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Polemiche che aiutano a pensare

Ha scatenato un botto di polemiche il nuovo film di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una strage, incentrato sulla strage di piazza Fontana del dicembre del ’69, e rimasto praticamente senza colpevoli dopo ben 43 di indagini, inchieste, contro-indagini e contro-inchieste.
Sono soprattutto quelli che all’epoca c’erano che hanno dato addosso al film. Tra i pareri più “autorevoli” troviamo quelli di Lorenzon e di Sofri, che per l’occasione ha scritto anche un istante eBook, 43 anni, scaricabile gratuitamente .

Queste polemiche mi hanno fatto pensare quale deve essere il ruolo di chi cerca di intrattenere cercando, al contempo, di informare su fatti che sono in pochi, ormai, a ricordare.

Io stesso sono uno di quei coglionazzi che sa poco della storia italiana contemporanea.
Chiedetemi tutto su quello che è (stato) il mio campo di studio (il mondo classico), ma ammetto di avere alcune piccole lacune per ciò che concerne il lungo periodo. Nonostante l’abbia studiato e ristudiato, puntualmente mi scordo tutto quello che è successo tra il Sei e il Settecento. E della storia italiana dal Secondo Dopoguerra fino alla metà degli anni ’80 conosco giusto lo stretto necessario per non fare una figura barbina. Ma non posso certo definirmi uno “specialista”.

Nel vedere questo “Romanzo di una strage” ho subito capito che c’era qualcosa che non quadrava, qualcosa che stonava. È un film volutamente di parte, che abbraccia le tesi di un saggio di Cucchiarelli.
Mi è piaciuto, ma non ho apprezzato la scelta di mostrare, ad esempio, il commissario Calabresi come il “buono” di turno sempre e comunque, né la “santificazione/beatificazione” di Aldo Moro.
Però ci sta: è il regista che propone una “storia” secondo quello che è il suo particolare punto di vista.

Mi fa strano però leggere le critiche feroci dei detrattori, che si scagliano contro Marco Tullio Giordana perché “il film non racconta la verità” oppure perché “non ricostruisce la verità giudiziaria”.

È vero, siamo in Italia, il paese dove una persona, dopo aver visto “La Piovra”, “Gomorra” o “Romanzo Criminale” crede di essere  un esperto sulla storia di mafia, camorra e crimine organizzato. Ma lasciando da parte queste figure mitologiche, film e telefilm come quelli accennati (o come quello di Giordana) sono molto utili.

Penso infatti che qualsiasi persona dotata di un po’ di buonsenso e di curiosità, che sa poco o nulla sulla strage di Piazza Fontana, dopo aver visto il film comincia a farsi un po’ di domande e inizia a fare un po’ di ricerche. Questo perché il film gli ha dato un input, magari gli ha fatto conoscere un qualcosa che non conosceva, e gli ha fatto venire voglia di saperne di più. Il film diventa così veicolo di conoscenza: non ha pretese di essere “universalmente perfetto ed esatto”, ma accende quella scintilla che dà poi modo alla persona di approfondire la questione.

Ben vengano, allora, pellicole come questo Romanzo di una strage, che ti fanno pensare, ti instillano il dubbio, ma soprattutto ti costringono a cercare tutto ciò che non sai.
E a scoprire letteralmente altri mondi.

7 commenti:

  1. Due settimane fà sono andato a vedere questo film con la mia ragazza. Premessa: sia io che lei studiamo storia all'università, io antichista e lei archivistica.
    Essendo Milanesi DOC siamo molto affezionati al tema di piazza Fontana e molto informati al riguardo e avevamo già letto il libro di Sofri (la notte che Pinelli) e lei, come archivista, aveva avuto accesso a materiale molto interessante.
    Detto questo il film non mi è piaciuto: colonna sonora poco valida, regia azzardatissima (dissolvenza nera, scritta rossa... originale!)insomma salvo la recitazione, davvero buona.
    Detto questo ho comunque apprezzato tantissimo il film perchè prima di tutto mi ha fatto scoprire quella BOIATA del libro di Cucchiarelli (che ho letto, e che ho adorato, grazie soprattutto a 43 anni di Sofri, quante risate!!!) secondariamente perchè, all'uscita dal cinema, io e la mia bella fiondatici in un pub, ne abbiamo parlato fino alle 3 del mattino.
    Quindi ben venga il film brutto, se sprona al dialogo e alla discussione.

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  2. P.s. il film comunque è a mio avviso da vedere solo per le persone che possono o desiderano indagare in privato le vere dinamiche della strage di piazza Fontana e dell'omicidio di Calabresi (beato della chiesa cattolica, ricordiamocelo)altrimenti rischia di essere preso per un film STORICAMENTE ESATTO e sarebbe un errore terribile

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    1. Non credo che una persona normale possa prendere per storicamente esatto un film. Si tratta sempre di fiction, e come tale va presa. Anche se ha la "pretesa" di essere ricostruzione storica in ogni secondo. L'importante è che, a visione terminata, ognuno vada a vedere se davvero ciò che ha visto è fiction, storia o quant'altro. :D

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    2. credo che tu sia un po' troppo ottimista sommo...

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    3. Dici? :D
      Forse è vero, però penso sia così. Voglio davvero pensare che ci siano persone con un po' di sale in zucca che alla fine della visione di un film (o della lettura di un romanzo o di un fumetto) vadano a ricercarsi un po' di informazioni su quello che hanno visto/letto. Se non fosse così, si ammazzerebbe la curiosità. :D

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  3. Penso che tu abbia centrato la questione importante! Sono d'accordo con te nel dire che se qualcosa che si vede, legge o sente ti fa venire qualche dubbietto è un bene se poi ci si va ad informare e si approfondisce la cosa. Infine è proprio così che si ''impara''! :)

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    1. Vero. E' uno dei motori principali della propria "cultura".

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