Ho visto un video, qualche giorno fa, di uno YouTuber piuttosto famoso (e piuttosto simpatico, a essere onesto).
Illustrando quali cambiamenti stavano interessando il Tubo negli ultimi giorni, specificando che si trattava di una manovra atta a costringere subdolamente l’utenza a utilizzare sempre di più Google + (va’ come scrivo forbito!), lo YouTuber si è impelagato in un discorso teoricamente impeccabile, ma che faccio (e ho sempre fatto fatica) a comprendere.
In soldoni: più condividi, commenti, mipiacci e spammi i video, più il tuo account utente diventa “influente”.
Viceversa, se non lo fai…i video dei canali che ti piacciono scompaiono dalla tua home di YouTube.
E questo, secondo il modo di vedere dello YouTuber, è un problema.
Perché l’utente non sa più se e quando un video viene caricato sul canale “X”.
La mia domanda (che poi è quello che fatico - e ho sempre faticato - a comprendere) è: perché ci siamo trasformati nella società della pappetta pronta?
Facciamo, ovviamente, un discorso più ampio e generale (e preciso) possibile.
Se a me interessa una cosa, quella cosa la seguo.
Se mi interessano cinque cose, seguo quelle cinque cose.
Stesso discorso se le cose aumentano a 50, 100 o 300.
Come ho scritto e ribadito molto spesso, leggo una quantità sterminata di siti e blog. Praticamente tutti i giorni (o, quantomeno, a giorni alterni, a seconda del tempo a disposizione). Resta il fatto che la mattina appena sveglio, e la sera prima di dormire, do una scorsa ad almeno una quarantina tra siti web e blog.
Senza avere il bisogno di un qualcosa che mi ricordi che sul sito “X” c’è il nuovo articolo.
E senza nessun bisogno di averli tra i preferiti.
Potrei tranquillamente stilarvi un elenco di questi 40 siti fissi che monitoro quotidianamente (e leggo con piacere), senza andare a vedere il loro indirizzo web.
Per fare qualche esempio scemo: so che al mattino presto troverò già articoli su Plutonia Experiment, L'Antro Atomico e Strategie Evolutive; so che Book&Negative viene aggiornato senza una frequenza fissa (e quindi, due-tre volte a settimana vado a vedere se ci sono aggiornamenti); so che il blog di Cervello Bacato pubblica nei giorni dispari; che Zerocalcare lo fa ogni due lunedì; che i video di Dellimellow escono più o meno a giorni alterni; che Luca Verbatim e i ragazzi di SdR hanno i loro appuntamenti live tra mercoledì e giovedì; che il Viagra della Mente pubblica i suoi articoli tutti i sacrosanti giorni, esattamente alle 14:30 ore italiane.
Non è difficile.
È una cosa alla portata della mente (e della memoria) di tutti.
O forse no.
Anzi, sicuramente no.
Nel 90% dei casi è l’esatto contrario.
Anche questo è un discorso che ho affrontato più volte (e del quale, ogni giorno, ho la riprova provata): la stragrande maggioranza di chi usa il mezzo internet, non sa utilizzarlo in modo corretto.
E ha bisogno della “pappetta pronta”.
Cosa intendo per pappetta pronta?
Il sito che ti ricorda che è uscito il video o l’articolo;
I link esatti del file che si vuole scaricare (perché ricercare su Google è troppo complicato);
I reminder sui social network che ti indicano i link esatti di articoli e video;
Le richieste di cose che sono state pubblicate esattamente due minuti prima (e spammate sui social network di cui sopra).
E via discorrendo.
Oltre ad essere il popolo dal culo pesante…siamo il popolo dall’indice pesante.
Viviamo la cosiddetta “sindrome del dito pigro”.
È uno sforzo immane attivare i neuroni del cervello, figuriamoci sollevare l’indice, abbatterlo sul tasto sinistro del mouse, cliccare e andare a vedere se ci sono degli aggiornamenti sulle pagine che ci piacciono.
C’è anche un problema di fondo, che secondo me è all’origine di tutto: l’interesse.
Il mondo “internetto” va a velocità quadrupla rispetto al mondo “reale”; bastano 3 giorni di latitanza, e la superstar digitale del momento è bell’e dimenticata.
Serve costanza, perseveranza…e umiltà nel continuare a fare quello che si fa nel mondo digitale.
