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Un paio di filmetti interessanti: Crimen Perfecto e Grindhouse - A prova di morte

Articolo doppio per un paio di filmetti che ci siamo sparati qualche giorno fa per rilassarci.
Oggi parliamo in modo molto “flash” di Crimen Perfecto di Alex de la Iglesia e di Grindhouse – A prova di morte di Quentin Tarantino.

Rafael Gonzàles è un uomo molto ambizioso, con un obiettivo ben preciso: diventare il manager assoluto del reparto d'abbigliamento di un grande centro commerciale. Ama il lusso, l'eleganza, lo stile e il buon gusto; è un donnaiolo, un arrivista, un arruffone e un piazzista, e pur di raggiungere il suo scopo sarebbe pronto a tutto.
Peccato però che il posto di manager viene affidato al suo “avversario”, don Antonio. È la causa scatenante di una serie di veri e propri “drammi” che porteranno Rafael sull'orlo della psicosi.

Ok, ho cercato di non spoilerarvi troppo di questo film con una sinossi anche abbastanza “fuorviante”.
Sono pochissimi i film che sono riusciti a farmi sbellicare dalle risate in tutta la mia vita. Li riesco a contare sulle dita di una mano sola. L'ultimo era stato “La cena dei cretini”, un paio di anni fa. Ne ho parlato QUA. Recuperatelo, se non l'avete ancora mai visto.


Lo amerete. Ve l'assicuro!

Questo “Crimen Perfecto” rientra in questa categoria per pochi eletti. Mi ha fatto spanciare dall'inzio alla fine. È una lunga sequela di situazioni assurde, grottesche, al limite dell'impossibile. Rafael è un personaggio assolutamente grandioso, carismatico, trascinatore, a tratti geniale. Un personaggio che si ritrova ad affrontare dei problemi enormi quanto una casa arrivati ad un certo punto del film. Dopo l'evento “catartico” della pellicola, l'incontro con la bruttissima (non me ne voglia l'attrice, ma è veramente orripilante) Lourdes fa precipitare tutto il suo universo, ribaltandolo completamente.

Vi ho detto poco “apposta”, il mio consiglio è di vederlo, chè ne vale davvero la pena.

Di Grindhouse – A prova di morte ne avevo sentite di cotte e di crude. I più dicevano che fosse una merda, un film da schifo, il peggiore di Tarantino. Faccio mea culpa, è l'unico che non avevo mai visto. Ho rimediato. Peccato non averlo visto prima.
In soldoni: a Stuntman Mike piace uccidere giovani fanciulle stando comodamente seduto sul suo simpatico bolide.


Stuntman Mike: potentissimo!

Il cinema di Tarantino è sempre molto particolare, ma di tutte le sue pellicole credo che questo sia il più “particolare” in assoluto. Il buon Quentin ci rifila un film simile a quelli a basso costo che venivano trasmessi negli anni '60 e '70 in America, a base di splatter, serial killer e gnocche.

La trama di fondo (il killer uccide giovani fanciulle perchè è l'unica cosa che lo eccitta) è oggettivamente un pretesto che dà modo a Tarantino di giocare con personaggi difficilmente dimenticabile. Il già citato Stuntman Mike è diventato per me un mito assoluto e uno dei villain più particolari che abbia mai visto, ma anche tutte le stràfiche presenti all'interno della pellicola, con i loro blablableggi infiniti (tipicamente tarantiniani) sono impossibili da dimenticare (per non parlare del finale, divertentissimo).


La mia futura automobile...

Ci sono alcune scene veramente spettacolari (su tutte, quella dell'incidente e quella dell'inseguimento alla fine), e la fotografia della prima parte del film (volutamente “anticata”) è un tocco di classe.
A prova di morte è un bel divertissment. Non so perchè non sia piaciuto alle persone (forse non è stato capito, chissà), ma io l'ho trovato un gran bel filmazzo.

Ps: da oggi il blog ritorna con i suoi aggiornamenti quotidiani. Amen!

5 commenti:

  1. La rissa finale di grindhouse è esaltantissima!

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  2. se vuoi vedere un altro film divertente pieno di situazioni surreali, puoi provare "horrible bosses", in italiano "Come ammazzare il capo... e vivere felici" (un giorno qualcuno dovrá spiegare al tizio che traduce i titoli dei film come farlo)

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  3. Deathproof è l'unico film di Tarantino che mi manca... vedrò di recuperarlo presto (assieme all'altra segnalazione, molto sfiziosa!).

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  4. il 70% delle persone che parlano bene di un film di Tarantino, lo fanno solo ed esclusivamente perché è di Tarantino. Altrimenti non si spiegherebbe com'è che il cinema italiano anni 70/80 sia così tanto sottovalutato in Italia persino dai tantissimi "fan" del cineasta americano.

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    1. Magari il 70% delle persone che parlano bene di un film di Tarantino lo fanno perchè si sono divertiti a vederli.
      Semplice, no?

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