Se è vero che Dylan Dog ha sdoganato il genere horror in Italia (parliamoci chiaro: quando pensiamo ad "horror", è quasi automatico pensare anche a Dylan Dog assieme a mostri sacri della narrativa e della cinematografia), è pur vero che come prodotto, nel corso degli anni, ha esaurito quella "spinta" inventiva che lo rendeva uno dei prodotti più "felici" del panorama fumettistico italiano.
Continua a farti del male...
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Troll arrestato, web (mezzo) salvato?
Quello del "trolling" è una piaga che affligge siti web, forum, blog, mail e social network.
Il "troll" cybernetico non è quell'essere abominevole dei racconti e dei romanzi fantasy, sebbene di quest'organismo ne adotti le sembianze (quantomeno dal punto di vista intellettuale).
Il troll cybernetico infatti è quell'entità "astratta" (chè per me è assolutamente associabile alla figura dell'anonimo, con la stessa identica valenza e con lo stesso identico "peso") il cui unico obiettivo è quello di disturbare il corretto svolgimento di un civile dibattito con argomentazioni che con quel dibattito non hanno nulla a che fare (e sono stato molto "gentile" nella descrizione di questa piaga biblica).
Continua a farti del male...
Il "troll" cybernetico non è quell'essere abominevole dei racconti e dei romanzi fantasy, sebbene di quest'organismo ne adotti le sembianze (quantomeno dal punto di vista intellettuale).
Il troll cybernetico infatti è quell'entità "astratta" (chè per me è assolutamente associabile alla figura dell'anonimo, con la stessa identica valenza e con lo stesso identico "peso") il cui unico obiettivo è quello di disturbare il corretto svolgimento di un civile dibattito con argomentazioni che con quel dibattito non hanno nulla a che fare (e sono stato molto "gentile" nella descrizione di questa piaga biblica).
Run Ghost Run
C'era un videogames nel mio vecchio Amiga 500 che mi faceva impazzire.
Si chiamava Pang.
La meccanica di gioco di Pang era molto intuitiva, sebbene fosse più ostica mano a mano che si superavano i livelli: il "protagonista", una sorta di esploratore, tramite l'utilizzo di un'arpione doveva far scoppiare alcune bolle colorate rimbalzanti presenti nell'area di gioco chiusa. Ogni volta che l'arpione raggiungeva le bolle colorate, queste si dividevano in due bolle più piccole, che a loro volta, nel momento in cui venivano colpite di nuovo, si suddividevano in altre bolle.
Il gioco era assolutamente divertente e adrenalinico, di quelli che ho rimpianto per molto tempo.
Continua a farti del male...
Si chiamava Pang.
La meccanica di gioco di Pang era molto intuitiva, sebbene fosse più ostica mano a mano che si superavano i livelli: il "protagonista", una sorta di esploratore, tramite l'utilizzo di un'arpione doveva far scoppiare alcune bolle colorate rimbalzanti presenti nell'area di gioco chiusa. Ogni volta che l'arpione raggiungeva le bolle colorate, queste si dividevano in due bolle più piccole, che a loro volta, nel momento in cui venivano colpite di nuovo, si suddividevano in altre bolle.
Il gioco era assolutamente divertente e adrenalinico, di quelli che ho rimpianto per molto tempo.
In
Videogames
La Foto della Settimana: Grazie, Sergio
Non si può far altro che ringraziare un uomo come Sergio Bonelli, che ha dato e ci ha dato tanto, elevando il fumetto come elemento e prodotto culturale non solo di "puro svago".
Grazie davvero, Sergio.
Continua a farti del male...
Grazie davvero, Sergio.
Puttanate che superano la velocità della luce
Ha fatto il giro del mondo la notizia che alcuni ricercatori guidati da un fisico italiano avrebbero constatato che i neutrini superano la velocità della luce. Al di là di tutte le implicazioni che questa scoperta potrebbe comportare, e al di là della conferma diretta del Cern del risultato di questi esperimenti, noi italiani ci facciamo sempre riconoscere.
Nel bene, come nel caso della scoperta.
Ma soprattutto, nel male.
Il ministro Gelmini, in un tempestivo comunicato stampa, fa sapere che:
"La scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza. Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna. Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo. Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante".
Peccato che, come dice il buon Paolone, "Per fermare mezzo fascio di neutrini ci vorrebbe un muro lungo circa un anno-luce di piombo, ma i fisici questo lo sanno, e sanno che del tunnel che il ministero decanta, non ce n'è bisogno. Infatti, il tunnel, non esiste."
