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Le regole (e i comandamenti) della scrittura

Ci sono siti e blog di sedicenti "guru" che pensano di aver raggiunto l'illuminazione letteraria, e che proprio in virtù di questa illuminazione fanno un tale proselitismo pseudointellettualoide che molto spesso raggiunge paurose vette di autocompiacimento (erotico, aggiungerei).

Punti cardine di tale illuminazione di questi moderni Rabbi, autoproclamatisi come "la Via, la Verità e la Vita" sulla strada per scrivere narrativa "come Iddio comanda", sono l'utilizzo sistematico ed esclusivo dello "Show, don't tell" e il divieto assoluto dell'infogurgito.

Questo avviene perchè loro hanno letto 246274629671269419 libri sull'argomento, e addirittura il professore di Stokatz dell'Università di Skonotsiùt ha scritto il manuale  "Ai vrot dis manual end ai am e veri figh".
E i Rabbi, che vedono il professore Stokatz e gli altri suoi colleghi che hanno pubblicato manuali come quello sopracitato alla stessa stregua di Mosè che mostra al popolo d'Israele i 10 comandamenti (per cui, se non li conosci e non li segui non fai parte del "popolo eletto", non hai diritto di parola, nè di critica, nè di "culto"), pensano che tutto ciò che è al di fuori delle "Regole della Scrittura" è merda.
Senza mediazioni alcune.

Gente come Dumas, quindi, è merda.
Tolkien è merda.
Umberto Eco è merda.
Manzoni è merda (e scrive anche da cani).
Pirandello è merda.
...e così via.

Se racconti (perchè magari nell'economia di un romanzo hai intenzione di non mostrare il tuo personaggio mentre sta al cesso, oppure hai scritto un semplice "racconto") e/o ti abbandoni all'infogurgito (perchè magari ti piace fare una piccola deviazione dall'argomento con cognizione di causa e sì, hai voglia di rompere gli zebedei ai tuoi lettori con una dissertazione filosofica sui massimi sistemi - dove magari puoi anche rischiare di imparare qualcosa che non sai, e non sia mai! -), sei una merda.

Probabilmente, questi sedicenti guru hanno dimenticato la funzione primaria di un libro: hanno dimenticato cioè quanto sia, prima di tutto, piacevole il semplice "atto del leggere".
Lo sappiamo che molte delle cose che vengono pubblicate oggi sono autentica spazzatura. Probabilmente non c'è nemmeno bisogno di ribadirlo (anche perchè la scrittura è un po' come la politica: l'elettore medio sa che Berlusconi in fondo è un criminale che meriterebbe di stare a pane e acqua nella più buia delle galere, ma lo stima e lo vota perchè "è comunque un grande, e comunque dall'altra parte non c'è nessuno e son tutti uguali"; così come il lettore medio, pur sapendo che la saga vampirica de "La squadra dell'emoglobina" è una merda, continua a comprarla perchè in fondo "fa tendenza, lo leggono tutti, meglio leggere che niente", e via discorrendo).

Ma non tutto, nel mondo editoriale, è spazzatura. E non è spazzatura ciò che non segue alla lettera "le regole della scrittura".

Anzi.

Ci sono racconti, e libri, e storie e romanzi che funzionano molto meglio quando raccontano e "infogurgitano" (un esempio a caso: Romanzo Criminale) piuttosto che quando si lasciano andare allo "Show, don't tell".

Il Signore degli Anelli, o I tre moschettieri non sarebbero nulla senza i vari infogurgiti. Stesso discorso per I Promessi Sposi, che non sarebbe "il mattonazzo" che è se non avesse quelle (a mio avviso bellissime) dissertazioni storico-filosofiche e quelle digressioni impressionanti sulla vita e sul passato dei singoli protagonisti (perchè al di là di tutto, anche al di là della trama sì banalotta, I Promessi Sposi sono prima di tutto un vero e proprio "manuale" di psicologia, così come tutti i romanzi di Pirandello).
E se non ci fossero state tutte queste merde, questi Rabbi, non solo non avrebbero di che sproloquiare, ma probabilmente starebbero giocando ancora a lanciarsi pietre emettendo versi scimmieschi.

Naturalmente ognuno è libero di dire (e scrivere) tutto ciò che vuole quando è "a casa sua". Ma leggendo alcune cose in rete di questi "sedicenti Maestri", non sono riuscito a reprimere una sonora risata pensando a quanto siano sciocchi, stupidi e infantili.
E anche un po' ridicoli.

Ma d'altronde si sa: il flame, da sempre, tira.

13 commenti:

  1. Quoto tutto!

    Specialmente il pensiero su Manzoni.

