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Miniconcorso: Uno squillo da lontano - Dal buio e Tempodux

Ho provato a partecipare allo sfiziosissimo miniconcorso bandito da quel "kranio immenso" (cit.) di Alessandro Girola sul suo blog, Uno squillo da lontano.
Per questo piccolo esercizio di scrittura creativa me ne sono venuti in mente due, di racconti.
Sicuramente sono orripilanti, ma essendo piuttosto brevi (il limite massimo era di 500 parole) ve li posto entrambi, dato che il regolamento lo permette.

Dal Buio è il racconto che ho inviato effettivamente per il concorso.
Tempodux invece è il racconto che ho scritto per primo, ma che ho "conservato" in quanto ho pensato fosse decisamente fuori tema.

Ad ogni modo, buona (?) lettura.

Dal buio

Spalanco le palpebre.
La testa è annebbiata.
La vista, pure.
Nell’istante in cui afferro il cellulare, che continua a rigurgitare la quinta di Beethoven, le lancette fosforescenti dell’orologio sul comò passano dalle 2:59  alle 3:00.
Del mattino.
Premo il tastino per avviare la conversazione e porto il cellulare all’orecchio. «Pronto?»
La voce all’altro capo del telefono suona familiare. Troppo familiare. Sembra quasi la mia. «Angelo…»
«Chi è?»
«Sono io.»
«Io chi?»
«Ma come, non te lo ricordi?»
Riguardo l’orologio. Le 3 e 01. «Filini, guarda che se mi stai facendo un altro scherzo del cazzo io…»
La voce sbotta in una risata. Gelida. «Filini? Tu guardi troppi film di Fantozzi. E’ vero che piacciono anche a me e che in ufficio hai un collega che ama fare burle con quel cognome, ma una così, alle 3 di notte…»
«E allora chi cazzo sei?», urlo, alzandomi col busto e mettendomi a sedere sul letto. Sento alcune goccioline di sudore scendere lente lungo la tempia, e avverto solo ora che ho la canottiera e le mutande fradice.
«Tua moglie lo sa chi sono», risponde la voce. «Hai chiesto a lei?»
Guardo alla mia destra.
Mia moglie non c’è.
Deglutisco.
Abbasso un istante il cellulare e con l’altra mano copro il ricevitore. «Amore?», domando. «Amore, dove sei?»
Non ricevo risposta.
Dal telefono sento salire una risata. «Hai provato a vedere in cucina?»
Infilo le ciabatte.
Mi fiondo in cucina.
Accendo la luce.
L’attimo dopo mi ritrovo piegato a quattro zampe a vomitare bile giallastra mista alla pizza che ho mangiato per cena. Solo adesso mi accorgo che la canotta e le mutande sono zuppe non di sudore.
Ma di sangue.
A mezzo metro da me, immersa in un lago rosso porpora, mia moglie giace nuda con la pancia squartata dalla gola al pube.
«Allora, hai capito chi sono?», chiede la voce.
«No», balbetto con le lacrime agli occhi. «Chi sei? Chi cazzo sei?»
«Sono colui che oggi ruberà la tua vita, come tu un giorno hai rubato la mia…»
«Io non ho mai rubato un cazzo a nessuno!»
«Oh, sì…Tu l’hai fatto», risponde la voce. «Mi hai rubato la vita impedendomi di nascere. Non c’era posto per entrambi nella pancia della mamma. Rubavi tutto il mio nutrimento, e hai finito per uccidermi. E allora, prima di morire, ho lasciato il mio corpo e sono cresciuto con te. Anzi, sono cresciuto dentro di te. Aspettando il momento propizio per rubare tutto ciò che avevi. Aspettando di nascere e prendere il tuo posto…E oggi è il giorno in cui nascerò! Eccomi. Sto arrivando!»


Spalanco le palpebre.
La testa è annebbiata.
La vista, pure.
L’incubo è stato dei peggiori.
Sono bagnato di sudore dalla testa ai piedi.
Nell’istante in cui afferro il cellulare, che continua a rigurgitare la quinta di Beethoven, le lancette fosforescenti dell’orologio sul comò passano dalle 2:59 alle 3:00 a.m.
Alla mia destra, mia moglie non c’è.
Avverto una scarica elettrica dietro la schiena.
Tremando, premo il tastino per avviare la conversazione e porto il cellulare all’orecchio.
«Pronto?»