Continua a farti del male...
Nel bene, come nel caso della scoperta.
Ma soprattutto, nel male.
Il ministro Gelmini, in un tempestivo comunicato stampa, fa sapere che:
"La scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza. Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna. Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo. Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante".
Peccato che, come dice il buon Paolone, "Per fermare mezzo fascio di neutrini ci vorrebbe un muro lungo circa un anno-luce di piombo, ma i fisici questo lo sanno, e sanno che del tunnel che il ministero decanta, non ce n'è bisogno. Infatti, il tunnel, non esiste."
5 minuti con sommobuta...#3 - Di One Piece e regali uanpisosi molto nerd
Un vlog particolare e, come suggerisce il titolo, molto nerd. Di One Piece e di simpatici regali molto nerd donatimi dalla mia dolce fanciulla. Roba sfiziosa e ben accetta, che ci ha tramutato gli occhi a forma di cuoricini...
Buona(?) visione!
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La miglior canzone su un supereroe
Superman, dei Five for Fighting.
Una canzone che con poche parole riesce là dove, molto spesso, non sono riusciti decine e decine di numeri del fumetto. Semplicemente splendida.
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Una canzone che con poche parole riesce là dove, molto spesso, non sono riusciti decine e decine di numeri del fumetto. Semplicemente splendida.
In
Musica
sommobuta's comics corner #2 - Dragon Ball n° 39: Il Guerriero Leggendario (2 di 2)
Il numero 39 di Dragon Ball, Il guerriero leggendario, è l'apoteosi di questo manga.
Il culmine massimo.
La vetta irraggiungibile.
Il punto più alto toccato da Dragon Ball, sia per quanto riguarda i disegni, che per quanto riguarda il pathos narrativo, che per quanto riguarda l'ambientazione e l'importanza dello scontro.
Il perchè è presto detto: Goku si trova a combattere contro l'essere vivente più potente dell'universo, Freezer.
E questo combattimento importantissimo ha molteplici significati. Da una parte rappresenta l'essenza stessa della voglia di superare i propri limiti (in fin dei conti, "il percorso dell'eroe" di Goku, sin dall'inizio, è sempre stato tutto teso in preparazione di questo esatto momento. Goku infatti non ha mai nascosto il desiderio di incontrare avversari sempre più forti, per migliorare prima di tutto sè stesso, e poi per dimostrare a sua volta di essere comunque un uomo "incomparabilmente forte" - anzi, IL PIU' incomparabilmente forte); dall'altra parte rappresenta la voglia di riscatto (azzardiamo: di vendetta?) di ben due popoli distrutti (anzi, estinti) da Freezer, ovvero i Saiyan - di cui Goku è uno degli ultimi superstiti -, sterminati per paura che potessero un giorno ribellarsi, e i Namecciani, assassinati poichè possessori delle sfere del drago "originali".
La trasformazione in Super Saiyan di Goku, che molti ritengono un Power Up "troppo improvviso" - se non proprio un vero Deus ex Machina - a mio parere invece è la degna evoluzione di quello che ha fatto fino a quel momento e di quello che è stato Goku. Sappiamo che i Saiyan, dopo ogni scontro mortale, diventano sempre più forti, quindi il power up non è infondato.
Vegeta, pochi volumi prima del 39, asserisce che Kakaroth non è un Super Saiyan "perfetto" non perchè non è potente, ma perchè non conosce nè la cattiveria, nè la crudeltà, nè la rabbia. E non è un caso che sia proprio la rabbia (una rabbia incontenibile esplosa a seguito della morte del suo migliore amico) il veicolo che porta Goku a trasformarsi non nel "solito" scimmione, ma in un personaggio "nuovo", guidato - almeno all'inizio - da una furia cieca e spietata che gli permette di capire subito di aver sorpassato "la potenza che non poteva essere superata".
Tutto ciò che viene dopo questo superbo combattimento e questo splendido volumetto, è un "più". Dragon Ball sarebbe potuto terminare anche qui, e sarebbe stato ugualmente (o forse, paradossalmente ancora di più) il capolavoro osannato da tutti a destra e manca.
Nel caso non aveste mai letto Dragon Ball, e vi foste incuriositi, QUI potete leggere l'intera opera in questione.
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Il culmine massimo.
La vetta irraggiungibile.