E ovviamente, occorre parlare di cose interessanti che colpiscano le persone.
Chi si lamenta del fatto che quello che fa non è seguito, probabilmente non ha realizzato che forse (forse) quello che fa non interessa più di tanto.
Esempio scemo: io stesso mi sono lamentato del fatto che i nuovi appuntamenti di 5 minuti con sommobuta non siano stati minimamente cagati (o comunque siano stati visti da poche persone). Ho preso atto che probabilmente – anzi, sicuramente -, è un qualcosa che non interessa.
Non sono un tipo che va dietro le statistiche, ma non si spiega un crollo del 90% di visitatori al blog quando ho pubblicato gli articoli con i video incriminati.
Semplicemente, alla gente non interessa e non è interessato.
E come dicevo al mio pupillo Ronflex qualche tempo fa, sono solito tagliare le cose “inutili”.
La domanda che vi rivolgo (di nuovo) è: perché, secondo voi, ci siamo trasformati in questa società della pappetta pronta?
Sono solo io che vedo questo fenomeno?
O l’avete riscontrato anche voi?
Illustrando quali cambiamenti stavano interessando il Tubo negli ultimi giorni, specificando che si trattava di una manovra atta a costringere subdolamente l’utenza a utilizzare sempre di più Google + (va’ come scrivo forbito!), lo YouTuber si è impelagato in un discorso teoricamente impeccabile, ma che faccio (e ho sempre fatto fatica) a comprendere.
In soldoni: più condividi, commenti, mipiacci e spammi i video, più il tuo account utente diventa “influente”.
Viceversa, se non lo fai…i video dei canali che ti piacciono scompaiono dalla tua home di YouTube.
E questo, secondo il modo di vedere dello YouTuber, è un problema.
Perché l’utente non sa più se e quando un video viene caricato sul canale “X”.
La mia domanda (che poi è quello che fatico - e ho sempre faticato - a comprendere) è: perché ci siamo trasformati nella società della pappetta pronta?
Facciamo, ovviamente, un discorso più ampio e generale (e preciso) possibile.
Se a me interessa una cosa, quella cosa la seguo.
Se mi interessano cinque cose, seguo quelle cinque cose.
Stesso discorso se le cose aumentano a 50, 100 o 300.
Come ho scritto e ribadito molto spesso, leggo una quantità sterminata di siti e blog. Praticamente tutti i giorni (o, quantomeno, a giorni alterni, a seconda del tempo a disposizione). Resta il fatto che la mattina appena sveglio, e la sera prima di dormire, do una scorsa ad almeno una quarantina tra siti web e blog.
Senza avere il bisogno di un qualcosa che mi ricordi che sul sito “X” c’è il nuovo articolo.
E senza nessun bisogno di averli tra i preferiti.
Potrei tranquillamente stilarvi un elenco di questi 40 siti fissi che monitoro quotidianamente (e leggo con piacere), senza andare a vedere il loro indirizzo web.
Per fare qualche esempio scemo: so che al mattino presto troverò già articoli su Plutonia Experiment, L'Antro Atomico e Strategie Evolutive; so che Book&Negative viene aggiornato senza una frequenza fissa (e quindi, due-tre volte a settimana vado a vedere se ci sono aggiornamenti); so che il blog di Cervello Bacato pubblica nei giorni dispari; che Zerocalcare lo fa ogni due lunedì; che i video di Dellimellow escono più o meno a giorni alterni; che Luca Verbatim e i ragazzi di SdR hanno i loro appuntamenti live tra mercoledì e giovedì; che il Viagra della Mente pubblica i suoi articoli tutti i sacrosanti giorni, esattamente alle 14:30 ore italiane.
Non è difficile.
È una cosa alla portata della mente (e della memoria) di tutti.
O forse no.
Anzi, sicuramente no.
Nel 90% dei casi è l’esatto contrario.
Anche questo è un discorso che ho affrontato più volte (e del quale, ogni giorno, ho la riprova provata): la stragrande maggioranza di chi usa il mezzo internet, non sa utilizzarlo in modo corretto.
E ha bisogno della “pappetta pronta”.
Cosa intendo per pappetta pronta?
Il sito che ti ricorda che è uscito il video o l’articolo;
I link esatti del file che si vuole scaricare (perché ricercare su Google è troppo complicato);
I reminder sui social network che ti indicano i link esatti di articoli e video;
Le richieste di cose che sono state pubblicate esattamente due minuti prima (e spammate sui social network di cui sopra).
