Walt ha lasciato la sua attività di signore delle metamfetamine al culmine della sua ascesa.
È ricco.
È potente.
Ha creato dal nulla, gestito e tenuto le redini di un impero criminale, affrontando minacce e avversari che avrebbero fatto tremare i polsi a chiunque.
Ma adesso è finita.
Può godersi in santa pace i frutti del suo lavoro.
O almeno, i piani erano questi, prima che il suo impero criminale fosse smascherato dal cognato Hank (capo della DEA). Il quale ha capito che il nemico che ha combattuto nel corso dell’ultimo anno era proprio Walt…
E così siamo arrivati alla fine di uno dei telefilm più magistrali della storia della televisione.
Faccio mie le parole di Marco Ferraris (alias 88Ferro): ho pietà di voi che non avete mai visto Breaking Bad.
Davvero.
Vi siete persi un capolavoro.
Un capolavoro narrativo, registisco e “personaggistico”.
Vi siete persi un telefilm che è entrato di prepotenza nell’empireo delle serie tv più belle in assoluto.
Ora è finito: avete l’occasione di recuperarlo tutto in una volta, se non vi siete mai accostati alla creatura di Vince Gilligan.
E se non lo fate, beh…continuerò ad avere pietà di voi e della vostra anima di spettatori.
Per chi non lo sapesse, Breaking Bad è una locuzione, un termine che significa sostanzialmente “Punto di Rottura”.
Una persona che, per un motivo o per un altro, non ce la fa più, ha raggiunto il suo “Breaking Bad”.
Una persona che s’è scocciata è Breaking Bad.
Uno che s’è rutt’ ‘o cazz’ è Breaking Bad.
E Walt, ‘o cazz’, se l’è rutt’ veramente solo nella penultima puntata.
Può sembrare paradossale, ma il Breaking Bad, il punto di rottura vero e proprio di Walt, si ha solo alla fine, sulle note di quello che è il main theme del telefilm.
Pensateci.
La serie di Gilligan è una metafora sui cambiamenti, sulle reazioni, sulle trasformazioni.
Chimiche, e – soprattutto – umane.
Visto con occhio superficiale, Breaking Bad è la storia di un professore di liceo, che dopo aver scoperto di avere un cancro incurabile ai polmoni, stanco della sua vita mediocre, decide di assicurare un futuro alla propria famiglia divenendo il più importante produttore di metamfetamine americano.
Perché è un genio.
Apparentemente, la metamorfosi da professore a signore della droga è lenta, graduale, costante.
Ma è solo apparente.
Perché Walter White, genio della chimica, lo è sempre stato.
Perché Walter White non si è mai trasformato in Heisenberg: lo era già, sin dall’inizio.
Se non lo fosse stato, non avrebbe mai avuto il coraggio di impelagarsi in una faccenda del genere, né il sangue freddo di ammazzare una persona al primissimo intoppo (ce lo ricordiamo, no? Succede tutto nella primissima puntata). In tre giorni, se non sei già quello che sei, non picchi i bulletti che tiranneggiano tuo figlio, e non impari a fare (e ad essere) un criminale soverchiando quello che era il più potente signore della droga prima di te.
Tutte queste qualità Walter White le ha sempre avute.
Heisenberg è sempre stato lì, da qualche parte, addormentato, sopito, pronto ad uscire fuori alla prima occasione buona per mostrare a tutti le sue doti geniali e le sue qualità eccezionali.
Quella del cancro e dell’assicurare un futuro alla propria erano solo delle banali scuse per giustificare (moralmente e materialmente) la propria ascesa criminale e il proprio riscatto personale. Se Walt si fosse solamente tramutato in Heisenberg per raggiungere gli obiettivi che si era prefissato, avrebbe lasciato tutto nel momento in cui, quegli obiettivi, li aveva pienamente raggiunti.
E invece no.
Abbattendo sistematicamente un paletto morale dopo l’altro, Walt non si è mai più fermato.
Perchè Walt è sempre stato Heisenberg.
