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Perchè è SACROSANTO bannare i rompicoglioni dai propri profili

Qualche giorno fa, per la primissima volta in dieci anni, Facebook ha bloccato il mio account per 24 ore.
Il motivo? Secondo gli amyketty di Zuckerberg avrei scritto un post che violava le norme comportamentali del social network più utilizzato della Via Lattea.
Il post in questione era in realtà un attacco al manifesto xenofobo-razzista utilizzato da Forza Nuova (e ripreso paro paro dalla propaganda fascista degli anni ’40). Ma evidentemente agli amyketty di Zuckerberg (o a qualche zelante camerata dal click facile che ha segnalato la mia personalissima critica) la cosa non andava bene e hanno provveduto alla cancellazione e al mio blocco temporaneo.
Poco male.
Ci può stare.
Amici come prima.
A questo punto però le cose sono diventate interessanti.
Perché, per ribadire per la ventordicesima volta quello che sanno tutti, facendo mie le immortali parole del Marco Pagot nazionale, un troll mai visto sulla mia pagina mi scrive tra i commenti che sono il primo fascista del web, perché banno tutti quelli che commentano in maniera critica e non la pensano come me.
Dopo averlo ovviamente bannato (così da dargli pienamente ragione), mi sembrava doveroso scrivere due righe al riguardo, dimostrando non solo perché un commento del genere sia una cagata pazzesca, ma anche (e soprattutto) per chiarire definitivamente perché è giusto e sacrosanto bannare tutti quelli che, di punto in bianco, vengono a rompere le palle sui nostri profili.
Pronti?


Partiamo dal principio.
Cos’è il fascismo (e perché l’accusa di essere un fascista – digitale, in questo caso – non regge nemmeno per sbaglio)?
Emilio Gentile, uno dei #massimiesperti di Storia e dello Studio del Fascismo, propone la seguente definizione: “Il fascismo è un fenomeno politico moderno nazionalista rivoluzionario antiliberale antimarxista organizzato in un partito milizia con una concezione totalitaria della politica e dello Stato con un'ideologia attivistica e antiteoretica, a fondamento mitico, virilistica e antiedonistica, sacralizzata come religione laica, che afferma il primato assoluto della nazione, intesa come comunità organica etnicamente omogenea, gerarchicamente organizzata in uno Stato corporativo, con una vocazione bellicosa alla politica di grandezza, di potenza e di conquista mirante alla creazione di un nuovo ordine e di una nuova civiltà.


Dopo aver letto questa definizione, perché l’accusa di essere fascista – e più nello specifico una sorta di fascista digitale 2.0 – è una “cagata pazzesca”(cit.)?
Prima di tutto, perchè non sono un fenomeno politico.
Non ho intenti nazionalisti o antiliberali. Nè milizie private o personali. Non aspiro alla creazione di comunità organizzate in maniera gerarchica, non sono un superuomo, non ho vocazioni bellicose e di certo non miro a sovvertire alcuno status quo.

Volendo riconvertire questa cosa nel mondo 2.0, non miro a impadronirmi del web o a sovvertirlo, non ho supporter che picchiano (fisicamente o digitalmente) qualcuno (né ho mai incitato a farlo), e benchè abbia amministrato forum, siti e pagine facebook (essendo quindi uno dei vertici di una gerarchia di una associazione digitale) non ho mai aspirato alla trasformazione di questo potere (chiaramente effimero) in un qualcosa di fisico o politico (d’altronde non mi chiamo Beppe Grillo).
Ecco perché l’accusa di “fascista” (digitale o meno) è stupida e insensata.
Oltre che totalmente fuori luogo.


Ma andiamo al secondo punto.
Perché è giusto e sacrosanto bannare i rompipalle dal proprio profilo?
Parlo, naturalmente, per me.
Tutto quello che faccio è limitato all’esposizione di idee e opinioni, o a condivisioni di ciò che faccio, limitatamente al mio spazio digitale personale.
Non vado in giro su profili, pagine facebook o gruppi random a spammare la mia roba.
Raramente commento su profili di amici, in calce ad articoli su blog o negli appositi spazi su YouTube a meno che non abbia qualcosa da dire che contribuisca ad arricchire la discussione.

Scrivo sul mio blog.
Pubblico i miei video sul mio canale YouTube.
Posto cazzate sulla mia fanpage facebook.
Scrivo libri su temi che interessano a me.


Nel fare questo, non ho mai puntato la pistola alla tempia per convincere qualcuno a leggere un mio articolo, vedere un mio video, commentare un mio post o comprare uno dei miei libri. E non avendo una milizia privata, non ho mai mandato a manganellare nessuno per avere in cambio supporto o “popolarità”.
Il “mi piace” alle mie pagine o l’iscrizione ai miei canali youtube da parte di un numero “X” di persone sono libere e spontanee.
E liberamente e spontaneamente la parola e l’opinione è concessa a tutti.
A patto di rispettare le regole basiche di sana convivenza.

Uno tizio random che come prima cosa mi scrive che sono “Uno stronzo”, “un coglione” o “un fascista”, senza aggiungere altro, non rispetta le regole di cui sopra. E poiché mette in chiaro, sin da subito, che non vuole avere alcun dialogo, non vedo per quale motivo dovrei dialogare con chi non vuole farlo in partenza.

Nell’ottimo saggio “L’arte dei social media”, Guy Kawasaki, uno dei #massimiesperti al mondo di social media menagement dice, testualmente: “Non esitare a ignorare, cancellare, bloccare o segnalare troll e spammer. Non sei tenuto a interagire con questi personaggi.

