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Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1

A cura di Raffaele "El Rafko" Sergi

Che non ci si lasci ingannare da quanto è stato fatto, nel bene e nel male, per addobbare ed abbellire la trappola: che si tratti di fiori, ghirlande, magie o lustrini, una sabbia mobile resta sempre una sabbia mobile, una diabolica macchinazione atta a tirar giù tutto e tutti senza alcuna distinzione.
Guardare "Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I", in fondo, è proprio questo: un lento ed inesorabile sprofondare, un graduale assopimento realizzato con la più paludosa e stagnante fra le pecche cinematografiche, la noia. Ed a visione conclusa, pensando anche a quanto poco da offrire aveva la prima parte di questo ultimo capitolo della saga, parlando naturalmente del romanzo, dal punto di vista narrativo, sorgono sempre più dubbi sullo smezzamento in due film separati e distinti: ma era davvero necessario?

Due ore e passa di vuoti, di tentativi maldestri, di sbadigli. Facendosi scudo con la scusante della fedeltà e della precisione, e speculando quindi sul portafogli di chi paga al cinema con moneta sonante, gli autori provano ad inculcare allo spettatore un prodotto che non sa di nulla, che non ha odore, che non è vivo. Uno smembramento grossolano e frettoloso, come un mosaico i cui tasselli, poco a poco, vengono via staccandosi dalla base su cui son stati poco attentamente incollati, e rovinando goffamente a terra.

E tecnicamente forse, ponendo il discorso in maniera metaforica, possiamo dire che è questo ciò in cui il film maggiormente difetta: non la fedeltà intermittente all'immagine iniziale, non la scelta del colore che ricalca solo a grandi linee la controparte originale. Ma il collante: ciò che tiene, o meglio, dovrebbe tenere unito ogni piccolo tassello alla propria base. Ed effettivamente "Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I" sembra, più che un film, un miscuglio di scene messe insieme a casaccio, prive di quelle fondamenta e di quell'unione che dovrebbero caratterizzarle e tenerle in vita, accendendole di passione, lucidità ed energia.

Invece, ci troviamo di fronte ad una realizzazione opaca, spenta, velata da un sottile strato di polvere. Ogni scena, pur riuscendo spesso a trovare il proprio riferimento, pur se frettoloso, al romanzo della Rowling, resta fine a sé stessa autoincatenandosi ed incrinandosi da sola, impedendosi così la possibilità di legarsi con le altre scene e di garantire quella fluidità e quella scorrevolezza delle quali la trama avrebbe disperatamente bisogno.
Proprio questa grave assenza, la mancanza di un qualcosa che saldi le varie parti in cui il film è strutturato, è l'elemento gravoso che mina, e piuttosto seriamente, alle fondamenta stesse della pellicola: non una spiegazione, non un attimo di tregua, si salta nervosamente da una parte all'altra della storia senza concedere la possibilità di ragionare e di metabolizzare ciò che di comunque scarso, dal punto di vista dell'azione, è appena successo. Chi recepisce il film, malgrado tutto, si ritrova distaccato e poco coinvolto, come un vago sentore di apatia che annebbia la mente ed irretisce i sensi.

Nondimeno, le scene stesse, prese singolarmente, sembrano svuotate ed insecchite come un limone spremuto fino all'ultima goccia della propria linfa. Succubi di noia e, peggio ancora, orfane di quel pathos del quale, invece, dovrebbero essere totalmente permeate, trovano un compimento solo parziale, una mezza realizzazione. Se da una parte, infatti, riescono a seguire fedelmente, pur inciampando qua e là, la propria controparte cartacea, dall'altra manca quasi totalmente quella carica emotiva che dovrebbe innalzarne i contenuti, le tematiche, l'espressione stessa con la quale si raggiunge lo spettatore. E invece, nella dimenticanza e nell'oblio di questo aspetto che, viceversa, dovrebbe essere fondamentale, il film si trascina stancamente avanti, in una lugubre giostra di effetti speciali che piacciono ma non risolvono, di dialoghi che intrattengono ma non convincono, e di una trama che, già sbilenca di suo, viene tappezzata alla meno peggio per tentare di rimediare agli errori ed all'incompetenza delle quali, nei due film precedenti, gli autori hanno colpevolmente abusato. Non meravigliatevi quindi, ad esempio, di vedere personaggi che, mentre in realtà già in passato avrebbero dovuto avere ruoli di un certo rilievo, qui d'improvviso si presentano all'ignaro protagonista sfoggiando cicatrici, curriculum tutt'altro che raccomandabili, pesanti eredità e tutta una serie di peculiarità che ne caratterizzano, in maniera fin troppo esplicita e semplificata, l'aspetto psicologico e comportamentale. Una semplice parvenza, una mera illusione di relazioni interpersonali, che spesso e volentieri appaiono troppo timide e raffreddate.