E via discorrendo.
Oggi scomodo il Moccia, invece del mio solito tutorial
Oltre ad essere il popolo dal culo pesante…siamo il popolo dall’indice pesante.
Viviamo la cosiddetta “sindrome del dito pigro”.
È uno sforzo immane attivare i neuroni del cervello, figuriamoci sollevare l’indice, abbatterlo sul tasto sinistro del mouse, cliccare e andare a vedere se ci sono degli aggiornamenti sulle pagine che ci piacciono.
C’è anche un problema di fondo, che secondo me è all’origine di tutto: l’interesse.
Il mondo “internetto” va a velocità quadrupla rispetto al mondo “reale”; bastano 3 giorni di latitanza, e la superstar digitale del momento è bell’e dimenticata.
Serve costanza, perseveranza…e umiltà nel continuare a fare quello che si fa nel mondo digitale.
E ovviamente, occorre parlare di cose interessanti che colpiscano le persone.
Chi si lamenta del fatto che quello che fa non è seguito, probabilmente non ha realizzato che forse (forse) quello che fa non interessa più di tanto.
Esempio scemo: io stesso mi sono lamentato del fatto che i nuovi appuntamenti di 5 minuti con sommobuta non siano stati minimamente cagati (o comunque siano stati visti da poche persone). Ho preso atto che probabilmente – anzi, sicuramente -, è un qualcosa che non interessa.
Non sono un tipo che va dietro le statistiche, ma non si spiega un crollo del 90% di visitatori al blog quando ho pubblicato gli articoli con i video incriminati.
Semplicemente, alla gente non interessa e non è interessato.
E come dicevo al mio pupillo Ronflex qualche tempo fa, sono solito tagliare le cose “inutili”.
La domanda che vi rivolgo (di nuovo) è: perché, secondo voi, ci siamo trasformati in questa società della pappetta pronta?
Sono solo io che vedo questo fenomeno?
O l’avete riscontrato anche voi?
Rispondo, visto che l'argomento sta molto a cuore anche a me, e tempo fa feci tuoni e fulmini sul blog proprio per le stesse cose che denunci in questa sede: ovvero, se non condividi sui social network, e non mantieni l'articolo sempre bell'e pronto, in evidenza, tu e io tuo sito scomparite nell'abisso.
RispondiEliminaTra questa folle necessità di condivisione, e il maledetto pinguino o panda di gugle che, come se non bastasse il primo problema, non ha ottenuto altra conseguenza se non aumentare in maniera esponenziale lo spam dei suddetti articoli, la situazione è intollerabile.
E questo l'ho sperimentato anche io: rifiutando di condividere i link, gli ascolti del blog sono calati del 70%.
Ma non in settimane: in soli fottuti TRE giorni.
La pigrizia è un fattore determinante, secondo me. Immediatamente seguita dall'incapacità dell'utente medio, ovvero la sua ignoranza del mezzo informatico, che sia il browser stesso, o il motore di ricerca.
C'è poi il fattore scarso interesse. E anche qui, come te, preferisco tagliare quando mi accorgo che proprio un argomento non tira per nulla. L'ho fatto con le recensioni a tutte le puntate di Firefly, ad esempio, e con altre cose.
Se la cosa mi piace?
No, non mi piace affatto, prima di tutto perché è dura accettare di non essere nella memoria dei propri lettori. Scomparire in TRE giorni solo perché non ho condiviso è davvero doloroso.
In secondo luogo perché è un sistema che aborro, io che ho sempre detestato lo spam e qualunque forma di pubblicità troppo invadente; nonostante ciò sono stato costretto a adeguarmi, perché più forte è stata l'esigenza di salvaguardare il mio operato. Contro l'attività del pinguino e contro la disattenzione generale. Che è un paradosso, a pensarci: nel senso che si è letti, ma solo se tu stesso ti fai ricordare. Un'aberrazione tutta contemporaea, che ti devo dire.
Grazie della citazione. ;)
Me lo ricordo, quell'articolo. E mi ricordo i risultati di quel tuo test.