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  2. Comprendo bene l'irritazione nei confronti della spocchia di chi si crede fine intellettuale e gran critico letterario, solo perché suoi pari -altri arroganti superbi vanagloriosi palloni gonfiati di blabla autoreferenziale- lo hanno ammesso all'esclusivissimo, iper-elitario club degli "Illuminanti Illuminati".
    Persone capaci di elevare inni per l'ultimo Saviano o Tabucchi o chi altro di turno (magari anche valido sul piano letterario -più Tabucchi che Saviano, nel caso), ma "spaccacapelloinquattro" quando si discute d'un Poe (ho letto corbellerie abominevoli in proposito!) o chi per lui.
    La Verità si è svelata loro e in suo nome reinterpretano, ma soprattutto criticano compiaciuti, anche grandi e in realtà indiscussi capolavori del passato. Magari hanno deciso che sostenere: è di moda, e tant'è! -spesso dimostrando di ignorare, e non volontariamente, quanto ogni stile e ogni opera siano influenzati dal contesto culturale, sociale, economico e politico del tempo e da un'infinità di altri cose.
    No: costoro, dall'alto della loro illuminata sapienza, si arrogano il compito di giudicare. Per poi invece esaltare il primo parvenu, per così dire, solo perché pensa di aver fatto chissà quale ganzata a scrivere tremilasettecentoventiquattro battute consecutive senza punteggiatura -e no, non è certo una nuova audace frontiera del flusso di coscienza joyciano.

    Insomma, hai proprio colto nel segno (perdona l'uso del tu, ma la rete mi ha contagiato)

    grifone

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  3. Che vuoi farci?

    Chi sa fa, chi non sa insegna.

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  4. Mmh... Come ben sai io adoro lo "Show don't Tell". Non sono un fondamentalista ma, credo fermamente che sia molto più efficace del "Tell, tell, tell... e ancora tell".

    Il motivo è semplice. I libri che citi sono stati scritti in un epoca storica molto diversa dalla nostra. Trovami un testo moderno che sfrutti la regola del "Tell, Tell, Tell... e ancora tell" che sia considerato alla stregua dei testi che tu citi?

    Se ti parlassi di Wilbur Smith, abilissimo nel descrivere "la sua Africa", cosa vedrei disegnato sul tuo volto? Ammirazione o... un bel naso storto? Già! Perché WS racconta storie d'avventura, ambientate in africa, con cacciatori di diamanti e/o di frodo. Eppure le cento e passa pagine che si trovano all'interno dei suoi libri, dove si descrive la savana al tramonto, o una cascata che va a tuffarsi nel fiume Congo tutti storcono il naso.

    C'è poco da fare. Il Tolkien del 2011 non verrebbe neppure guardato in faccia. Il suo TLotR non sarebbe valutato neppure la metà di un Harry Potter o di un (argh!) Twilight.

    In una società in cui (quasi) tutti amano la multimedialità, il cinema, gli effetti speciali... i libri devono rispondere a tali sentimenti, pena... critiche su critiche e/o una fatica boia a trovare un editore compiacente e/o l'affossamento prima ancora della pubblicazione.

    E poi c'è la questione che l'infodump bisogna saperlo fare con maestria, altrimenti diventa una dissertazione che non si amalgama con la narrazione, che spezza il ritmo, uccide la storia, e annoia il lettore.

    E' per questo che molti difendono lo "Show don't tell" a spada tratta e condannano il "Tell, Tell, Tell... e ancora tell!". Perché in pochi sono davvero bravi a scrivere infodump.

    Tu citi autori noti per la loro capacità di fare infodump. Ma al giorno d'oggi, io di penne altrettanto abili, non ne ho incontrate molte.

    Quindi: abbasso gli estremisti.
    Ma siamo obiettivi sulle argomentazioni, e non sopravvalutiamo uno stile narrativo solo perché si vuole fare guerra all'estremismo.

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  5. Buta sloggato dall'ufficio12 ottobre 2011 alle ore 09:31

    @Glauco: un esempio di romanzo che utilizza il "tell don't show" che funziona meglio dello show don't tell l'ho fatto. Romanzo Criminale. Ed è un grandissimo libro.

    Mi aspettavo da qualcuno un commento come il tuo sul fatto che gente come Tolkien o Dumas o Manzoni oggi sono "fuori canone", anche perchè è naturale che lo show don't tell è preponderante nella narrativa di oggi. E ci mancherebbe pure.

    Il guaio è che certi "personaggi" ormai pensano che sia diventata la regola "aurea", per cui se tra due scene mostrate ne inserisci una raccontata, va male e scrivi merda perchè anche quella scena andava mostrata.

    Naturalmente sì, è un estremismo, ed è quello che non condivido. Solo perchè magari trovo un racconto "raccontato", o una scena non mostrata, non mi scandalizzo come fanno certi signori.:)

    @Marzo: :D

    @sekhemty: ed è vero pure quello. :) Un po' come Murray Abraham che interpreta il professore "cattivo" in "Scoprendo Forrester". Non so se l'hai visto.