In tutto questo, non aiutano né gli attori né le modalità con le quali vengono sintetizzati i pochi temi posti dalla pellicola. Aspetti che si avvicendano e che diventano uno conseguenza dell'altro, perché se è vero che, nell'immensità del cast, il tutto è incentrato quasi esclusivamente su un trio di interpreti che, messi insieme, a stento realizzano un solo attore realmente capace di espressività recitativa, è anche vero che i vari personaggi vengono sviluppati in maniera eccessivamente affrettata, accompagnati da una colonna sonora grigia che non riesce in alcun modo ad entrare nel cuore e nell'animo di chi ascolta, non riuscendo quindi ad essere di alcun aiuto al campo visivo.

E così anche le tematiche del film finiscono, nonostante tutto, per essere ridicolizzate e surreali, decadendo in quella che all'occhio sembra una brutta copia, quasi una parodia: se, come già detto, quelli che dovrebbero essere paura, tensione, narvosismo, involvono in un senso di noia dalla sequenza velocizzata ed inconcludente, e mantenendo quindi un ritmo mai realmente incalzante e mai costante, c'è qualcosa di terribilmente caricaturistico e strafottente nella delicata tematica della morte. Se quella della civetta Edvige viene ricostruita tentando di diventare eroica, mentre invece finisce per essere inconcreta ed incoerente, e se quella di Malocchio non viene addirittura sentita, passando come un accadimento di poco conto senza avere il benché minimo rilievo, c'è qualcosa di ancor più grottesco nella triste fine di Dobby. Perché vedere un personaggio che, nel momento catartico di massima tensione e di massimo pericolo, anziché mettersi in salvo nel momento giusto e con tutto il tempo possibile a disposizione, si esprime in un monologo insulso che ne causa la scomparsa prematura, è qualcosa di davvero deprimente che si vede solo nei film di quart'ordine.
Peggio ancora, nel senso di nervosismo crescente che invade i tre protagonisti, alla ricerca di oggetti che non vengono mai esplicitati con la dovuta chiarezza, che non ottengono mai quella luce e quell'attenzione di cui avrebbero enorme bisogno (ed a tal proposito, sembra riproporsi lo stesso problema già incontrato con la versione cinematografica de "Il principe mezzosangue": perché un qualcosa che all'interno della storia trova lo spazio di una manciata di minuti dà il titolo al film stesso?), troviamo un'influenza troppo adolescenziale/moderna, troppo twilightiana. Insensati alcuni momenti di fan service aggiunti liberamente ad una sceneggiatura che, invece, vorrebbe spostare le proprie attenzioni verso ciò che di effettivamente quest'opera dovrebbe trasmettere di importante. È così, ad esempio, che vengono spazzate via settimane e settimane di studi e preparativi all'assalto al Ministero, avvenuto in maniera improvvisa e rocambolesca e senza un piano preciso. Per non parlare dei filler: balletti inventati del tutto fuori luogo, dialoghi sensa senso e zip che si alzano e si abbassano.

Di contro, vanno elogiate la scena iniziale, l'unica forse effettivamente suggestiva di tutto il film, e soprattutto la sequenza d'animazione volta ad introdurre i Doni della Morte, ottima invenzione grafica e narrativa. Per il resto, guardando soprattutto al pessimo capitolo precedente, non si può che parlare di un timido passo in avanti, pur non soprassedendo sulle tante piccole imperfezioni delle quali, inevitabilmente, soffre la storia. E qui ci si pone nuovamente la domanda iniziale: ma visti i risultati, era davvero necessario dividerlo in due parti?

12 commenti:

  1. io ho letto il libro e visto ieri il film.
    Non sono d'accordo con questa recensione.
    Ritengo che coloro che hanno letto il libro apprezzino tale film e la scelta di spezzare in due l'ultimo capitolo in modo da salvaguardare la trama originaria, che gia da sola è ottima.
    Se poi paragoniamo questa scelta con ciò che è avvenuto nel sesto film nel quale sono state tralasciate molte cose allora questa ci appare ancora più giusta.
    Inoltre il film non mi sembra affatto noioso....questo va ovviamente valutato in base al tipo di pubblico......sicuramente questo film non è rivolto ai dodicenni!!! io infatti ho 21 anni.