Perché quello che faceva gli piaceva, e lo faceva sentire vivo.
Perché l’impero criminale da lui creato era la testimonianza vivente del suo genio, delle sue potenzialità, della sua creatività.
Genio e potenzialità che, per un motivo o l’altro, sono sempre state frustrate e mai riconosciute.
Nel corso della sua ascesa a signore della droga, Walt non ha mai raggiunto il suo Breaking Bad.
Non si è mai veramente rutt’ ‘o cazz’.
Non poteva permetterselo, perché doveva rimanere sempre lucido, sempre freddo, sempre calcolatore.
A differenza di tutti i grandi villain mafiosi, Walt vince sempre, fino alla fine, perché è una persona estremamente intelligente. Il suo unico difetto, che trascinerà nel baratro chi gli sta intorno, è la vanità.
Walt vuole che il suo genio, la sua creatività, il suo estro sia riconosciuti, siano tangibili.
Ecco perché si arrabbia quando tutti credono che Gale Boetthiger sia Heisenberg; ecco perché conserva in bagno il libro con dedica che proprio Gale gli aveva regalato; perché Walt è sempre andato alla ricerca di un riconoscimento che non gli è mai arrivato, se non quando ha fatto il criminale.
Walt non va in Breaking Bad quando sa del cancro e decide di cucinare metamfetamine;
Walt non va in Breaking Bad quando deve vedersela con Gus Fring;
Walt non va in Breaking Bad quando è costretto ad andarsene, quando i nazisti gli hanno rubato i soldi, e quando la sua famiglia preferirebbe che fosse morto;
Walt non va in Breaking Bad nemmeno quando tutto è precipitato, perché tutto il mondo sa di questi fatti, e gli tributa la grandezza che gli spetta in qualità di Heisenberg, signore della droga.
No: la vera trasformazione, il vero Breaking Bad, quello che porta alla reazione finale, si ha solo alla conclusione del processo.
Walt raggiunge il suo Breaking Bad quando il suo lavoro viene messo in discussione dagli altri fondatori della Grey Matters, la società che aveva creato quand’era un brillante ricercatore.
Walter White, secondo gli altri fondatori, non esiste più. Si è trasformato in qualche altra “cosa”.
E dato che Walter White è sempre stato Heisenberg, la negazione del suo lavoro in qualità di scienziato è un affronto alla sua vanità, e scatena in lui il vero Breaking Bad.
Walt ed Heisenberg (due facce della stessa medaglia) s’hann’ rutt’ ‘o cazz’.
Non hanno più nulla da perdere.
E vincono, una volta e per sempre.
Sistemando tutti gli affari
Decretando la grandezza del personaggio.
E di un intero telefilm.
Magistrale.
---------------
E adesso che Breaking Bad è finito, che cosa ci recuperiamo?
Io direi che possiamo concentrarci su tre-quattro titoli che sono assolutamente all’altezza dell’opera di Gilligan.
Di House of Cards ne abbiamo parlato abbondantemente QUI.
Se vi sentite orfani di Walter White, sono sicuro che Jack Underwood saprà rimpiazzarlo alla grandissima. Per quanto mi riguarda, se Breaking Bad è stato il miglior telefilm di questa decade, House of Cards è decisamente il miglior telefilm del 2013.
Se invece non volete lasciare gli imperi criminali, c’è Boardwalk Empire, ambientato negli anni del proibizionismo ammeregano. Avete (anzi, abbiamo) quattro stagioni da vedere. Belle lisce. Illo tempore guardai il pilot della serie, diretto da Martin Scorsese. Mi sembrò talmente sontuoso che non sapevo se focalizzarmi sulla storia, su sottotitoli, sulla scenografia, sulla fotografia o sugli attori. In lingua originale mi perdevo: troppa bellezza. Decisi di aspettare la serie in italiano. Ora è venuto il momento di recuperarla.
E poi ci sono tre telefilm che credo siano molto belli (e che la critica elogia tantissimo): sto parlando di Downtown Abby, Mad Men e Person of Interest.
