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Diaz - Don't clean up this blood (Daniele Vicari, 2012)

Inutile scrivere una sinossi su di un qualcosa che è praticamente di dominio pubblico, dato che il film mostra quello che è successo all'interno della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto nel corso del G8  di Genova del 2001.
Se ACAB è stato un pugno nello stomaco, e Romanzo di una strage una pellicola che fa pensare insinuando il tarlo del dubbio, Diaz di Daniele Vicari è un film altamente disturbante.
E per diversi motivi.

Sto scrivendo questo post dettato dall'emozione del momento, quindi chiamatelo pure come volete: articolo emotivo, "recensione" poco obiettiva. Sta di fatto che uscito dal cinema, il sentimento prevalente (oltre a un mal di testa e un voltastomaco generale) era la rabbia.
La rabbia per quel che è successo.
La rabbia nel constatare che quello che hai visto, senza giri di parole, è avvenuto davvero.
La rabbia di palpare con mano che tutti quei diritti democratici con cui uno Stato si fa bello e ci si pulisce la bocca quando si trova in difficoltà, ti possono essere tolti in ogni momento.
Senza che tu possa far niente per impedirlo.


Naturalmente non sono mancate le polemiche anche per Diaz.
Le più feroci sono state due: l'omissione dei nomi dei mandanti e degli organizzatori del blitz alla scuola, e l'omissione delle motivazioni delle contestazioni dei vari movimenti al G8.

Partiamo da quest'ultima: esimia cazzata, per quanto mi riguarda (non a caso espressa da Agnoletto...). Non era importante mostrare quali fossero gli ideali di questi ragazzi convenuti a Genova da tutto il mondo. Il nucleo centrale del film era il palese abuso di potere di uno Stato "democratico" a fronte di una situazione divenuta ormai ingestibile e insostenibile dopo la morte di Giuliani. Non ci interessvaano infatti i motivi per cui i black block distruggono automobili, o perchè i manifestanti pacifici sfilano per le strade cantando e ballando.
Non era questo il punto.
E anzi, il regista Daniele Vicari è stato anche piuttosto bravo a mostrare le due facce della medaglia, contrapponendo quella gioiosa fatta di canzoni, chitarre, gioventù sorridente e speranzosa che si batte contro il sistema rappresentato dai grandi della terra in modo calmo e pacifico, a quella violenta caratterizzata dai Black Block.

Il punto essenziale era che in uno stato di diritto, di colpo, sono stati sospesi i diritti democratici senza un motivo valido. Perchè se all'interno della Diaz ci fossero stati anche solo ed esclusivamente Black Block, per quanto malevoli, irritanti, inutili e fastidiosi, e per quanto davvero si meritassero tutti quelle manganellate in faccia, non si sarebbe assolutamente dovuto agire in quella maniera violenta e sconsiderata.

Per ciò che concerne la mancanza dei nomi dei mandanti materiali, non è necessariamente un male. Per come la vedo io, serve a sottolineare come, in fin dei conti, lo Stato se ne freghi assolutamente quando i suoi rappresentanti compiono delle esimie cazzate. Per il semplice motivo che siamo il Paese in cui tutto rimane impunito, in cui non c'è mai un colpevole. Un paese dove chi dovrebbe "servire e proteggere" fabbrica ad arte delle prove fittizie per pararsi il culo (singolare la scena in cui i poliziotti portano all'interno della scuola armi e molotov per giustificare il blitz, poichè non ne hanno trovate). A che pro, quindi, fare nomi e cognomi di chi ha operato in quel contesto, dato che alla fin fine non solo non sono stati puniti e condannati, ma sono anche stati tutti promossi?


Scene forti, scene violentissime, quelle di Diaz.
Non è un caso che un paio di persone abbiano abbandonato la sala nel corso della visione. Perchè la violenza, che sembra quasi gratuita (e forse lo è stata), valica i confini della semplice fiction.
Perchè quando quelli del VI Reparto Mobile fanno irruzione nella scuola, martellano con i loro Tonfa persone inermi fracassando teste, nasi, mascelle, braccia, gambe, costole e schiene, è impossibile non avere certe reazioni. Proprio perchè è successo tutto per davvero, come testimoniano i frammenti originali (inseriti ad arte nel film) delle videocamere delle persone che a Genova, in quel tragico G8 (e in special modo quella notte), c'erano.


E allora si rimane là, e si può davvero sentire sulla propria pelle ogni singola manganellata, ogni singolo pugno, ogni singolo calcio.
Peggio ancora: ogni singola mortificazione e umiliazione.


Perchè quando la "macelleria messicana" della Diaz finisce, inizia probabilmente il momento peggiore, ovvero la tortura psicologica alla caserma di Bolzaneto, dove la maggior parte di coloro che sono stati massacrati alla Diaz vengono portati in stato di fermo.
E qui sono costretti a denudarsi, a stare in piedi tutta la notte con la faccia rivolta verso il muro, a fare i propri bisogni davanti a tutti, a imitare animali a colpi di manganello.
Senza contare che, naturalmente, vengono picchiati di nuovo.