    @grifone: ormai il tu internettiano è generale! :D

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  6. @Buta:
    Oddio... mi paragoni Romanzo Criminale a I Promessi Sposi, a I Tre Moschettieri, TlotR? Mmh. Accetto e non commento! ^_^

    Quanto a Umberto Eco, l'autore più recente che citavi nel post... ne Il Nome della Rosa è stato bravo con il "Tell, tell, tell e ancora tell", ma non è stato altrettanto efficace col pendolo di Foucault etc etc!

    "Tell, don't Show" non mi pare la giusta espressione perché nessuna opera narrativa che conosco è basata solo sul raccontare (a parte forse le favole per bambini). Di solito una parte mostrata c'è sempre. Mentre il contrario è possibile... ^_^

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  7. Buta sloggato dall'ufficio12 ottobre 2011 alle ore 09:52

    No beh il "Romanzo Criminnale" lo ponevo tra "i moderni" (o meglio tra i contemporanei), riferito al fatto che oggi il "tell tell tell" funziona "poco". Alla stessa "stregua" di questi capisaldi (dal punto di vista storico-letterario) è difficile trovarne.

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  8. Sì vabbé, Glauco, ma io ho letto alcuni esempi dei romanzi che lor signori (perché di loro stiamo parlando) portano a esempio come "romanzo tecnicamente perfetto".
    Li ho trovati esempi freddi - magari anche decenti - di tecnica, con pochissimo spazio lasciato al contorno e troppo alle "pose".

    Un esempio è il tanto citato Michael Swanwick, che hanno fatto passare per mesi come il più fulgido esempio di genio fantasy moderno, e che io trovo invece palloso e irritante.
    Roba che preferisco ancora il vecchio e prolisso Tolkien.

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  9. Più che altro mi domando: perchè l'essere prolissi in un romanzo deve essere per forza di cose un difetto? Dove sta l'errore nel voler raccontare chi è cosa è un personaggio senza dover per forza di cose mostrare?

    Faccio un altro esempio. Se uno si legge Il Padrino di Puzo, ci sono alcuni capitoli che fondamentalmente, nell'economia della storia, un "fissato" dello "show don't tell" non ammetterebbe. Tra tutti, il capitolo dove Puzo racconta (e non mostra) il passato di Vito Corleone e di come ha creato il suo impero malavitoso. E quel capitolo (per quanto mi riguarda) è poesia allo stato puro.

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  10. @sommobuta:
    Il prolisso provoca sospetto. Lo sai che negli states gli autori vengono spesso e volentieri pagati a numero di parole? King, del resto, è il Re della logorroicità. Sto leggendo Under the Dome e... dopo 86 pagine è ancora lì che descrive la discesa della cupola sul paesotto! Chepp...

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  11. @Alex:
    Quello che sto dicendo, semplicemente, è che questo tipo di discussioni tende a creare una sorta di due schieramenti che pretendono di salvare solo uno stile e condannare l'altro.

    Lo stesso post di Buta è, magari mi sbaglio, sbilanciato e pro infodump.
    Io, nelle mie chiacchiere da bar, potrei apparire pro "show don't tell" (lo dimostrano anche i miei racconti).

    Ma come ho scritto nel mio primo commento, l'infodump va fatto con maestria, altrimenti diventa palloso. Lo "Show don't tell" è forse una tecnica più semplice.

    In generale, io vorrei però stare nel mezzo e non demonizzare alcuno stile, e non vorrei neppure prendere libri a esempio (come invece tutti fanno), perché le letture piacciono o non piacciono in base a gusti personalissimi... e non esiste il bello assoluto in narrativa.

    Tutto qui.

    Tu dici che Tizio è palloso. Io dico che Caio non è all'altezza di Sempronio. Ma son sempre discorsi basati sul mio gusto e/o il tuo.

    La narrativa, in generale, deve avere sia Tizio, che Caio, e pure Sempronio per accontentare tutti i potenziali lettori.
    Così è giusto che esistano opere con infodump e altre che si appoggiano allo Show don't tell.

    Tutte 'ste discussioni, a me, a volte, sembrano crociate contro i mulini a vento...

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  12. Buta sloggato dall'ufficio13 ottobre 2011 alle ore 13:05

    Sbilanciato senza "eccedere", nel senso che non sono di quelli che si scandalizza lanciando anatemi quando trova un infogurgito nella moderna narrativa, ecco. :)

    Sulla crociata contro i mulini a vento, probabilmente hai ragione. Però la "bellezza" sta anche nel fatto di potersi confrontare con chi magari la pensa diversamente.

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  13. Una piccola riflessione. La "battaglia contro i mulini a vento" non si può assolutamente riferire al post di Buta, anzi. Lui è palesemente infastidito da chi, appunto, considera sacrosanto il proprio parere, cosa che lui non fa mai (e il "disclaimer" prima delle sue top 5 lo dimostra). Proprio perché i gusti son gusti non ci si dovrebbe permettere di dire a priori che uno stile è meglio di un altro, cosa che Buta ha denunciato senza affermare l'esatto opposto ma fornendo una propria opinione. Come sempre.

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