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Hugo Cabret (Martin Scorsese, 2011)

Parigi, primo dopoguerra.
Hugo Cabret è un piccolo ladruncolo. Si occupa della manutenzione degli orologi della stazione di Montparnasse, e risiede all'interno della torre dell'orologio. Orfano di entrambi i genitori, è ossessionato da un automa, che il padre orologiaio, prima di morire, stava riparando sera dopo sera. Un automa che sembra nascondere un profondo segreto. Un automa che porterà il piccolo Hugo a vivere un'avventura fantastica e a incontrare persone straordinarie...

Hugo Cabret è un film che mi è piaciuto moltissimo, nonostante lo si possa considerare "scorretto". Perchè la storia del piccolo Hugo, orfano e abbandonato dallo zio tra gli orologi della stazione di Parigi è solo un pretesto. Un pretesto per raccontare quella fabbrica dei sogni che è il cinema.
Perchè questo è il cuore pulsante della pellicola: Hugo Cabret è un film sul cinema.
E occhio, che da qui in poi troverete piccolissimi spoiler sul film.

Paradossalmente,  il personaggio principale della storia non è Hugo. E il mistero non risiede nell'automa. Il personaggio principale del film è "Il Cinema", in questo caso incarnato dal sempreverde Ben Kingsley, che interpreta il ruolo di uno dei pionieri della celluloide, ovvero il regista Georges Melies.
Melies è colui che, oltre ad avere di fatto inventato il montaggio e gli effetti speciali, aveva capito che il cinema poteva essere un mezzo attraverso il quale si potevano narrare delle storie.
Una vera e propria fabbrica dei sogni in piena regola, quindi.

E il film, dopo una prima parte introduttiva, in cui vengono presentati tutti i personaggi principali, mostra proprio questo: il cinema come luogo in cui i sogni divengono realtà.
Ed ecco allora che prendono vita le "storie", storie popolate da draghi, sirene, pirati, scheletri, uomini spaziali e tutto ciò che la fantasia riesce a immaginare, in un caleidoscopio di suoni, trucchi, scenografie fantastiche ed effetti speciali...
Il cinema è immaginazione, creatività e divertimento, e non esistono limiti di sorta.

Scorsese questo lo sa bene. E imbastisce la "sua" storia tenendo conto di questo. Regia impeccabile e perfetta, condita da un cameo azzeccatissimo (è Scorsese in persona che fotografa Melies davanti al teatro di posa) e da un 3D degno di tale nome.

Tantissimi i riferimenti al cinema dei primissimi anni del Novecento, alle pellicole di Melies e a fatti realmente accaduti (il sogno di Hugo, dove si vede un treno deragliare e distruggere Montparnasse altri non è che la "riproposizione" del vero incidente ferroviario accaduto nel 1895). Probabilmente, chi si intende di storia del cinema, apprezzerà sicuramente le tante strizzate d'occhio e i tanti omaggi di Scorsese.

Hugo Cabret è un film adatto a tutti, che può piacere a tutti.
Ve lo consiglio caldamente. Prima di tutto per le due piacevoli ore di spettacolo. In seconda battuta, perchè è uno di quei rarissimi casi di film non animati che meritano di essere visti in 3D.

Se poi voi l'avete già visto, fatemi sapere che ne pensate! :D

8 commenti:

  1. mi ha fatto pensare a "9" di Burton (anche se non ho ancora visto neppure quello :P )

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    1. Solo che non è di Burton, "9". ;)
      C'ha messo solo i soldi. M'è piaciuto molto come film d'animazione, "9". L'abbiamo visto sotto Natale. Particolarissimo.

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    2. E zacchete, arrivo io con la recensione di "9"! :D
      http://minuettoexpress.blogspot.com/2010/11/recensione-9.html

      (che non è di Burton, non mi stancherò mai di ripeterlo! :P)

      Felice che Hugo sia piaciuto anche a te! ^_^

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    3. In spam we trust. Fatto bene a linkare, dopo me la vado a leggere! :D
      Ribadisco: gran bel film 9!

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    4. eheh
      beh dai era per farmi capire (bugiabugia :D)
      se dicevo "9" di Shane Acker non capiva nessuno...
      ;)

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    5. Per questa volta ti risparmiamo la lapidazione...ghghghgh

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  2. Secondo me qui Scorsese prova a fare il Jeunet di turno. Ma toppa. A partire dalle piccole banalità di scrittura, per passare a delle scene che più didascaliche non si può (il cinema è proprio il luogo dove se vedi Hugo piangere non c'è bisogno che lui dica "sono triste") e per finire con una regia che alterna momenti incredibili (vedasi la splendida e spettacolare scena iniziale) con idee solo abbozzate che perdono il loro senso (per esempio lo sguardo in macchina dell'ormai ritrovato Papà George prima di raccontare il suo passato che non viene richiamato dopo e mi ha dato l'impressione che il buon vecchio Martin volesse affrontare la sequenza in maniera differente e abbia corretto il tiro in montaggio).
    Nel complesso, sia da un punto di vista della scrittura che da quello della regia, ho avuto l'impressione che tutto fosse stato frettoloso, e che quindi si perdesse nei dettagli.
    Non dico che è un brutto film (se i film brutti fossero così sarebbe un mondo assolutamente migliore), ma penso che sia un pochino un'occasione sprecata.

    Però vedere i bambini in sala a vedere un film di Scorsese mi apre il cuore. Ora saranno pronti per Taxi Driver.

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    1. E' un buon punto di vista, molto tecnico. Da "estraneo" del settore tecnico posso solo limitarmi ad uno sguardo da fruitore che ha apprezzato. :)
      Comunque è vero, è stato piacevole vedere bimbetti al cinema per Scorsese. :D

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