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I pirati di Silicon Valley

"I bravi artisti copiano; i grandi artisti rubano."
E' su questa celeberrima frase di Picasso e su questo leit motive che procede l'intero film, incentrato sulla storica rivalità tra Bill Gates e Steve Jobs, ovvero i due uomini che hanno senza ombra di dubbio rivoluzionato il mondo con i loro progetti e il loro essere visionari.

Gates e Jobs appaiono subito come le due faccia della stessa medaglia: cauto, freddo, calcolatore e pragmatico il primo, quanto irruente, sanguigno, folle e sregolato il secondo.
Una stessa medaglia che ha reso il computer un prodotto di massa che, se ci pensiamo bene, ha mandato in pensionamento, nel giro degli ultimi dieci anni, la metà degli elettrodomestici utilizzati nell'ultimo secolo.

Il film tv diretto da Martyn Burke segue in parallelo la vita, le scoperte e il successo dei due geni statunitensi, mostrandoci le tappe salienti della rivoluzione informatica, passando dalla nascita di Apple (società che costruiva i suoi pc in maniera artigianale all'interno di un garage) a quella di Microsoft ("sfigata" compagnia con sede in mezzo al deserto, alla perenne ricerca di un sistema operativo valido), evidenziando bene le strategie di Gates e Jobs per accaparrarsi il dominio incontrastato del "mondo futuro" e del "mondo virtuale", fino a mostrare il trionfo definitivo degli ormai eccellenti sistemi operativi della Microsoft sugli apparecchi Macintosh, che avevano sdoganato il personal computer come oggetto utilizzabile anche "al di là" dell'ambito meramente lavorativo.

Un filmetto interessante, senza dubbio, pur essendo in certi punti piuttosto romanzato.
E poi gli attori che interpretano Gates e Jobs sono assolutamente identici alle loro controparti "reali".

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