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  2. ma raffaele nn poteva essere più concreto nella sua recensione!? XD
    lho letta tutta!!! IHUUPPI

    cmq secondo me il semplice cambio del regista avrebbe salvato tutto!
    io nn lho ancora visto questa settimana avevo l idea di andare speriamo che nn sia come dice raf!!


    SAJA

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  3. (Zoro Roronoa aka Valentino)

    Anonimo, certo la trama è ottima, ma quella del libro. Non quella espressa dal film.

    E, nel paragone, come fai a chiamare "giusta" la scelta di omettere dei fatti? Per di più tali fatti sono stati sostituiti da scene prolisse ed inutili (anche nel modo in cui sono state girate).

    A me non pare nemmeno tanto vietato ai minori, visto che si vedono a malapena due baci nel film (cosa da tutti i giorni). Ed anche le scene "terrorifiche" non sono paragonabili nemmeno a film come Men In Black.

    Per il resto sono d'accordissimo con Rafko, anche se non sarei stato così rigido sull'intepretazione del trio d'attori, avrei almeno salvato Hermione Granger/Emma Watson.

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  4. Una recensione OBBROBRIOSA.
    Semplicemente non ti piace il trama e hai preferito riempire una recensione soggettiva di tante belle parole, come per volerla mascherare, rendendola molto più "giornalistica".
    Fa ridere :)

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  5. Non ho visto il film in questione, quindi non posso dire nulla al riguardo della pellicola.

    Quando Raffaele mi passa una sua recensione, sono sempre lieto di pubblicarla:
    1)- perchè sono scritte bene
    2)- perchè, nonostante rispecchino - ovviamente - il parere dell'autore, sono quantomeno argomentate.

    Un conto è criticare una cosa che è piaciuta oppure no, argomentando perchè è piaciuta oppure no.
    Un conto è limitarsi a un semplice "è 'nammerda" o "fa ridere".

    Purtroppo, a certe persone, manca del tutto il senso critico. L'argomentazione del proprio pensiero ormai è limitato a un semplice "Mi piace" in puro stile Facebook.

    Perchè, francamente, un commento come quello sopra al mio, oltre a far (davvero) ridere, è veramente obbrobrioso.

    Ok, la recensione ti ha fatto ridere ed è obbrobriosa. Saremmo lieti di sapere IL PERCHE', secondo te, la recensione fa ridere ed è obbrobriosa.

    Ma purtroppo, come dicevo prima, le persone hanno perso del tutto il senso critico.

    Argomentazione zero.

    Ps: questa non vuole essere una difesa nè nei confronti di Raffaele, nè nei confronti della recensione da lui scritta. Soprattutto perchè nè l'uno, nè l'altra, hanno bisogno di difendersi. Casomai vuole essere un'esortazione a spiegare perchè, secondo voi, il film in questione è bello/è 'nammerda, e perchè secondo voi la recensione sarebbe buona/'na mmerda.

    Perchè una critica - (s)oggettiva - può essere ovviamente criticata a sua volta se opportunamente controribattuta punto per punto.

    Le opinioni sulle critiche, invece, per quanto si possa rispettarle, possono essere tranquillamente ignorate, dato che sul piano "critico" valgono meno di zero.

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  6. @Anonimo 1: fondamentalmente io credo sia più logico il contrario, ovvero che ad apprezzare il film siano quelle persone che non hanno letto il libro. Non avendo una controparte cartacea a cui fare riferimento, non si possono notare le tante piccole incongruenze, le assenze, ed anche gli errori degli autori. Anche con questa prima parte de "I doni della morte" ce ne sono a bizzeffe, ed anche abbastanza importanti. Per questo dicevo che smezzare così il settimo romanzo di Harry Potter non ha avuto senso, e che sembra l'ennesima speculazione più che un tentativo di salvaguardarne il prosieguo della storia: sia perché, se davvero avessero voluto fare una cosa del genere, ci avrebbero pensato già da prima, almeno da "Il calice di fuoco" che comunque tenta di non omettere nulla di importante a differenza dei due successori, sia perché, si sa, due miliardi di dollari anziché uno fanno comodo...

    Di esempi di incongruenze ed errori vari ce ne sarebbero anche a iosa, volendo... nella parte del cimitero di Godric's Hollow Harry addirittura contraddice apertamente ciò che era successo nel libro, riguardo la pozione polisucco. E questa è una cosa che fa riflettere.