Insomma, siamo orfani di Walter White: ma non è La Fine del Mondo.
Per lo meno, non ancora.
Per quello, aspetto di parlarvi del film di Edward Wright.
HASHTAG DEL GIORNO
#GoodbyeBreakingBad: anchio voglio #Heisenberg come #professore
-----------
MOMENTO PARACULO 2
Approfitto dell'articolo su Breaking Bad per sponsorizzare Una Lunga Nottata, secondo eBook sommobutico che sbarca su Amazon. E' un horror, con mostri, "zombie", frattaglie, sangue e tutte le cose che piacciono a voi.
Apparentemente non ha nulla a che fare con Breaking Bad, eccetto per un particolare: i protagonisti del libro sono dei criminali affermati.
E - non per vantarmi - molto più "potenti" di Walter White.
Provare per credere.
Al solito prezzo di (meno di) un caffè: 89 centesimi.
Approfitto anche tutti coloro che hanno acquistato The Goddamn Particle. Sta andando bene, rimane costantemente in classifica Amazon.
Tutto merito vostro, comunque!
È ricco.
È potente.
Ha creato dal nulla, gestito e tenuto le redini di un impero criminale, affrontando minacce e avversari che avrebbero fatto tremare i polsi a chiunque.
Ma adesso è finita.
Può godersi in santa pace i frutti del suo lavoro.
O almeno, i piani erano questi, prima che il suo impero criminale fosse smascherato dal cognato Hank (capo della DEA). Il quale ha capito che il nemico che ha combattuto nel corso dell’ultimo anno era proprio Walt…
E così siamo arrivati alla fine di uno dei telefilm più magistrali della storia della televisione.
Faccio mie le parole di Marco Ferraris (alias 88Ferro): ho pietà di voi che non avete mai visto Breaking Bad.
Davvero.
Vi siete persi un capolavoro.
Un capolavoro narrativo, registisco e “personaggistico”.
Vi siete persi un telefilm che è entrato di prepotenza nell’empireo delle serie tv più belle in assoluto.
Ora è finito: avete l’occasione di recuperarlo tutto in una volta, se non vi siete mai accostati alla creatura di Vince Gilligan.
E se non lo fate, beh…continuerò ad avere pietà di voi e della vostra anima di spettatori.
La famiglia è la famiglia...
Per chi non lo sapesse, Breaking Bad è una locuzione, un termine che significa sostanzialmente “Punto di Rottura”.
Una persona che, per un motivo o per un altro, non ce la fa più, ha raggiunto il suo “Breaking Bad”.
Una persona che s’è scocciata è Breaking Bad.
Uno che s’è rutt’ ‘o cazz’ è Breaking Bad.
E Walt, ‘o cazz’, se l’è rutt’ veramente solo nella penultima puntata.
Può sembrare paradossale, ma il Breaking Bad, il punto di rottura vero e proprio di Walt, si ha solo alla fine, sulle note di quello che è il main theme del telefilm.
Pensateci.
All Hail the King!
La serie di Gilligan è una metafora sui cambiamenti, sulle reazioni, sulle trasformazioni.
Chimiche, e – soprattutto – umane.
Visto con occhio superficiale, Breaking Bad è la storia di un professore di liceo, che dopo aver scoperto di avere un cancro incurabile ai polmoni, stanco della sua vita mediocre, decide di assicurare un futuro alla propria famiglia divenendo il più importante produttore di metamfetamine americano.
Perché è un genio.
Apparentemente, la metamorfosi da professore a signore della droga è lenta, graduale, costante.
Ma è solo apparente.
Perché Walter White, genio della chimica, lo è sempre stato.
Perché Walter White non si è mai trasformato in Heisenberg: lo era già, sin dall’inizio.
Se non lo fosse stato, non avrebbe mai avuto il coraggio di impelagarsi in una faccenda del genere, né il sangue freddo di ammazzare una persona al primissimo intoppo (ce lo ricordiamo, no? Succede tutto nella primissima puntata). In tre giorni, se non sei già quello che sei, non picchi i bulletti che tiranneggiano tuo figlio, e non impari a fare (e ad essere) un criminale soverchiando quello che era il più potente signore della droga prima di te.