Il punto più alto toccato da Dragon Ball, sia per quanto riguarda i disegni, che per quanto riguarda il pathos narrativo, che per quanto riguarda l'ambientazione e l'importanza dello scontro.

E questo combattimento importantissimo ha molteplici significati. Da una parte rappresenta l'essenza stessa della voglia di superare i propri limiti (in fin dei conti, "il percorso dell'eroe" di Goku, sin dall'inizio, è sempre stato tutto teso in preparazione di questo esatto momento. Goku infatti non ha mai nascosto il desiderio di incontrare avversari sempre più forti, per migliorare prima di tutto sè stesso, e poi per dimostrare a sua volta di essere comunque un uomo "incomparabilmente forte" - anzi, IL PIU' incomparabilmente forte); dall'altra parte rappresenta la voglia di riscatto (azzardiamo: di vendetta?) di ben due popoli distrutti (anzi, estinti) da Freezer, ovvero i Saiyan - di cui Goku è uno degli ultimi superstiti -, sterminati per paura che potessero un giorno ribellarsi, e i Namecciani, assassinati poichè possessori delle sfere del drago "originali".
La trasformazione in Super Saiyan di Goku, che molti ritengono un Power Up "troppo improvviso" - se non proprio un vero Deus ex Machina - a mio parere invece è la degna evoluzione di quello che ha fatto fino a quel momento e di quello che è stato Goku. Sappiamo che i Saiyan, dopo ogni scontro mortale, diventano sempre più forti, quindi il power up non è infondato.

Tutto ciò che viene dopo questo superbo combattimento e questo splendido volumetto, è un "più". Dragon Ball sarebbe potuto terminare anche qui, e sarebbe stato ugualmente (o forse, paradossalmente ancora di più) il capolavoro osannato da tutti a destra e manca.
Nel caso non aveste mai letto Dragon Ball, e vi foste incuriositi, QUI potete leggere l'intera opera in questione.
sommobuta's comics corner #1 - Dragon Ball N° 39: Il Guerriero Leggendario (1 di 2)
Potremmo rimanere ore e ore intere a discutere su Dragon Ball.
E potremmo dire di tutto.
Dragon Ball è stato creato e disegnato da Toriyama con un unico scopo: differenziarsi e distaccarsi completamente da Dottor Slump e Arale. Qualcuno potrà dire che la vera essenza di Dragon Ball risiede nella prima parte del manga, in quella più "ingenua" e "genuina", quella degli esordi, che rappresentava una sorta di "presa per i fondelli" delle arti marziali e di tutto ciò che poteva ruotare intorno a questo mondo.
Altri diranno che dalla serie "Z" in poi Dragon Ball è noioso e monotematico, una sorta di "ABC" del combattimento "random", oltre che uno "stupidario" sui clichè più abusati della fantascienza e della tematica del fantastico.
In linea di massima, volendo fare un discorso serio e oggettivo, direi che è così. Però ai detrattori dell'opera maxima di Akira Toriyama bisogna ricordare sempre una cosa: Dragon Ball è LO shonen. Dragon Ball è IL manga. Dragon Ball è IL manga di COMBATTIMENTO.
Possiamo trovarci tutti i difetti che vogliamo (e ce ne sono, eccome se ce ne sono!), ma su una cosa, opera alla mano, si deve solo rimanere in religioso silenzio e contemplare con "rispetto" quello che Dragon Ball è: ovvero la perfezione nel confezionare un prodotto che punta al divertimento puro e semplice sfruttando il combattimento.
Perchè i combattimenti in Dragon Ball, ad oggi, sono la massima espressione di come si disegna uno scontro. Non troverete, nè in tutto ciò che è stato disegnato prima, nè in tutto ciò che è stato disegnato dopo, un livello di perfezione (e superiorità artistica) così evidente nel disegnare un combattimento.
Non c'è fumetto, nè manga nè comic in cui - come avviene in Dragon Ball - si riesca a capire cosa fanno i due contendenti, come si muovono, quali colpi portano e dove colpiscono. In Dragon Ball, ogni vignetta che rappresenta è chiara, limpida, nitida e pulita.
E il numero 39 di Dragon Ball della prima edizione italiana (corrispondente al tankobon 27 di quella "originale") è forse l'apoteosi, il culmine massimo di questa espressione e questa perfezione artistica.
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E potremmo dire di tutto.