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Tempodux

Spalanco le palpebre.
La testa è annebbiata.
La vista, pure.
Il cellulare rigurgita la quinta di Beethoven. L’orologio digitale segna le 3 di notte.
Prendo il cellulare, premo il tastino per avviare la conversazione e lo porto all’orecchio. «Pronto?»
La voce dall’altro lato sembra terrorizzata. «Ascoltami! Fra 5 anni capirai come si viaggia nel tempo e impiegherai i successivi 25 per sviluppare l’idea. Ma ti scongiuro! Quando sarà il momento, non provare mai la tua invenzione!»
«Ma chi è?», domando.
«Marco, ti sto chiamando dal passato! Anzi, dal futuro! Tra 30 anni tornerai indietro nel tempo e incontrerai il te stesso bambino. L’incontro però…Credo che l’incontro abbia provocato un paradosso spazio/temporale che sta scomponendo la tessitura del continuum tempo/spazio! Se viaggi nel tempo, distruggerai il mondo! Non farlo!»
Sospiro.
E’ il più strampalato scherzo telefonico che mi abbiano mai fatto. Il modificatore vocale che hanno utilizzato però è eccezionale. Sembra davvero la mia voce.  «Filini, se domani in laboratorio scopro che sei stato tu…», dico, sbadigliando.
«Ma quale Filini, imbecille!», urla la voce. «Te l’ho detto! Sono il tuo io del futu…»
La comunicazione si interrompe.
Poggio il cellulare sul comodino e ritorno a dormire.


Il Tempodux assomiglia a un orologio da polso.
Attraverso lo schermo touchscreen posso impostare data, ora e luogo del viaggio spazio/temporale.
Adesso mi trovo davanti al palazzo in cui abitavo quand’ero bambino. Mi avvicino al portone d’ingresso, e la mia attenzione si focalizza sulla mia targhetta del citofono.
«Signore, cerchi qualcuno?»
Mi volto.
Davanti a me ci sono io. O meglio, c’è il me stesso di 10 anni.
Mi accovaccio per dargli una carezza, quando la terra comincia a tremare. Le strade si aprono, creando voragini senza fondo; il cielo si incrina, quasi fosse vetro infranto; nubi nere apparse dal nulla si chiudono sopra di noi, e incominciano a vomitare pioggia e fulmini.
Deglutisco.
Ci vogliono 2 ore perché il Tempodux si autoricarichi permettendo un nuovo viaggio.
La situazione è pessima.
Poi mi ricordo di una cosa.
Afferro il telefonino, lo collego al Tempodux e digito il numero.
30 anni fa ricevetti lo scherzo telefonico più stupido che mi abbiano mai fatto.  Adesso capisco che era tittp vero. Urlo al me stesso fino a quando il Tempodux non esaurisce le ultime energie prima dell’autoricaricamento.
Il me stesso bambino non fa altro che bussare ripetutamente al citofono, gli occhi pieni di paura.
Nel guardarlo, penso che posso fare solo una cosa per rimediare a questo pasticcio, e nello stesso istante mi sovviene alla mente un qualcosa che credevo di aver solo sognato e che avevo rimosso dalla memoria.
Quand’ero piccolo avevo incontrato un vecchio.
Non appena l’avevo visto, era cominciato il finimondo e il tempo si era come rivoltato.
Il vecchio aveva fatto alcune cose strane, quindi aveva tirato fuori una pistola, se l’era puntata alla tempia e aveva premuto il grilletto.
A quel punto, io ero svenuto, e al mio risveglio mi avevano convinto che fosse stato tutto un sogno.
Tuttavia, nel momento esatto in cui l’uomo si era ucciso, ero sicuro di una cosa: il tempo si era subito aggiustato.

8 commenti:

  1. Letti entrambi :D
    Di "Dal Buio" mi è piaciuto moltissimo il finale, quella del "sogno/premonizione" è proprio una grande trovata. Il racconto, di suo, mi sa un po' troppo delle solite storie sull'Anticristo, ma resta comunque validissimo.

    "Tempodux" mi è piaciuto molto di più invece. Tensione altissima, anche senza l'utilizzo di scenari particolarmente orripilanti. Una cosa. Non essendo molto pratico di viaggi nel tempo, il suicidio del tuo "te del futuro" non doveva avere effetti anche sul "te del passato"?

    Spero che la mia opinione, per quanto poco importante possa essere, ti abbia fatto piacere. Buona giornata Angelo!