    @SAJA: poi facci sapere se t'è piaciuto o meno. :)

    @Vale: anche l'aspetto che sottolinei tu non è di poco conto. Hanno omesso del tutto, ad esempio, il quadro di Phineas, che nel romanzo aveva una certa rilevanza. Di contro, hanno aggiunto un balletto tra Harry ed Hermione che, data la situazione e dato il punto che aveva raggiunto la storia, era veramente fuori luogo. Di più, c'è quasi un continuo e voluto intendere che ci sia della roba tra loro, anche dopo che Ron se ne va... e questo è veramente pazzesco.
    Per quanto riguarda il trio, ho detto che messi insieme ne valgono uno solo proprio perché Emma Watson è l'unica che riesce a distinguersi dall'anonimato. Sempre peggio Radcliffe, inespressività totale; se avessero messo un comodino al posto suo, sarebbe stata la stessa cosa.

    @Anonimo 2: grazie del parere spassionato, ma non ho capito perché la mia recensione sarebbe obbrobriosa. Che di fondo sia soggettiva va da sé, in fondo sintetizza il parere dell'autore. Ma le mie argomentazioni sono oggettive, perché ciò che dico rispecchia la realtà: la musica è debole, le scene sono piatte e dislegate fra loro, il pathos è totalmente assente. Nel libro c'era sempre un senso di apprensione e di oppressione che accompagnava i protagonisti, c'era proprio il sentore di distruzione nell'aria, dovuto alla salita al potere di Voldemort e seguaci. Nel film no, il massimo è la radiolina che dice i nomi dei maghi scomparsi quotidianamente, nient'altro. Di più, nel libro c'erano parti descritte in maniera davvero egregia, cariche di adrenalina e dal ritmo incalzante, come l'attacco di Nagini. Nel film invece si perde tutto.
    E si potrebbero fare parecchi altri esempi.
    Che poi la mia recensione ti faccia ridere... amen. Fortunatamente il mondo è bello perché è vario. Se a tutti piacessero le stesse cose allora sì che sarebbe un problema.

    @buta: "A Raffaele Sergi piace questo elemento"

    XD

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  7. @Rafko: E io ti dico che la penso diversamente. Per quanto il tuo parere possa essere condiviso da altre persone, rimane comunque un qualcosa di soggettivo =)
    Ma se vuoi ti faccio un disegno,se proprio non lo comprendi. Non pensi sia prepotente marchiare il tuo dire come un qualcosa di oggettivo, e quindi reale, equo, imparziale, EFFETTIVO? Ho davvero avuto l'impressione, leggendo gli articoli di questo blog, che voi pensiate di essere onniscienti sotto ogni punto di vista. Magari vi piace giocare il ruolo dei pensatore di turno. Cercare di fare il socrate della situazione, è forse una vostra grande aspirazione. Mi dispiace anche sminuire la vostra parola, ma "il viagra della mente", è una semplice "caramella". Niente di più. L'unica eccitazione fornita, deriva magari da quell'occhio falsamente seducente che s'intravede nello sfondo, ma.. non attacca più di tanto. No purtroppo.

    RispondiElimina
  8. @anonimo:

    Mi piacciono i troll.
    Sanno come rendersi ridicoli da soli e si affossano con le loro stesse mani.

    1)- perchè sono sempre anonimi, non hanno mai il coraggio di metterci la faccia, figuriamoci un nickname o un link dove andare a trovarli. Quindi, oltre che ridicoli, sono anche (e soprattutto) vili e codardi.

    2)- perchè non rispondono mai alle domande che si fa loro.
    "io ti dico che la penso diversamente."
    Saremmo lieti di conoscere il tuo pensiero, esimio, dato che fin'ora la tua presenza, così come i tuoi interventi sono inutili e ininfluenti al fine della discussione.

    "Per quanto il tuo parere possa essere condiviso da altre persone, rimane comunque un qualcosa di soggettivo"
    Ridicolo doppiamente. Avessi letto i commenti prima del tuo è stato ribadito più e più volte che i pareri sono SOGGETTIVI, ma quantomeno argomentati.

    "Ma se vuoi ti faccio un disegno,se proprio non lo comprendi"
    Tenendo conto che non sai scrivere, non sai argomentare, e non sai esporre il tuo pensiero discordante, penso che tu non sappia nemmeno come si tenga in mano una matita. Poi, se vuoi provarci...libero di illuminarci.

