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5 validi consigli per chi vuole (auto)pubblicare un libro

Ho autopubblicato il mio primo libro su Amazon nel settembre del 2013.
Come esperimento, per capire come funzionasse la piattaforma in vista del mio primo saggio su One Piece. “The Goddamn Particle” è un racconto fantascientifico sulle origini di un (futuro) eroe potentissimo, poiché in grado di sprigionare la potenza dell’atomo. Nell’universo di “2 Minuti a Mezzanotte”, Uranium è uno dei personaggi più interessanti, soprattutto per via del fatto che è costretto a vivere all’interno di un’armatura che deve contenere la decadenza radioattiva che il suo corpo sprigiona. Mi sembrava naturale, pertanto, andare a scavare tra le “origini” della sua natura sovraumana.

A distanza di poco tempo ho immesso sulla piattaforma del signor Bezos altri due libri: un secondo racconto, “Una lunga nottata”, che fonde elementi noir alla narrativa zombie (un gruppo di camorristi impegnati in un’azione nottura si ritrovano ad avere a che fare con dei mostri non proprio “amichevoli”). Per quanto mi riguarda è la cosa migliore che abbia scritto, nonostante sia un testo difficile da comprendere, in quanto i dialoghi sono tutti i napoletano.
A questo si aggiunge la mia vecchia tesina sul calcio, la cui storia potete trovare raccontata nel dettaglio QUI.
Dopodichè sono arrivati quattro saggi a fumetti:
ONE PIECE: Pirati, Bucanieri e Corsari tra Storia, Fumetto e Mito
Holly e Benji: Lo spokon che ha rivoluzionato il calcio
ONE PIECE: Tra folklore, Mitologia e Fumetto
Tutto quello che non sai su Dragon Ball
Libri che mi stanno dando grandissime soddisfazioni. Che hanno racimolato un discreto numero di recensioni. E che, nel mio piccolo, mi hanno fatto capire alcune cose “fondamentali” per quello che concerne l’autoproduzione.

Ecco quindi che, arrivato a questo punto, non mi sembrava una brutta idea dare questi 5 consigli validi per chi vuole autopubblicarsi.
Pronti?

Prima di iniziare però mi va di fare una premessa, che è anche un po’ un’autodifesa. Quelle di seguito sono solo osservazioni derivate dalla mia esperienza, e quindi al 100% personali. Sicuramente gli autori autopubblicati “pro”, così come i #massimiesperti di autopubblicazione troveranno quest’articolo e questi consigli banali e scontati.
Quindi, nel caso, mi scuso.

Ad ogni modo…

1° Consiglio: La copertina conta davvero
Quando ho mostrato sulla mia fanpage facebook, in anteprima, la copertina del saggio su Dragon Ball, uno dei fan butici ha detto: “Con questa copertina il libro lo vendi anche per sbaglio”.
E non aveva affatto torto.
Per quanto mi riguarda, avere una bella copertina (anzi, diciamocela tutta: avere una copertina “che SPAKKA”) è fondamentale, per il semplice fatto che è il biglietto da visita del mio testo.
Nella mia concezione (magari sgangherata), la copertina deve dare anche sin da subito un’idea di quello che il lettore troverà all’interno del testo. Coi libri su One Piece penso che io e Carlo Beccarelli (il mio grafico di fiducia) siamo riusciti nell’intento al 100%.
Inoltre, se si vuole veramente spiccare dalla massa, a meno che non si sappia disegnare (o non si abbia familiarità con i programmi di grafica) il consiglio definitivo #totaletombale è quello di rivolgersi a un professionista del settore.
E non lesinare sul prezzo.
Mica vorrete autopubblicare il vostro (bel) libro con una copertina così, vero?

Bel termosifone, però!

2° Consiglio: La trasparenza prima di tutto
Il che vuol dire non attirare potenziali lettori con sinossi “truffa”, presentazioni fasulle o copertine con tette al vento (o addominali scolpiti), se il vostro è un saggio che tratta di astrofisica nucleare.
Tutte le sinossi dei miei saggi e dei miei racconti sono l’esatto riassunto di quello che il lettore troverà all’interno del testo. E se un lettore si lamenterà, all’interno di una recensione, dicendo che si aspettava qualcosa di diverso dal libro (ne parleremo più avanti), sarà un problema suo, non vostro.
Voi pensate sempre a essere il più diretti e onesti possibili col vostro pubblico.
E non preoccupatevi di altro.
L’onestà paga.
Sempre.