    Simone T.

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  2. I tuoi racconti sono molto belli,davvero;soprattutto tempodux.

    Dal buio mi è piaciuto perchè non è il solito horror come sembrava all'inizio,mi sembra più profondo perchè il protagonista ha un alter-ego che a mio avviso aumenta lo spessore psicologico dello stesso;proprio per questo al posto tuo avrei denotato più dettagliatamente la situazione psicologica del protagonista.

    Tempodux invece mi ha sorpreso perchè la trama mi sembrava abbastanza banale,ma l'hai gestita egregiamente,anche se la descrizione della catastrofe spazio temporale mi è sembrata un po' rapida e inadatta all'avvenimento.

    Spero che le mie critiche non siano inappropriate,e considerando che il numero di parole era contato alcune non sono molto significative,ma nel caso volessi continuare i racconti spero che ti siano utili :).

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  3. Innanzi tutto grazie a entrambi per la pazienza. :)

    @Simone: sulla faccenda del suicidio avevo pensato a una scena con una doppia valenza significante, nel senso che se "tu" lettore pensi che il tizio del futuro abbia in un qualche modo "generato" in quel momento esatto il ricordo in sè stesso poichè è tornato indietro nel tempo, non sbagli; ma non sbagli neppure se pensi a un tempo "ciclico", dove il tizio del passato aveva rimosso
    completamente un episodio shockante della sua infanzia, salvo ricordarsene solo nel momento in cui, da vecchio, si sta per uccidere perchè realizza che da piccolo ha visto sè stesso adulto spararsi.

    Non so se sono stato chiaro in questa spiegazione. :)

    @hanubis: critiche appropriatissime, e utilissime anzi! Grazie ancora per il tempo che hai voluto impiegare nel leggere 'ste "cose". :D

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  4. È sempre un piacere leggere i tuoi lavori! ^^
    Tra l'altro avevo intenzione di partecipare anch'io a questo concorso (coincidenza: anch'io col doppione temporale!), ma poi ho lasciato perdere perchè i racconti "chilling" non sono il mio forte.

    Dal Buio mi è piaciuto molto. Non sono esattamente un fan del genere, ma mi è sembrato ben scritto e inquietante al punto giusto.

    Su Tempodux ho più dubbi, dato che ultimamente mi sto interessando moltissimo di time travel, quindi avevo già preimpostate nella mente sedicimila teorie. Mi è piaciuto comunque che tu abbia lasciato aperta la questione: il viaggiatore ha cambiato il passato, oppure il tempo è immutabile?
    Non mi hanno molto convinto l'esistenza e la soluzione del paradosso (non sono sicuro di averle capite a pieno), ma probabilmente è l'handicap delle 500 parole.

    Complimenti comunque!

    P.S. ti interessi dell'argomento "viaggi nel tempo", o l'hai solo usato per il racconto? Mi interesserebbe discutere con uno che ha le idee chiare...

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  5. @Matteo: grazie pure a te. :)
    Sull'interessamento ai viaggi nel tempo, è probabilmente l'argomento fantastico che mi piace di più. Viaggi e paradossi spazio/temporali sono "fichi".

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  6. Molto belli entrambi, tra i due avrei mandato anche io Dal Buio, solo perchè TEMPODUX avrebbe necessitato di qualche dettaglio extra, comunque complimenti, non è la prima cosa che leggo che hai scritto e mi piace come affronti le storie.

    Per i viaggi nel tempo ne sono mortalmente affascinato anche io, fanna davvero paura.


    Sciao Belli

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  7. Eccomi con un mazzo di crisantemi a ricambiare la blogvisita. :-)

    Letti entrambi i racconti, senz'altro preferisco "Dal Buio" che sì, mi ha anche un pò strizzato su "Hai provato a vedere in cucina?"... spaventosetto, spaventosetto.

    E mi ricorda taaaaanto anzi TROPPO (questo è, mi permetto, l'unico difetto...) le scene clou di "Strade Perdute" di Lynch.

    Exitus acta probat!

    Alessandro Forlani

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  8. Ecco. Non fai a tempo a sporcare il file word che subito esce l'autore famoso che ti ha rubato l'idea.
    20 anni fa.
    :)

    Du Lynch ho visto solo Mulholland Drive e Velluto Blu.
    Sono andato a leggermi la trama di Strade Perdute. Lo recupererò. Sembra davvero molto sfizioso!

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