E quindi, l'unica risposta valida, certe volte, è proprio quella della seguente canzone CULT di Alberto Sordi:


E se concedo sempre il beneficio del dubbio a chi eccede in irruenza o passione (anche perché personalmente mi piace discutere – anche in maniera animata – con chi ha la competenza di saper tenere una discussione), non mi interessa perdere tempo con i maleducati o troll.
Soprattutto se sin dal primo scambio di battute si palesano, esattamente, per quello che sono.

D’altra parte internet è un luogo meraviglioso anche perché, democraticamente, ci concede il diritto di dialogare solamente con chi vogliamo.
E per quale motivo dovrei rinunciare a questo sacrosanto diritto?

Voi che cosa dite?
Come vi comportate con troll e maleducati?

Ps: bentrovati. Da oggi il blog torna alle normali attività editoriali con post il lunedì-mercoledì-venerdì.
Il sabato, dedicato interamente a ONE PIECE.
:D

10 commenti:

  1. Di solito fingo che non esistano, ma se amministrassi io una pagina gradirei che non diventasse una vetrina di inutilità. Chi capisce che non lo si fa per "fascismo" è benvenuto in suddetta pagina

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    1. Chiaro.
      Sempre Guy Kawasaki dice che rispondere almeno una volta è lecito. Se il rompipalle persevera a rompere le palle, è tuo diritto agire come meglio credi.

      Che in genere, è quello che faccio. :)

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  2. Aggiungo una considerazione: come amministratore del mio blog, io ho la responsabilità, nei confronti dei commentatori "normali", di garantire loro uno spazio per una discussione quanto più rilassata e piacevole. Il commentatore che tracsende, che passa all'insulto o che si imita a disturbare per il gustodi farlo, non disturba solo me (ipoteticamente, il suo bersaglio) ma anche tutti i lettori e i commentatori.
    Io devo pensare ai miei lettori, non ai miei antifan.
    Perciò se c'è da bannare, banno - sempre, se pèossibile, lasciando prima all'interessato la possibilità di esprimersi, e poiché mi piace discutere, avendone il tempo discuto anche, e a lungo.
    L'ostilità aperta da chi commenta solo e sempre per far cagnara non viene tollerata.
    Idem la noiosità.

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    1. Verissimo. Anche perchè adesso questa cosa della responsabilità del gestore è a livello legale.

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  3. Condivido in pieno il tuo punto di vista, nonostante io sia il primo ad essere già stato bannato da pagine. Comprendo infatti che le pagine, così come i blog, appartengano a persone che in quanto tali possono gestire come vogliono i propri spazi personali. Posso non condividere la scelta ma sicuramente l'accetto. L'unica nota che aggiungerei è che talvolta, salvo casi evidentissimi, andrebbe quantomeno segnalata alla persona interessata il motivo del ban.

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    1. Fidati: quando uno viene bannato LO SA perchè è stato bannato. :)

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  4. Io non credo di aver mai bannato nessuno dai miei blog e dalle pagine Facebook. In buona parte penso che sia perché essendo poco seguito, interagisco solo con una piccola cerchia di lettori "fedeli", mentre di rompipalle quasi non ce ne sono. Per questo, mi è capitato raramente di interagire con soggetti del genere.

    Quando è successo, però, non ho bannato nemmeno loro. Io tendo più che altro a prendere in giro e a ridere in faccia a chi scrive insulti, minacce e simili. Essendo consapevole che il loro scopo è dare fastidio, io non mi lascio infastidire e anzi li ripago con la loro stessa moneta: finisce così sempre (o quasi) che quelli che sono venuti a offendere siano quelli che dalla discussione ne escono offesi :D .

    Per esempio, mi è capitato - più volte di quanto vorrei, e anche con giudizi positivi - che qualche musicista abbia avuto da ridire in pubblico per la mia recensione del suo disco su uno dei miei siti musicali. La mia risposta in questi casi è del tipo "Va bene, la prossima volta me lo dirai tu cosa devo scrivere nella recensione" e qualche faccina sorridente vicino. Di norma quando succede così il rompipalle smette di rispondere: che sia perché non è riuscito a infastidirmi come voleva o perché si è reso conto della figura da piagnucolone che stava facendo, a me sta bene lo stesso :D .

    Nonostante questo però, capisco bene la storia del ban, specie con un pubblico mille volte maggiore, come è il tuo. Forse lo farei anche io, se il rompipalle non fosse uno ogni tanto, ma un gruppo numeroso che dà fastidio a ogni post. E non ci vedrei niente di male - tantomeno di "fascista": i miei blog sono come casa mia, ho pieno diritto di buttare fuori chi mi pare :D .

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    1. In genere anche io facevo così - trollare il troll mi è sempre piaciuto. Adesso, complice anche il poco tempo a disposizione, mi limito a una risposta. Se il troll persiste, banno. :)

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  5. Personalmente credo che sui social come nella vita bisogna cercare il giusto equilibrio e liberarsi immediatamente del marcio intorno a noi, quoto ampiamente il tuo pensiero anche se determinate situazioni vanno sempre più a nauseare in generale, c'è qualcosa di sbagliato di base, non amo Facebook e ritengo che un giorno cesserà di esistere ma questo è tutt'altro argomento! Saluti SommoB. Continua sempre così! I love One Piece

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