Silvio concorda

E se potete, “stuzzicate” i vostri lettori con anteprime programmate mentre siete al lavoro sul vostro libro. Non abbiate paura di spoilerare, ma anzi: scegliete con cautela alcuni brani di quello che pensate sia uno dei pezzi forti della vostro testo.
L’hype salirà alle stelle, avrete accontentato (per poco) i vostri lettori e anche voi vi sentirete sicuramente spronati a fare meglio, soprattutto se il risultato della preview ha incontrato il favore del pubblico.
Oltre a questo non millantate copie vendute.
Prima di tutto perché non interessa a nessuno (anche se in molti farebbero carte false per vedere quanto avete nel portafoglio); in secondo luogo, perché sono lampanti i numeri delle autoproduzioni. Una persona che non ha né un blog, né un sito, né una pagina facebook, né un canale youtube non può spuntare da un giorno all’altro e dire che il suo romanzo, in due mesi, ha venduto 5000 copie. Non è credibile, se non nella misura in cui, per galleggiare in classifica, ha fatto strani magheggi*.


Io non ho problemi a dirvi che, in totale, i quattro saggi a fumetti hanno superato quella fatidica soglia delle 5000 copie vendute. Ma ho un bloghetto che sconosciuto non è; una fanpage che anonima non è; e tutti e 4 i saggi (soprattutto quelli su One Piece) sono sempre stati spammati, condivisi e recensiti da tutte le fanpage che si occupano di One Piece (e che, se sommate, arrivano potenzialmente a un pubblico di 200.000 persone), nonché da youtuber del settore piuttosto seguiti (lasciando da parte gli amyketti Uanpisosi, i miei libri li hanno consigliati i cari Dellimellow, Dario Moccia, Cavernadiplatone e 88Ferro, sia sulle loro pagine che sui loro canali). Anche qui, se sommati i loro iscritti, si arriva a un pubblico potenziale di lettori enorme.

E in proporzione a questi numeri “giganteschi”, i lettori saranno il 2-3%.
Perciò i “signori nessuno” che millantano copie alla Stephen King mentono sapendo di mentire. E meritano di essere sbugiardati e presi per i fondelli.


3° Consiglio: Non svilite il vostro lavoro
Che, da un certo punto di vista, è un corollario del secondo consiglio.
Basta fare un giro su Amazon in tutte le categorie, e troverete montagne di tomi da mille pagine (s)venduti per 99 centesimi. Che poi per carità: scelta “legittima” dell’autore, ma io ho abbassato i prezzi dei miei ebook solo quando ho ricevuto l’offerta direttamente da Amazon di inserire i libri in alcune promozioni “a tempo”, come “L’offerta del mese” o “L’offerta lampo del giorno”, per il semplice fatto che in quel caso Amazon si premura di rompere gli zebedei a tutti i suoi “iscritti” consigliandogli i miei lavori – e quindi aumentando significativamente il mio “parco lettori”.
Per il resto ho sempre pensato che la mole di ricerca, di studio e di lavoro dei miei saggi sui fumetti (che ad oggi rimangono un “unicum” assoluto) meritassero un prezzo adeguato allo sforzo compiuto (prezzo che alcuni ritengono addirittura inferiore rispetto al dovuto).
Per la pace di quelli che, vedendo il libro su Dragon Ball a 3,99, hanno detto “No, grazie, troppo costoso”**.
D’altra parte non ho mai puntato una pistola alla tempia di nessuno, per costringere a comprare i miei libri.

4° Consiglio: Traete giovamento dalle critiche costruttive
Sembra che nell’immediato futuro su Amazon sarà possibile rispondere alle recensioni dei prodotti. Il che significa, ovviamente, che sarà possibile interloquire con chi lascia reviews in calce agli ebook. Già vedo il panorama: autori che si scanneranno con chi gli ha lasciato una stellina negativa, finti profili che inonderanno di flame recensioni legittime (o illegittime).
Il caos. La guerra. La morte.
Io posso solo dire una cosa: ricevere una recensione negativa mi fa male. Fa incazzare. E ovviamente ci rimango di cacca, se la ricevo. Ma ho imparato a distinguere la recensione negativa che ha al suo interno una critica valida, da quella che è una “evidente rosikata” per il successo di un libro da parte di un lettore che ha proceduto all’acquisto solo per comprarsi il diritto di lasciare una stellina***.