Dragon Ball è stato creato e disegnato da Toriyama con un unico scopo: differenziarsi e distaccarsi completamente da Dottor Slump e Arale. Qualcuno potrà dire che la vera essenza di Dragon Ball risiede nella prima parte del manga, in quella più "ingenua" e "genuina", quella degli esordi, che rappresentava una sorta di "presa per i fondelli" delle arti marziali e di tutto ciò che poteva ruotare intorno a questo mondo.
Altri diranno che dalla serie "Z" in poi Dragon Ball è noioso e monotematico, una sorta di "ABC" del combattimento "random", oltre che uno "stupidario" sui clichè più abusati della fantascienza e della tematica del fantastico.
In linea di massima, volendo fare un discorso serio e oggettivo, direi che è così. Però ai detrattori dell'opera maxima di Akira Toriyama bisogna ricordare sempre una cosa: Dragon Ball è LO shonen. Dragon Ball è IL manga. Dragon Ball è IL manga di COMBATTIMENTO.
Possiamo trovarci tutti i difetti che vogliamo (e ce ne sono, eccome se ce ne sono!), ma su una cosa, opera alla mano, si deve solo rimanere in religioso silenzio e contemplare con "rispetto" quello che Dragon Ball è: ovvero la perfezione nel confezionare un prodotto che punta al divertimento puro e semplice sfruttando il combattimento.
Perchè i combattimenti in Dragon Ball, ad oggi, sono la massima espressione di come si disegna uno scontro. Non troverete, nè in tutto ciò che è stato disegnato prima, nè in tutto ciò che è stato disegnato dopo, un livello di perfezione (e superiorità artistica) così evidente nel disegnare un combattimento.
Non c'è fumetto, nè manga nè comic in cui - come avviene in Dragon Ball - si riesca a capire cosa fanno i due contendenti, come si muovono, quali colpi portano e dove colpiscono. In Dragon Ball, ogni vignetta che rappresenta è chiara, limpida, nitida e pulita.
E il numero 39 di Dragon Ball della prima edizione italiana (corrispondente al tankobon 27 di quella "originale") è forse l'apoteosi, il culmine massimo di questa espressione e questa perfezione artistica.
Racconti di vita (vissuta per finta?) #4: Ricarica Postepay
Quello del tabaccaio è un antro basso e poco illuminato, con le pareti occupate fin sopra il soffitto da oggetti quali scatole, rotoloni di carta, detersivi, profumi e prodotti per l'igiene intima.
Il tabaccaio, un uomo segaligno sui 50 anni, è stravaccato su una sedia a sdraio tipo mare, immerso nella lettura della "Gazzetta dello Sport". Gli occhi neri e incavati sono incollati sul foglio rosa che decanta le prodezze della sua squadra del cuore in Champions League; le labbra grigiastre, serrate attorno a una sigaretta dal colore giallognolo, descrivono un arco verso l'alto; le dita adunche artigliano i poveri fogli del quotidiano verso l'esterno, spiegazzandoli.
In ragazzo lo osserva per qualche secondo, prima di essere degnato di uno sguardo.
"Ch'bbuò?", domanda il tabaccaio, abbassando il giornale.
Il ragazzo gli porge un foglietto. "Devo fare una ricarica postepay. 38 euro + 2. Lì sopra ci sono segnati tutti i dati per la ricarica".
Il tabaccaio afferra rapace il foglietto, legge i dati, e poi scocca un'occhiata sdegnata al ragazzo. "Guagliò, a'tien'a carta postape'?"
Il ragazzo corruga la fronte. "Sì ma...perchè? Le serve?"
Il tabaccaio sbuffa. "E' normale ca'm'serve...Comm'a'faccio sennò la ricarica? M'he a dà pur' o coddic'fiscale tuojo."
Il ragazzo alza un sopracciglio. "Come sarebbe che le devo dare anche il mio codice fiscale? La postepay ce l'ho, il codice fiscale no. Sta scritto sopra al foglio il codice fiscale."
"Eh, ma a me m'serve..."
"E perchè?"
"Pecchè l'aggia inzerì dint' o'terminale...Li devo passare dentro la macchinetta. Sennò nun funzion' e nun t'pozzo mettere e'soldi llà dinto..."
"Mi scusi", dice il ragazzo, spiazzato dalla situazione, "Ma è la prima volta che mi chiedono una cosa del genere. Non me l'hanno mai chiesto da nessuna parte. Nemmeno alla Posta. Se non si fida ed è per un problema legale, ho la fotocopia di carta d'identità e codice fiscale. Ma ho sempre fatto una ricarica avendo tutti i dati a disposizione...Do' il fogliettino o comunico i dati a voce, chi di dovere inserisce tutto nel terminale, prende i soldi e la ricarica è fatta."