Una pagina tragica della nostra storia recente.
Un film che vi consiglio, anche se non è proprio per deboli di stomaco.
Un film che andrebbe comunque fatto vedere urbi et orbi.

12 commenti:

  1. è bastato il commento a farmi venire il mal di stomaco, non oso immaginare il film

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  2. Sono fatti vergognosi e spaventosi... Mi viene male pensando che ci si sente in questo modo solo guardando il film... Non oso immaginare chi ha vissuto il tutto... Vergogna vergogna vergogna!!! Lo guarderò sicuramente comunque!

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    1. Già, il punto è proprio quello. :) fammi sapere, nel caso.

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  3. Mi dispace ma proprio non concordo con te. Ero a Genova, ho visto il film e sono uscito molto incazzato.
    Mi sono messo in rete a discutere su questo ed ho trovato anche il tuo blog.
    Se vedi il film pensi ad una violenza gratuita. A una follia di questi poliziotti. Non c'è nulla che spiega e fa capire quello che è emerso in 10 anni di processo. Nulla sulle responsabilità politiche. Le colpe sono tutte scaricate sui poliziotti.
    E Agnoletto ha completamente ragione e ti invito a leggere attentamente le sue critiche che non riguardano semplicemente la non spiegazione delle ragioni del movimento, ma soprattutto le enormi omissioni, gravi per un film che sostiene di essere basato sugli atti processuali: http://ilmegafonoquotidiano.globalist.it/news/quel-che-diaz-non-dice
    Ti faccio notare che Agnoletto ha lavorato per dieci anni sui fatti Diaz. ha seguito tutti i processi. L'ho incontrato spessissimo. Il suo libro fa nomi e cognomi: e per questo da anni fa una vita blindata.
    Vicari e Procacci non si sono mai visti. Hanno fatto un bel film, ma senza il coraggio di fare nomi e cognomi, ma anzi inviando la sceneggiatura in anticipo al capo della polizia...

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    1. Ti ringrazio per la tua risposta ma...leggendola, credo che tu abbia letto con poca attenzione ciò che ho scritto. :)
      Ho letto l'articolo di Agnoletto e i suoi cinque punti. E sono pareri che non condivido. Le motivazioni le ho espresse nel post. Quindi non mi ripeterò. :)

      Conosco la storia processuale della Diaz, non sono di quelli che parla "per sentito dire". Mi interessava unicamente parlare di un film che mi ha colpito, e solo di quello che è stato mostrato. Non della storia giudiziaria, delle colpe oggettive di chi ha dato gli ordini, di chi ha coperto e di chi, alla fine, non è stato condannato. Ma anche questo, era scritto nel post. :)

      Volendoti fare un esempio, se io voglio fare un film sulla battaglia di Zama vista dal punto di vista di un semplice soldato, mostro la battaglia soffermandomi nello specifico sulla tattica di Annibale e sulle contromosse di Scipione vista dall'ottica di quel soldato. Non mi metto a parlare di tutta la seconda guerra punica, nè a fare la prosopopea su quanto geniali fossero i due strateghi. Non so se mi spiego. ;)

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    2. Grazie per la tua gentile risposta.
      Rimaniamo in disaccordo.
      Il film racconta la violenza per la violenza. E' molto "fiction". Si esce sconvolti, ma non provocati.
      Non si capisce nulla. Si capisce solo che quei poliziotti erano proprio cattivi... basta.
      E se decidi di fare un film su un fatto come la Diaz e Bolzaneto, non puoi nasconderti dietro la volontà di fare la storia dal punto di vista di uno che era li- E' come se facessi un flm sull'Olocausto e descrivessi gli aguzzini come cattivi venuti dal nulla. Senza capi ne responsabili. Ma solo belve umane.
      Insomma, film da vedere, certamente. Ma anche un film inoffensivo.
      ciao e grazie ancora e scusa per l'intrusione!

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    3. Beh, è il bello della varietà, no?
      In realtà un tentativo di "giustificare" (virgolette d'obbligo) la mattanza c'è, nel film. Un tentativo lebile, che non giustifica nulla. I poliziotti "sembrano" agira così perchè sono arrivati al punto di rottura dopo giorni di scontri, violenze e cariche. E questo viene sottolineato un paio di volte. Ma come scritto, non è una giustificazione.

      Non è comunque un'intrusione, la tua. E' un film che fa pensare questo Diaz, e benvengano di questi prodotti. A questo proposito, ti rimando a questo post: http://www.sommobuta.com/2012/04/polemiche-che-aiutano-pensare.html

      ;)

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  4. Quello che successe li, quando successe ero piccolo quindi ci ho potuto riflettere dopo, mi fa venire in mente quello che ha detto una volta Carlin in uno dei suoi spettacoli:
    "Dobbiamo stare attenti perchè noi non abbiamo diritti, ma privilegi. Visto che ce li possono togliere quando vogliono".
    Inquietante, in ogni caso vedrò di vedere il film ;)

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  5. Ciao sommo, c'è per caso un libro che parla di questi fatti? Grazie in anticipo

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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