Senza tener conto del fatto che potete bellamente giocare con queste evidenti rosikate, e potete utilizzarle a scopo promozionale, i pareri veramente critici invece possono avere al loro interno dei consigli che, se applicati al vostro testo successivo, possono migliorarlo significativamente.
Devo solo dire grazie ai miei lettori per le critiche costruttive riguardanti la “struttura” del primo saggio su One Piece. A parere di tutti la prima parte del testo, per quanto estremamente interessante, era parcellizzata e spezzettata in troppi capitoletti brevi. Non fosse stata per questa osservazione, non avrei potuto migliorare la struttura del secondo saggio su One Piece, e non avrei potuto perfezionare quella del saggio su Dragon Ball, che dal punto di vista dell’esperienza di lettura – mi dicono – essere decisamente più “immersiva” e piacevole.

5° Consiglio: Fatevi aiutare
Realizzare un libro e autopubblicarselo, a dispetto di quanto si possa comunemente pensare, non è uno scherzo. Soprattutto se si vogliono fare le cose per bene, si vuole presentare un prodotto professionale e l’autore deve sobbarcarsi tutti gli aspetti creativi, dalla scrittura, alla pubblicazione, al marketing.
Un autore autopubblicato non può prescindere dall’avere (rudimenti) di marketing e conoscere le tecniche più avanzate per essere un #massimoesperto sui socialmedia, ma in ogni caso non può pensare di fare tutto da solo al 100%.
Della copertina abbiamo già parlato; dell’importanza di avere un network proprio con un brand “personale” (che comprenda blog, siti, pagine social, youtube, eccetera) ne abbiamo (incidentalmente) accennato; conoscere gli “specialisti” del settore può essere sicuramente importante, perché il passaparola è la linfa vitale di ogni cosa.
Ma se volete produrre un libro professionale, dovete avere una piccola squadra che vi aiuti per quanto riguarda la betalettura e l’editing.

No editing, no party!

Affidate il vostro scritto a persone che conoscono bene l’argomento di cui il testo tratta (se stiamo parlando di un saggio, o di lettori forti e navigati, se parliamo di un racconto o di un romanzo), in modo da avere un consiglio spassionato su quello che avete scritto, e farvi correggere eventuali sbavature o inesattezze.
Affidate poi la vostra opera a qualcuno di vostra fiducia, che sia competente nel campo dell’editing, per fare in modo che il vostro scritto venga smontato in tutte le sue parti, analizzato, rimontato e migliorato.
Solo così sarete sicuri al 100% di aver proposto al vostro pubblico un lavoro professionale e onesto.
Va da sé, comunque, che siamo tutti umani.
E se in tutti i testi pubblicati normalmente spesso ci scappa un refuso, chiudete un occhio se in un’autopubblicazione di refusi ne trovate 2 su un totale di 50.000 parole.
La perfezione non esiste.

Quante volte ho visto recensioni negative ad un libro perché il lettore, nonostante abbia gradito la trama, ha trovato a pagina 934 un piccolo refuso, che gli ha devastato l’aspettativa.
Uno così voi come lo chiamate?
[…]
Ecco, appunto.

E voi? Avete qualche consiglio/suggerimento utile da darmi?

Ps: dato che questo è un mega-articolone di 2000 parole, domani vi appendo sul blog e mi dedico alla Top5 su Dressrosa. :3
Ci rivediamo mercoledì.

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*Esistono forum e gruppi facebook in cui autori si mettono d’accordo per scambiarsi acquisti e recensioni. O serie di ebook dello stesso autore con lo stesso numero di recensioni fatte dagli stessi lettori che riportano le stesse parole per tutti i testi (diversi). Non ci credete? Cliccate QUI, QUI e QUI. E divertitevi.