Tutte queste qualità Walter White le ha sempre avute.
Heisenberg è sempre stato lì, da qualche parte, addormentato, sopito, pronto ad uscire fuori alla prima occasione buona per mostrare a tutti le sue doti geniali e le sue qualità eccezionali.
Strepitoso!
Quella del cancro e dell’assicurare un futuro alla propria erano solo delle banali scuse per giustificare (moralmente e materialmente) la propria ascesa criminale e il proprio riscatto personale. Se Walt si fosse solamente tramutato in Heisenberg per raggiungere gli obiettivi che si era prefissato, avrebbe lasciato tutto nel momento in cui, quegli obiettivi, li aveva pienamente raggiunti.
E invece no.
Abbattendo sistematicamente un paletto morale dopo l’altro, Walt non si è mai più fermato.
Perchè Walt è sempre stato Heisenberg.
Perché quello che faceva gli piaceva, e lo faceva sentire vivo.
Perché l’impero criminale da lui creato era la testimonianza vivente del suo genio, delle sue potenzialità, della sua creatività.
Genio e potenzialità che, per un motivo o l’altro, sono sempre state frustrate e mai riconosciute.
Nel corso della sua ascesa a signore della droga, Walt non ha mai raggiunto il suo Breaking Bad.
Non si è mai veramente rutt’ ‘o cazz’.
Non poteva permetterselo, perché doveva rimanere sempre lucido, sempre freddo, sempre calcolatore.
Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare...
A differenza di tutti i grandi villain mafiosi, Walt vince sempre, fino alla fine, perché è una persona estremamente intelligente. Il suo unico difetto, che trascinerà nel baratro chi gli sta intorno, è la vanità.
Walt vuole che il suo genio, la sua creatività, il suo estro sia riconosciuti, siano tangibili.
Ecco perché si arrabbia quando tutti credono che Gale Boetthiger sia Heisenberg; ecco perché conserva in bagno il libro con dedica che proprio Gale gli aveva regalato; perché Walt è sempre andato alla ricerca di un riconoscimento che non gli è mai arrivato, se non quando ha fatto il criminale.
Il mid-season finale della quinta stagione: Una cagata (cit.)
Walt non va in Breaking Bad quando sa del cancro e decide di cucinare metamfetamine;
Walt non va in Breaking Bad quando deve vedersela con Gus Fring;
Walt non va in Breaking Bad quando è costretto ad andarsene, quando i nazisti gli hanno rubato i soldi, e quando la sua famiglia preferirebbe che fosse morto;
Walt non va in Breaking Bad nemmeno quando tutto è precipitato, perché tutto il mondo sa di questi fatti, e gli tributa la grandezza che gli spetta in qualità di Heisenberg, signore della droga.
No: la vera trasformazione, il vero Breaking Bad, quello che porta alla reazione finale, si ha solo alla conclusione del processo.
Walt raggiunge il suo Breaking Bad quando il suo lavoro viene messo in discussione dagli altri fondatori della Grey Matters, la società che aveva creato quand’era un brillante ricercatore.
Walter White, secondo gli altri fondatori, non esiste più. Si è trasformato in qualche altra “cosa”.
E dato che Walter White è sempre stato Heisenberg, la negazione del suo lavoro in qualità di scienziato è un affronto alla sua vanità, e scatena in lui il vero Breaking Bad.
Walt ed Heisenberg (due facce della stessa medaglia) s’hann’ rutt’ ‘o cazz’.
Non hanno più nulla da perdere.
E vincono, una volta e per sempre.
Sistemando tutti gli affari
Decretando la grandezza del personaggio.
E di un intero telefilm.
Magistrale.
---------------
E adesso che Breaking Bad è finito, che cosa ci recuperiamo?
Io direi che possiamo concentrarci su tre-quattro titoli che sono assolutamente all’altezza dell’opera di Gilligan.