EliminaTe lo verrò a scrivere - sicuramente - anche su Book&Negative sul tuo articolo (se ho imparato a "conoscerti" penso di sapere cosa aspettarmi ancor prima di leggere certi post) ma...Ammetto che ultimamente sono molto zen, proprio perchè se un utente è interessato a me, in tutto questo tempo gli ho fornito gli strumenti per farmi conoscere. Quel paio di pappette pronte al giorno gliele do comunque - perchè sì, farne a meno è tafazzismo, PURTROPPO.
Ma se non l'ho fidelizzato, e quello nonostante tutto ancora non capisce che alle 14,30 qui trova un articolo nuovo, amen.
Il mio l'ho fatto, tocca a lui. ;)
E questo senza nemmeno fregarmene di Panda e Pinguini. :)
In verità credo che sia un discorso applicabile ad un più grande contesto.
RispondiEliminaViviamo immersi nel cibo precotto, nelle offerte a portar via. L'Ikea stessa ha sbaragliato i mobilifici. Insomma, la pappetta pronta non la si cerca solo in rete, ma nella vita di tutti i giorni.
E questo sì che preoccupa...
Vero, verissimo. Siamo arrivati al punto che serve il manuale d'istruzione per il manuale d'istruzione.
EliminaL'ho riscontrato abbondantemente.
RispondiEliminaSiamo schiavi del ritmo, per citare un vecchio disco anni '80.
C'è chi si lamenta del fatto che sul mio blog bisogna usare la rotella dello scroll per trovare certi link, e allora niente, si fa a meno dei link.
C'è il caso di un'amica che avendo saltato tre post (una settimana di blogging) ha visto calare del 70% i suoi lettori.
E avanti di questo passo.
Anche se il capolavoro è quello che - non avendo la pazienza di aspettare che lo sfondo del mio blog si caricasse - è andato in giro per forum a lamentarsi del fatto che io posto in nero su uno sfondo scuro, e il mio blog è perciò illeggibile, ed io sono stupido.
Tempo di caricamento del mio background - in media dieci secondi.
:D
E aggiungo, come nota volante - ma i feed reader non li usa più nessuno? Il mio ha in lista quei 20730 blog che seguo, e si aggiorna ogni 30 minuti.
Non si perde nulla.
Il lamentoso ce l'abbiamo tutti, è una sorta di nemesi. XD
EliminaI feed sono utilissimi, mi sa che siamo rimasti in pochi ad usarli. Ma ammetto che comunque per i siti che seguo di più, non li ho mai usati. :P
O_Ooops.
RispondiEliminaEra 20/30, ma mi ha preso un 7 anziché lo slash, e faccio la figura dell'esibizionista demente.
Hahahahaha.
Secondo me sono i social network ad aver stravolto tutte le abitudini.
RispondiEliminaCon la scusa che praticamente tutti hanno uno o più profili social, l'utente-medio dà per scontato che quel che gli interessa prima o poi transiterà davanti allo stream di aggiornamenti della gente che segue su FB o su Twitter.
In effetti l'utilizzo dei bookmark, che a me sembra una cosa elementare, è quasi in disuso.
Ma il fenomeno si estende ad altri campi.
Hai mai notato quanto si siano ridotte, in termini di parole, le repliche a una mail o a un messaggio privato?
Se potessero farlo, molte persone risponderebbero soltanto con un like, come su Facebook.
Senza contare che il tempo medio di permanenza su un articolo si abbassa ogni mese di qualche secondo.
A breve leggeranno solo i titoli, sperando di trovare foto esplicative.
Hai presente il film Idiocracy?
Siamo già oltre Idiocracy.
EliminaTra i lati oscuri dei lati oscuri ci sono quelli che ormai commentano un articolo leggendo solo il titolo.
Quanto li odio...
Nell'era digitale dove è possibile trovare di tutto la gente si è impigrita a tal punto da non saper più effettuare una ricerca, c'è poco da fare.
RispondiEliminaParole sante, video di Moccia divertente, riflessione assolutamente condivisibile.
Thanks! ;)
EliminaUn fenomeno tristemente diffusissimo che riscontro molto spesso. Un sacco di miei compagni di classe mi chiede i compiti la sera quando in realtà basterebbe aprire il gruppo di FB della nostra classe per vedere che li ho già scritti. La gente ha la "fatica mentale". E purtroppo ogni tanto ci cado anch'io nell'inganno della pigrizia..
RispondiEliminaMi chiedo come fai a sopportarli O_o
EliminaMa ci sta l'essere pigri di tanto in tanto. Per carità. Il guaio è la pigrizia della pigrizia.