    "Ho davvero avuto l'impressione, leggendo gli articoli di questo blog, che voi pensiate di essere onniscienti sotto ogni punto di vista. Magari vi piace giocare il ruolo dei pensatore di turno. Cercare di fare il socrate della situazione, è forse una vostra grande aspirazione. Mi dispiace anche sminuire la vostra parola, ma "il viagra della mente", è una semplice "caramella". Niente di più. L'unica eccitazione fornita, deriva magari da quell'occhio falsamente seducente che s'intravede nello sfondo, ma.. non attacca più di tanto. No purtroppo."
    Sai com'è. Questa è la mia casa virtuale. A casa mia, sono libero di pensare e di dire quello che mi va,
    sono libero di ospitare chi mi pare, e liberissimo di esclamare: "anonimo è un coglione".

    Ma forse non c'è nemmeno bisogno di esclamarlo. Si è già palesato da solo per quello che è.

    Sei libero di tornare a bussare a questo campanello, solo se porterai argomentazioni valide che esprimano IL TUO parere secondo il quale la recensione postata non ti è di gradimento. Altrimenti, puoi restare tranquillamente fuori a mirare l'occhio falsamente seducente - che tra parentesi è il mio, e quindi hai fatto un'altra figura (non falsamente, ma obiettivamente) di merda.

    RispondiElimina
  9. @troll: ho cancellato il tuo commento e così farò con tutti quelli che seguiranno fino a che non argomenterai. Come ti ho già scritto, puoi rimanere fuori dalla porta.
    Grazie.

    RispondiElimina
  10. ciao sommobuta sono filippo (iscritto sul devil fruite forum)

    devo ammettere che QUESTA recensione di raffaele (non ne ho lette altre) essendo un tantino prolissa mi ha fatto perdere tra le righe e di conseguenza calare l'attenzione, ma sono sicuro di poter affermare di essere d'accordo su determinati punti:

    "sembra, più che un film, un miscuglio di scene messe insieme a casaccio"

    vero, è proprio quello che pensavo durante la visione

    il riferimento a twlight

    vero, squallido, nulla contro twlight, ma questo non è un film della saga dei vampiri

    magari sarei stato d'accordo anche su altro ma mi ero stufato di leggerla :)

    era necessario dividere in 2 il film?

    prima di andare a vederlo avrei detto ASSOULTAMENTE SI', troppe cose necessitavano di una degna spiegazione e descrizione

    dopo aver visto il film... bè direi proprio di no, perchè la prima metà l'ho trovata scarna, cioè le tematiche piu' importanti ridotte al midollo e invece massima attenzione per i giorni passati nelle foreste... cioè riflettiamoci un attimo

    per chi ha letto il libro: lo sappiamo che son stati li' per 5000 pagine quindi speravamo di nn vederlo rappresentato sul grande schermo visto che in 2 ore sarebbero dovute succedere un sacco di altre cose

    per chi non ha letto il libro: non sapendo che appunto quelle scene cosi' lunghe e un tantino noiosine sono state fatte cosi' per rispecchiare il libro, a parer mio (chi nn ha letto libro) non ne capisce il perchè, quindi perchè soffermarsi per cosi' tanto tempo sui paesaggi? sulle storie di hermione e le vacanze della sua famiglia... su sti cavolo di triangoli e gelosie... ma dai...

    pero' devo ammettere di essere molto fiducioso per la seconda parte, secondo me varrà il prezzo del biglietto sicuramente

    p.s. vado OT ma volevo farti i complimenti, sommobuta, ti seguo molto e sinceramente se non so cosa fare mi fa piacere leggere cio' che scrivi, pubblichi o REPORTeggi :)

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  11. @Filippo: grazie a te. :)

    Io come ho scritto sopra, pubblico le recensione di Raffaele perchè so che sono benscritte e so che sono argomentate.

    Poi succede (ed è successo, eh) anche che lui recensisca un film che non gli è piaciuto (mentre a me sì) e ne parliamo e ne discutiamo; non per questo, se mi passa una recensione di un film che a me non è piaciuto, non la pubblico. Anzi, sono ben felice di farlo (vedi, per esempio, la recensione de "L'apprendista Stregone"; qui sul blog c'è una recensione di Raffaele che stronca il film, film che a me non è dispiaciuto affatto, invece).

    Su HP7 ho sentito pareri contrastanti: a chi è piaciuto perchè estremamente fedele al libro, e a chi no.

    Io non l'ho ancora visto. Quando sarà, dirò la mia. :D

    19 dicembre 2010 20:42

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