Di House of Cards ne abbiamo parlato abbondantemente QUI.
Se vi sentite orfani di Walter White, sono sicuro che Jack Underwood saprà rimpiazzarlo alla grandissima. Per quanto mi riguarda, se Breaking Bad è stato il miglior telefilm di questa decade, House of Cards è decisamente il miglior telefilm del 2013.
Se invece non volete lasciare gli imperi criminali, c’è Boardwalk Empire, ambientato negli anni del proibizionismo ammeregano. Avete (anzi, abbiamo) quattro stagioni da vedere. Belle lisce. Illo tempore guardai il pilot della serie, diretto da Martin Scorsese. Mi sembrò talmente sontuoso che non sapevo se focalizzarmi sulla storia, su sottotitoli, sulla scenografia, sulla fotografia o sugli attori. In lingua originale mi perdevo: troppa bellezza. Decisi di aspettare la serie in italiano. Ora è venuto il momento di recuperarla.
E poi ci sono tre telefilm che credo siano molto belli (e che la critica elogia tantissimo): sto parlando di Downtown Abby, Mad Men e Person of Interest.
Insomma, siamo orfani di Walter White: ma non è La Fine del Mondo.
Per lo meno, non ancora.
Per quello, aspetto di parlarvi del film di Edward Wright.
HASHTAG DEL GIORNO
#GoodbyeBreakingBad: anchio voglio #Heisenberg come #professore
-----------
MOMENTO PARACULO 2
Approfitto dell'articolo su Breaking Bad per sponsorizzare Una Lunga Nottata, secondo eBook sommobutico che sbarca su Amazon. E' un horror, con mostri, "zombie", frattaglie, sangue e tutte le cose che piacciono a voi.
Apparentemente non ha nulla a che fare con Breaking Bad, eccetto per un particolare: i protagonisti del libro sono dei criminali affermati.
E - non per vantarmi - molto più "potenti" di Walter White.
Provare per credere.
Al solito prezzo di (meno di) un caffè: 89 centesimi.
Approfitto anche tutti coloro che hanno acquistato The Goddamn Particle. Sta andando bene, rimane costantemente in classifica Amazon.
Tutto merito vostro, comunque!
"My Baby Blue"...
RispondiEliminaCommozione
Eliminaricordiamoci anche, quando skyler nell'ultima puntata gli richiede se avesse fatto tutto quello che ha fatto per la sua famiglia, finalmente dice no!
RispondiEliminaVerissimo!
EliminaL apice di breaking bad e quando walr dice che tutto ciò che ha fatto era per se stesso, in quel momento ha definitivamente affermato che WW e Heisenberg sono la stessa identità. Sono venuto
RispondiEliminaSpettacolo!
EliminaSangue, Meth e Lacrime.
RispondiEliminaNel mio caso solo tante, tantissime lacrime. Farò la figura del poco virile probabilmente ma non importa, io per il finale di Breaking Bad HO PIANTO.
Ora vorrei solo trovare una pillola che mi faccia dimenticare tutta la serie, solo per poterla rivedere nuovamente senza conoscere già i colpi di scena.
Ma è vero allora che Salina è proprio l'acronimo delle tre sostanze chimiche? SA LI NA?
EliminaBell'articolo Sommo per una meraviglia di serie che non ha deluso mai fino alla fine. Per me ad oggi insuperabile. Non posso dire lo stesso di DEXTER :( che un finale così non se lo meritava secondo me.
RispondiEliminaAnche io voglio Walter White AKA Heisenberg come professore!!!
PS: per quanto riguarda i tuoi consigli, Boardwalk Empire è un bellissimo telefilm che consiglio anche io.
EliminaHause of Cards lo devo ancora vedere ma è già sulla chiavetta inserita nel televisore...
Mad Man è diciamo..."in fase di acquisizione" dopo tuo recente consiglio in un commento...speriamo bene e grazie!!
Mi hanno detto di Dexter. Io sono rimasto inchiodato alla quarta stagione, e non recupererò quelle successive.
