, un nido di pulci nelle orecchie.
    Una bella lettura simbolica vorrebbe che i puffi altro non siano che gli spiriti della Amanita Muscaria, che com'è risaputo oltre che cacarelle e vomitini vari provoca allucinazioni - e come molti altri allucinogeni viene utilizzato da qualche simpatico stregone/sciamano per alcune ritualità (che però non conosco). E insomma, Gargamella sarebbe uno stregone malefico che non ha capito un tubes dalla vita, che rifiuta ciò che i puffospiriti cercano di insegnargli d'essere. Il Grande puffo invece sembra più il classico Sciamano capovillaggio, e Quattrocchi lo scettico allievo, che le prende perché è il novellino che riempie di domande costantemente. Puffetta è ancora un mistero.

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  3. Dei Puffi se ne sono dette tutte: rappresentazione di una comunità crisiana, di un utopia comunista o di una loggia massonica. In realtà i Puffy nascono da un fumetto, non c'è nessun cartone pilotato. Anche se devo ammettere che sono cosi strani che uno qualche dubbio se lo fa venire.

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    1. Ma guarda che qui si parla dei fumetti, infatti, e nessuno parla di cose pilotate. Piuttosto, del semplice fatto che è molto difficile creare modelli differenti da ciò che conosciamo e soprattutto di ciò di cui si ha avuto esperienza.

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  4. Azzarola!
    Proprio ieri ho iniziato a leggere questo libro!
    Quando ho finito ripasso a commentare :)

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  5. Riguardo alla visione del villaggio dei puffi come una società comunista non sono affatto sorpreso, perché ammetto di averlo pensato pure io.
    Riguardo gli ideali nazisti invece non ne ero proprio a conoscenza, se non per il "fattore Gargamella" che rappresenterebbe lo stereotipo dell'ebreo avido e brutto.

    Che dire? Personalmente credo anche io che il buon Peyo abbia infiliato tutta questa roba in maniera quasi completamente inconscia.

    Ma poi chissene della politica dei Puffi, si sa che vogliono sapere tutti chi si bomba Puffetta e se Vanitoso è davvero omosessuale.

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