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Io sono il Libanese - Giancarlo De Cataldo

Criminale di mezza tacca, il Libanese sogna di diventare il Re di Roma. Per il momento, però, vive ancora di espedienti. Qualche furtarello con il permesso del Terribile, qualche accordo col Puma per smerciare “roba buona”, qualche colpo fortuito, e la custodia di armi per conto di terzi.
È proprio la scoperta dell’arsenale custodito a farlo finire in galera. Il Libanese non parla, si fa i fatti suoi e rimane ai margini del gabbio, per non avere problemi. Ma quando, nel corso di una rissa, salva la vita al nipote di Pasquale ‘O Miracolo, potente boss della camorra, il Libanese capisce che forse, grazie agli insegnamenti del camorrista, può cominciare a pensare “in grande”…

Libretto estivo senza troppe pretese, questo “Io sono il Libanese” di De Cataldo.
Un’operazione di puro marketing per gli appassionati di Romanzo Criminale, nonché un breve prequel (più della serie televisiva, che non del romanzo) con il Libanese protagonista.
Ciò non vuol dire che il libercolo non sia piacevole: anzi.
La prosa di De Cataldo ammalia, per quanto sia raccontata e non mostrata (alla faccia di certi precisini della fungia). Come direbbe il buon Postiglione di “Compagni di scuola” di Verdoniana memoria, il “tell, don’t show” di De Cataldo “Non è un difetto, ma è carattere”.

De Cataldo infatti è bravo a tratteggiare la figura inquieta del Libanese, ancora giovane, ancora “Libanese work in progress”, che pensa già di creare una banda formata da una serie di batterie, ma che non sa come mettere in atto i suoi piani.


Ma che me stai a cojona'?

In questo racconto lungo il Libanese interagisce con alcuni dei personaggi che hanno fatto la fortuna di Romanzo Criminale: il Dandi, Scrocchiazeppi, il Bufalo, Nembo Kid, il Secco. E ha un incontro “fugace” con il Freddo, solo uno scambio di sguardi, nel quale si presagisce il futuro prossimo venturo.
C’è tempo anche per l’amore: da spacciatore di fiducia, il Libanese ha una storia con Giada, “figlia di papà” ma in perenne lotta contro il sistema. Giada non è di certo “Communista così” (cit. Brega), perché al primo accenno di scontri (ricordiamoci che siamo nella metà degli anni ’70)…beh, le servirà l’aiuto del fido Libano.

Si legge in un paio d’ore, ma ad essere sinceri non vale i 13 euro della spesa.
Certo, se siete dei fedayn (come me) di Romanzo Criminale (sia esso il libro, il film o la serie) è lettura d’obbligo.
Cercate bene (capitemi XD), se siete incuriositi e volete leggerlo…
Così anche voi potrete dire di stare (di nuovo) col Libanese!

3 commenti:

  1. Anche se non è il mio genere, ci ho messo poco a diventare un fan di Romanzo Criminale... intendo lo sceneggiato TV, non il libro, che, ahimé, ho iniziato ma non sono riuscito a farmi piacere.
    E comunque, la scena che posti col Bufalo ambientata ai giorni nostri, è da antologia. ;)

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    1. De Cataldo probabilmente è uno di quegli autori che o ti piace, o non ti piace. Vie di mezzo non ce ne sono. Romanzo Criminale è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Così come il film di Placido è uno di quelli italiani che amo di più. Così come la serie tv è sicuramente il serial italiano migliore in assoluto.

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  2. sono d'accordo con te, libretto simpatico e estivo. Però appena finito ho comprato un bel libro sulla vera storia della banda della magliana e, ragazzi, la storia supera di gran lunga la semi-finzione!!
    La Banda della Magliana di Flamini, ed. Kaos

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