**Che poi magari sono gli stessi che tutti i giorni comprano “Il corriere dello sport” e lo buttano nel cestino dopo aver letto solo due articoli sulla loro squadra del cuore. :D

***E comunque chi sono io per negarti quel diritto, se hai pagato “moneta sonante” per farlo? :3

15 commenti:

  1. Con tutto ciò che ho letto negli ultimi tempi, direi che sono tutti e cinque consigli più che validi; purtroppo però tra i cinque ci sono anche i motivi per cui ho abbandonato l'idea dell'auto-produzione, che avevo all'inizio. Non essendo granché bravo col marketing online, non avendo amici che mi possono aiutare, ma soprattutto non avendo i soldi necessari per l'editing, la copertina e la produzione, mi sto orientando pian piano verso l'affidarmi a una casa editrice (ovviamente facendo ricerche e trovandone una seria e che mi valorizzi, invece delle tante senza grandi sbocchi). Se per molti l'auto-produzione è una scelta obbligata perché non vengono pubblicati, per me assurdamente la scelta obbligata è rivolgermi a una casa editrice, insomma :D .

    Nonostante questo, comunque, trovo apprezzabile la scelta di chi, come te, sceglie di auto-prodursi. Ci vuole coraggio a investire i propri soldi, in un settore dove non ne girano tanti come questo, senza sapere poi se torneranno indietro,visto che non è più esposto chi è più bravo ma chi paga di più. Ho per esempio letto qualche tempo fa un libro molto sponsorizzato ma con errori di grammatica da scuola elementare e con una trama inconcludente, che non va da nessuna parte, così brutto che l'ho abbandonato prima di metà. Non tutti sono così, come dimostrano i tuoi saggi (che, tranne quello su Holly e Benji, ho comprato tutti appena usciti - momento paraculo :D ), ma comunque diciamo che quello del self sia un mondo "selvaggio", e trovo ammirevole chi ha il coraggio di affrontarlo :) .

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    1. Forse un po' di spregiudicatezza ci vuole. Io so che i miei libri non hanno un target per nessuna casa editrice, quindi l'unica soluzione "è fare da me". Per il momento, visto anche il riscontro, le cose non sono andate poi così male. :D

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  2. Ahaha, bellissima la copertina di "Ho fatto il militare".
    Se ci pensi, Zalone ha fatto delle copertine brutte il suo marchio di fabbrica, potrebbe pure funzionare XD
    Ottima guida, comunque, bel post.

    Moz-

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    1. Dipende: Zalone ha fatto del "finto" trash il suo marchio di fabbrica. Ci può stare.
      Ma un signor "nessuno" che lo fa, mi fa pensare che il suo prodotto è squallido. Ti pare? :)

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    2. Sì, infatti la mia era una battuta! XD
      Dipende dal "personaggio", insomma.

      Moz-

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  3. Ottimi consigli, immaginavo che avresti dato grande imporanza alla copertina, checchè se ne dica è una parte fondamentale. Purtoppo in un mondo molto frenetico e consumistico qual'è il nostro, il lettore medio non ha tempo per leggere gli estratti e si basa, per un primo impatto, sulla copertina. Di conseguenza è quanto mai necessario adeguarsi alle richieste alle necessità del pubblico .

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    1. Diciamo che con la copertina ci muoviamo sempre molto in anticipo, è una delle prime cose a cui io e Carlo pensiamo, e richiede un bel po' di tempo, dato che, come detto, deve comunque rispecchiare (o dare un'idea) di quello che il lettore troverà nel libro.

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    2. (e poi per i miei libri voglio belle copertine, al di là di tutto)

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  4. Io ho auto pubblicato tre libri e solo uno è stato comprato dai compagni di classe e i prof ahaha a parte tutto questi consigli sono assolutamente utili e veri, nel senso che se si vuole racimolare qualcosa sono passi obbligati. Però, su tutto, la soddisfazione di vedere qualcosa di tuo, scritto da te, pubblicato, è forse la cosa più bella in assoluto.

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    1. Indubbiamente sì, ma parliamo solo di grandi Case Editrici.

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  5. Bell'articolo sommo,fa piacere vedere come tu stesso analizzi e fornisci dati e informazioni sui tuoi saggi.
    Aspetto il mattone de "i 10 manga che hanno cambiato la storia MATAFAKKA............"
    Per il resto,buon proseguimento;)

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    1. Quello mi ucciderà mentalmente e psicologicamente, ma sarà una bella sfida con me stesso. :D
      - per il momento, che sono in fase di ricerca e studio, mi sto divertendo moltissimo -

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  6. Io non ho mai pensato di pubblicare un libro... Ma ho trovato tutto molto interessante. Sono consigli trasferibili per molti campi lavorativi!

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