Nel sentire quelle parole, il tabaccaio guarda il ragazzo allibito, quasi come se avesse detto una bestemmia.
"Guaglio', famm'capì...Mi stai dicendo che devo mettere i dati tuoi...A MANO? Ma che sei pazzo?"
"Se vuole li può mettere anche con la lingua", risponde il ragazzo, spazientito, riprendendosi il foglio dalle mani del tabaccaio, "Ma dato che ho capito che si scoccia talmente tanto da non voler guadagnare 40 euro, non si preoccupi. La lascio ad attività più redditizie come leggere il giornale. Stia tranquillo, che non facendo un cazzo leggendo le prodezze del suo calciatore del cuore, guadagnerà sicuramente di più."
Il tabaccaio rimane impietrito. Apre la bocca per parlare, ma dalla gola non escono che suoni gutturali indistinti.
Il ragazzo si volta, esce dall'antro, e se ne va.
Piuttosto innervosito.
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Il tabaccaio, un uomo segaligno sui 50 anni, è stravaccato su una sedia a sdraio tipo mare, immerso nella lettura della "Gazzetta dello Sport". Gli occhi neri e incavati sono incollati sul foglio rosa che decanta le prodezze della sua squadra del cuore in Champions League; le labbra grigiastre, serrate attorno a una sigaretta dal colore giallognolo, descrivono un arco verso l'alto; le dita adunche artigliano i poveri fogli del quotidiano verso l'esterno, spiegazzandoli.
In ragazzo lo osserva per qualche secondo, prima di essere degnato di uno sguardo.
"Ch'bbuò?", domanda il tabaccaio, abbassando il giornale.
Il ragazzo gli porge un foglietto. "Devo fare una ricarica postepay. 38 euro + 2. Lì sopra ci sono segnati tutti i dati per la ricarica".
Il tabaccaio afferra rapace il foglietto, legge i dati, e poi scocca un'occhiata sdegnata al ragazzo. "Guagliò, a'tien'a carta postape'?"
Il ragazzo corruga la fronte. "Sì ma...perchè? Le serve?"
Il tabaccaio sbuffa. "E' normale ca'm'serve...Comm'a'faccio sennò la ricarica? M'he a dà pur' o coddic'fiscale tuojo."
Il ragazzo alza un sopracciglio. "Come sarebbe che le devo dare anche il mio codice fiscale? La postepay ce l'ho, il codice fiscale no. Sta scritto sopra al foglio il codice fiscale."
"Eh, ma a me m'serve..."
"E perchè?"
"Pecchè l'aggia inzerì dint' o'terminale...Li devo passare dentro la macchinetta. Sennò nun funzion' e nun t'pozzo mettere e'soldi llà dinto..."
"Mi scusi", dice il ragazzo, spiazzato dalla situazione, "Ma è la prima volta che mi chiedono una cosa del genere. Non me l'hanno mai chiesto da nessuna parte. Nemmeno alla Posta. Se non si fida ed è per un problema legale, ho la fotocopia di carta d'identità e codice fiscale. Ma ho sempre fatto una ricarica avendo tutti i dati a disposizione...Do' il fogliettino o comunico i dati a voce, chi di dovere inserisce tutto nel terminale, prende i soldi e la ricarica è fatta."
Nel sentire quelle parole, il tabaccaio guarda il ragazzo allibito, quasi come se avesse detto una bestemmia.
"Guaglio', famm'capì...Mi stai dicendo che devo mettere i dati tuoi...A MANO? Ma che sei pazzo?"
"Se vuole li può mettere anche con la lingua", risponde il ragazzo, spazientito, riprendendosi il foglio dalle mani del tabaccaio, "Ma dato che ho capito che si scoccia talmente tanto da non voler guadagnare 40 euro, non si preoccupi. La lascio ad attività più redditizie come leggere il giornale. Stia tranquillo, che non facendo un cazzo leggendo le prodezze del suo calciatore del cuore, guadagnerà sicuramente di più."
Il tabaccaio rimane impietrito. Apre la bocca per parlare, ma dalla gola non escono che suoni gutturali indistinti.
Il ragazzo si volta, esce dall'antro, e se ne va.
Piuttosto innervosito.