EliminaDi sicuro, adesso mi guardo Boardwalk Empire.
Ah, tra le serie consigliate, ho scordato Justified.
Quella pure è molto bella.
Come scrive sommo non lo fa nessuno.
RispondiEliminaMi piace leggere articoli che riguardano serie, o fumetti che ho vicino.
Questo su breaking bad, è il migliore articolo mai fatto, confrontato a quelli precedenti :)
un analisi molto dettagliata :D
io prima di impelagarmi in altre serie tv, aspetterò o tuoi post, oppure che abbiano raggiunto almeno 2-3 stagioni per recuperarle abbondantemente.
Eheheh grazie, troppo buono. :)
EliminaA me è piaciuta molto la scena dei laser puntati XD
RispondiEliminaI due migliori killer del sud!
EliminaParole sante le tue! Ottima analisi ed elogio per un capolavoro.
RispondiEliminaSulle serie da recuperare, io sto già affrontando il lutto con Mad Men e me ne sono follemente innamorata! Downton Abbey credo invece di abbandonarla per i toni da soap che con la terza stagione ha assunto...
Avevo letto di questa deriva ma...penso di recuperarla ugualmente. :D
EliminaSommo un altra serie che non devi perdere è "The Wire" ti assicuro che è un capolavoro assoluto,forse il miglior telefilm mai creato (e se inizierai a vederlo capirai il perchè,non sono l'unico a dirlo ^^ )
RispondiEliminaVero. La devo recuperare. XD
EliminaTroppa roba. XD
I due migliori killer del sud!
EliminaRiguardo a FELINA come scelta ho trovato questo:
RispondiEliminaAll’inizio dell’episodio si sente “El Paso” di Marty Robbins, una canzone che parla di un uomo, innamorato di un personaggio femminile di nome “Felina”, disposto a inseguire il suo sogno d’amore nonostante i rischi di essere ucciso da un colpo di pistola: “A bullet may find me / Tonight nothing’s worse than this / Pain in my heart”. Alla fine della canzone, il protagonista muore per aver perseguito il suo sogno d’amore, e racconta che è successo qualcosa di terrbilmente sbagliato, perchè sente un dolore al fianco e non è più in grado di andare avanti: “Something is dreadfully wrong for I feel / A deep burning pain in my side. Though I am trying to stay in the saddle, / I’m getting weary, / Unable to ride.” Ascoltando tutta la canzone si poteva intuire tranquillamente la morte di Walter White, infatti il protagonista della canzone è contento di morire dopo aver ballato con il pericolo “Cullato dalle braccia amorevoli per le quali morirò/ un piccolo bacio, Felina, addio (“Cradled by two loving arms that I’ll die for, / One little kiss and Felina, good-bye)
il mio nick è neohawk =)
EliminaAh, ottima spiegazione! Grazie! :D
Eliminadisamina davvero eccezionale, come peraltro questa seconda parte dell'ultima stagione (nonostante io abbia intenzione di comprarmi addirittura il cofanetto completo, devo ammettere che la prima parte non mi aveva pienamente soddisfatto, forse per colpa delle aspettative troppo alte). che aggiungere... era da un po' che un finale di serie non mi lasciava quei secondi di "vuoto" dentro. davvero complimenti agli sceneggiatori, e non solo per l'ultima puntata sia chiaro. certo ora si pone il problema di riempire il buco lasciato da breaking, la vedo dura
RispondiEliminaOh, qualcuno che l'ha intesa come l'ho capita io.
RispondiEliminaMi sento meno solo.
La Fine del Mondo... grandissimo gioco di parole XD
RispondiEliminaUna delle tante cose che mi ha affascinato di breaking bad è stato il rapporto tra jesse e walter. Lo ho trovato un rapporto molto vero e sfacciettato mai strumentalizzato. Non si amavano ne si odiavano ma dovevano coesistere. Fino all'ultimo momento il loro rapporto nn è cambiato nonostante tutte le peripezie
RispondiElimina