Elimina"Non lo faccio, perchè se lo chiedo me lo danno".
A prescindere.
In questi casi tocca dare i compiti sbagliati! :D
EliminaCioè, dagli comunque quelli da fare se non finiscono male, ma aggiungici roba. XD
Io non sapevo minimamente di questo "fenomeno" fino a qualche anno fa, avendolo scoperto grazie ai vostri commenti ironici sull'argomento. Io stesso ho seguito te e altri per anni senza essere effettivamente iscritto a qualcosa. Sapevo dove e quando andare. Al tuo canale, ad esempio, mi sono iscritto solo 2 giorni addietro (prima fammi finire, poi mi fustighi).
RispondiEliminaDa poco ho aperto un blog e non ho mai ricevuto richieste di link o vari, anche perché li metto di mio. Scrivo articoli dove spiego, argomento e dimostro, quindi i link sono d'obbligo. Sono io che tengo la pappetta calda, insomma. Però mi sono accorto che molta gente viene sul mio blog dai link che lascio su facebook.
Dopo questo mio piccolo punto di vista, puoi fustigarmi. Con moderazione, però.
Nono, nessuna fustigazione. La tua pagina e il tuo blog sono appena nati, quindi è normale che abbiano bisogno di linfa vitale.
EliminaIl problema è un altro.
Il problema sono quegli utenti che ti tartassano chiedendo link, info e cazzate che potrebbero trovare da soli digitando una parola su Google.
O quelli che ti chiedono sulla fanpage del Laboratorio di Vegapunk "Ehi, ma quando esce il focus sul personaggio della settimana?"...quando magari l'hai pubblicato 5 minuti prima.
;)
Io l'ho notato meno questo fenomeno.
RispondiEliminaIl dopo Pinguino ha rovinato tutti noi, senza dubbio (ero in ascesa da mesi, poi il crollo), ma da quando ho messo il blog in quasi-stasi, con un post a settimana, le visite sono state costanti. Una media di quasi 180 al giorno, che non sono molti, ma considerando il singolo post settimanale e il postare sui social una volta a settimana solo la mattina non è male.
Poi siamo sempre li, i commenti latitavano, i mi piace e le condivisioni pure, gente che retwittava costantemente il post del giovedi senza mai seguirmi su twitter xD
Ah, quello del retweet selvaggio sui big 3 l'ho notata pure io, come faccenda. :D
EliminaLa pappetta pronta è conseguenza della velocità spropositata del web. Come dici va quattro volte più veloce. Puoi scrivere qualcosa di interessante e per un giorno o due va tutto bene, poi rapido declino e devi inventare qualcosa di nuovo. Credo poi che la pappa pronta la voglia principalmente chi non è youtuber, amministratore di qualche pagina facebook, blogger, autore di forum. Se non entri in una di queste categorie le usi ''superficialmente''. Io stesso ad esempio non so e non ho voglia di seguire su youtube. Oppure lo faccio ma non lo bado molto. Confido nello spam selvaggio difatti, che aiuta chi non è molto ''attento'' a seguire. La pappa pronta ecco... Sul tubo mi serve :)
RispondiEliminaIn qualità di admin di un sito, un forum e una pagina FB conosco molto bene il problema. Certe volte è anche "colpa" nostra che pur di far conoscere a più persone un qualcosa glielo spammiamo direttamente in bocca :)
RispondiEliminaIo delle volte non riesco ad esimermi dal prenderli per il culo!
ehehehehe
io credo che sia normale da parte di chi scrive cercare i mezzi per arrivare a condividere il più possibile quello che si scrive altrimenti la voglia di scrivere decresce fino allo zero...del resto se parli a una platea vuota alla fine smetti perchè non ti ascolta nessuno...questa civiltà della pappetta pronta purtroppo non è confinata solo a internet e alla blogosfera...è così anche nella vita di tutti i giorni, siamo ormai dei maestri della delega, se qualcuno può fare qualcosa per noi, deleghiamo senza problemi perchè risparmiamo tempo e fatica( relativa). Triste ma così...
RispondiEliminadalle mie parti c'è un detto che dice:
Elimina"cummannetel e fattel"
che in sostanza vuol dire che le cose è meglio farsele da soli piuttosto che delegarle, perchè saranno fatte meglio e in minor tempo!