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Marvel Noir - Spiderman: Occhi senza un volto

Peter Parker/Spiderman ha sempre avuto per me l'interesse di un calcio nel sedere.
Mi piace il design del suo costume (che è veramente, ma veramente figo), ma per il resto il personaggio lo trovo odioso e borioso, soprattutto per via di quelle battutine inutili che spara ogni 3/4 giusto per accattivarsi le simpatie del lettore.

Senza contare che la sua creazione "in quanto personaggio" l'ho trovata una furbata pazzesca da parte di Stan Lee e soci. Me li immagino seduti attorno a un tavolo a confabulare: "Ci serve un nuovo supereroe! Come facciamo? Prendiamo i due più famosi. Superman e Batman...Da Superman prendiamo i colori del costume, da Batman il modus agendi da vigilante. Però non dobbiamo farlo uguale uguale a Batman. A questo nuovo supereroe dobbiamo dargli un trauma, ma meno traumatico di quello di Batman. E dato che Batman è antipatico, scontroso ed estremamente misantropo, questo lo dobbiamo fare simpatico, e con una vita sociale altamente incasinata."

Anche i nemici di Spiderman - fatta eccezione per Venom, Carnage e Doc Octopus - mi sono sempre stati altamente sugli zebedei.
Ma d'altronde, com'è che si dice?

De gustibus non disputandum est.

Detto ciò, dopo essermi attirato tutte le peggiori antipatie da parte dei fan del celeberrimo Arrampicamuri (se Paolone mi sta leggendo, probabilmente o mi avrà buttato addosso le peggio maledizioni o sarà impegnato in una macumba improvvisata nei miei confronti), ammetto che questo Spiderman: Occhi senza un volto, mi ha riconciliato con Peter Parker e il suo alter ego.

La graphic novel è molto buona, autoconclusiva, si fa leggere e tiene costantemente alta la tensione narrativa.

E soprattutto, Spiderman è un figo e non fa battutine squallide.

La storia è ambientata nell'America degli anni '30.
La Depressione si fa sentire, le strade sono piene di disoccupati e disperati, e in città, dopo la caduta di Norman Osborn alias "Il Goblin" sì è creato un vuoto di potere ai vertici della Malavita.
Vertice che, a quanto pare, adesso è stato occupato da un fantomatico "Signore del Crimine", capace di intimorire tanto la polizia quanto l'intera malavita con le sue attività criminali.
Questa è la cornice della vicenda che Spiderman sarà chiamato a risolvere. Perchè il vero problema, non è tanto il Signore del Crimine, quanto la sparizione di un numero altissimo di persone di colore dai vari quartieri della città.

Chi c'è dietro queste sparizioni?
Come e perchè avvengono?

A voi lettori il compito di scoprirlo, leggendo questo buonissimo albo sceneggiato da Hine&Sapolwsky, e disegnato dall'eccellentissimo Carmine Di Giandomenico.

- segna, Valentino! Segna! -

4 commenti:

  1. Sai che ti sto leggendo ma le maledizioni non te le butto mica. In fondo sai anche che il tuo interesse nei confronti di Spiderman è pari al mio nei confronti di Superman, quindi quantomeno siamo pari xD.
    In ogni caso questa GN non l'ho ancora presa quindi non posso commentarla. Ti posso dire che presi la prima, quella dedicata proprio alla caduta di Osborn e dove sono narrate le origini del personaggio nel contesto noir, e mi piacque molto. Spiderman negli ultimi tempi non è più il bel personaggio degli inizi o degli anni '90 (dove IMHO raggiunge l'apice) e questo universo alternativo non può che essere apprezzato.

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  2. Vero vero: ottima graphic novel.
    Spiderman noir è un figo, molto più della sua versione normale.
    E l'Octopus di questo mondo alternativo è assolutamente spaventoso.

    Lieto che la serie ti piaccia ;)

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  3. nn ho ancora capito questa graphic novel cosa sia: se una serie di fumetti, una storia in fumetto autoconclusiva o ..

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  4. E dire che quando mi parlavi di Noir, io ti avevo subito citato questo albettino....mò mi ci hai fatto incuriosire con questa mini recensione...maledetto suino! Non ho soldiiiiiiiiii!!! xD

    Comunque al primo posto c'è sempre quel maledetto Testamento....

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