E' un mondo oscuro e terrificante, quello in cui Alessandro, giovane stagista di regia, si troverà catapultato (e suo malgrado schiavizzato, sfruttato e malpagato): è il mondo del serial tv Gli Occhi del Cuore 2.
Un serial dove imperversano personaggi loschi, ambigui e controversi, tutti piegati alla logica del compromesso etico/morale e alla filosofia dello scambio e dell'opportunismo politico.
Perchè se la serie tv non è politicamente corretta (tanto da far piacere a questo o a quel senatore, e tanto da dover aspettare gli exit poll per decidere una delle scene più importanti della serie), se l'attrice di punta non è "figlia di", o se non cedi al ricatto della pubblicità occulta, Gli Occhi del Cuore 2 non può andare avanti.
Lo sa bene Renè Ferretti, regista talentuoso, che si è dovuto per forza di cose piegare a questo meccanismo e a questo gioco, dove partecipano attrici "cagne" e "divi" che si credono padreterni, direttori della fotografia cocainomani e nullafacenti cronici, il tutto condito da stagisti schiavi che possono essere insultati e maltrattati in tutte le maniere, e personale intoccabile (sempre perchè "protetto da", o "figlio" o "amico di").
Senza contare che la serie in sè, Gli Occhi del Cuore 2, è quel che è: "una merda", fatta "a cazzo di cane". Merito - o colpa - non solo delle cagne, dei padreterni e dei cocainomani di cui sopra, ma anche - o soprattutto - di un trio di sceneggiatori scalcagnato (spassosissimo) e improbabile.
Boris è uno specchio divertentissimo e tremendo della nostra società, racchiusa tra le semplici pareti della produzione di una sitcom - come direbbe Stanis - "molto italiana".
E soprattutto, è assieme a Romanzo Criminale e a Coliandro, uno dei pochi telefilm italiani che meritano di essere visti.
Un serial dove imperversano personaggi loschi, ambigui e controversi, tutti piegati alla logica del compromesso etico/morale e alla filosofia dello scambio e dell'opportunismo politico.
Perchè se la serie tv non è politicamente corretta (tanto da far piacere a questo o a quel senatore, e tanto da dover aspettare gli exit poll per decidere una delle scene più importanti della serie), se l'attrice di punta non è "figlia di", o se non cedi al ricatto della pubblicità occulta, Gli Occhi del Cuore 2 non può andare avanti.
Lo sa bene Renè Ferretti, regista talentuoso, che si è dovuto per forza di cose piegare a questo meccanismo e a questo gioco, dove partecipano attrici "cagne" e "divi" che si credono padreterni, direttori della fotografia cocainomani e nullafacenti cronici, il tutto condito da stagisti schiavi che possono essere insultati e maltrattati in tutte le maniere, e personale intoccabile (sempre perchè "protetto da", o "figlio" o "amico di").
Senza contare che la serie in sè, Gli Occhi del Cuore 2, è quel che è: "una merda", fatta "a cazzo di cane". Merito - o colpa - non solo delle cagne, dei padreterni e dei cocainomani di cui sopra, ma anche - o soprattutto - di un trio di sceneggiatori scalcagnato (spassosissimo) e improbabile.
Boris è uno specchio divertentissimo e tremendo della nostra società, racchiusa tra le semplici pareti della produzione di una sitcom - come direbbe Stanis - "molto italiana".
E soprattutto, è assieme a Romanzo Criminale e a Coliandro, uno dei pochi telefilm italiani che meritano di essere visti.
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