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La (sub)cultura del Manga (4 di 4)

E' difficile (era difficile) per il ragazzo della lettera accettare l'idea che un manga non fosse ribaltato e venisse proposto nella sua forma originale.
I lettori non avrebbero capito. Non avrebbero compreso.
In quanto prodotto subculturale, il manga ribaltato avrebbe infranto la regola comune della lettura canonica e del fumetto "normale".

E ancora.

Non sarebbe stato accettato perchè il fumetto è (era) un prodotto di nicchia, valido solo per intrattenere, e per intrattenere esclusivamente i bambini (a questo proposito bisognerebbe sussurrare questa cosa all'interno di uno shinkansen, dove gente di sessant'anni, operai, professori e professionisti in giacca e cravatta vanno al lavoro con una copia di Weekly Jump sotto al braccio. Perchè da quelle parti il fumetto, il manga, è parte integrante della loro cultura).

Dicevamo: semplice intrattenimento per i bimbi, quindi.

Dalle nostre parti, se leggi un fumetto, sei ancora un bambino. Se vedi un cartone animato (qualunque esso sia, da Holly&Benji a Toy Story, da Akira a Shrek, da Porco Rosso a Nightmare Before Christmas) sei ancora un bambino.

Perchè questi prodotti, secondo il sentimento comune, sono solo "stronzate" per bambini, stronzate che fanno perdere tempo a chi le fa e a chi le legge/guarda (e qui mi accodo a questo bellissimo post che condivido in pieno).

Prodotti subculturali che nulla hanno a che fare con l'Arte.
Anzi, semplici prodotti.
E niente più.

7 commenti:

  1. Ennò Angelo, non passiamo dai manga agli anime, altrimenti non finiamo più xD.
    Dico solo che: per quanto riguarda l'Italia, da sempre, i cartoni sono sempre più visti dei fumetti dai ragazzini/ragazzi. E' un dato di fatto.
    Quindi per come vengono "ridicolizzati" con la censura ed il pensiero comune italiano, come possiamo sperare di convincere al massa che non sono "stronzate"? non si può ahimé, poichè abitudine e pensiero comune.

    Per fare questo, bisognerebbe avere una rivoluziona culturale, con una massa di gente che compra fumetti, fa conferenze/proiezioni in posti pubblici, ,ecc.... certo senza inculcare a forza la bellezza dei fumetti o degli anime.

    Insomma bisognerebbe far avvicinare gli "ignoranti" a questo mondo, proprio perchè essi giudicano senza aver provato (e includo anche i genitori che portano 1 volta i figli a vedere un film dei pokemon).

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  2. Nella mia famiglia c'è questo ''pregiudizio'' nei confronti dei fumetti e dei cartoni animati (e non penso di essere l'unico)...però mio nonno è un grande fan di Tex e ha 70 anni...e a lui non dicono niente che è venuto vecchio prendeno tutte le uscite di Tex...ora cosa abbiamo noi di diverso lettori di manga e fumetti vari?forse speranze che la generazione dopo la nostra abbia più ''rispetto'' nei fumetti/cartoni ci sono bisogna soltanto pubblicizzarli di più...

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    1. Riguardo i cartoni, sarei curioso di sapere quando hanno iniziato ad etichettarli molto come opere per bambini e basta. Negli anni 30, 40 e 50 non era mica così. Erano visti come prodotti trasversali. Forse quando sono passati dal cinema alla TV? Boh!

      "e a lui non dicono niente che è venuto vecchio prendeno tutte le uscite di Tex"

      Un po un controsenso in effetti. Boh!

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  3. ho letto tutti e quattro i post e oltre a complimentarmi per la chiarezza e per l'effetto suspance, ti devo dire che mi hai ricordato il periodo in cui leggevo DB al liceo, quando la gente che mi stava intorno vedeva questo fumetto che si leggeva al contrario e trovava molti modi per ridicolizzarlo e ridicolizzarmi...

    come per quella scelta che fai in un momento particolare dell'adolescenza, quando decidi se continuare o meno a guardare i cartoni animati e dopo aver preso la tua strada, in un caso esprimi il tuo giudizio ritenendoli infantili, pronunciandoti quasi per scongiurare la paura di ciò che le altre persone pensano di te... nel secondo, approfondendo il discorso, ti specializzi, tenendo lontani i pareri degli altri, che di solito tendono a dirti ciò che è giusto o sbagliato per te...

    ritenere di avere ragione solo perché si è in tanti a pensarla nello stesso modo non è un atteggiamento "corretto" anche se molto comune per l'uomo; è controproducente perché si chiudono gli occhi alle altre realtà, non permettendogli di poterci fornire nuovi spunti critici e creativi.

    definire sub-culturale un fenomeno presuppone che esista una cultura unica e sola, ma questo è un inganno di comodo, quella "cultura" è essa stessa sottoinsieme di qualcos'altro... discriminare è si lecito, nel senso letterale del termine, ma diventa un errore quando la propria convenzione la si porta a metro valutativo assoluto.

    - - -

    il tuo post meriterebbe di essere riletto più volte e ad ogni passaggio si potrebbero creare molti spunti di dialogo... risolverla così col mio commento un po' poco concreto è forse limitante... sappi che l'ho molto apprezzato, mi ha dato modo di pensare; e questo credo sia un nodo cruciale per uno che scrive (e per uno che legge).

    ciao!

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  4. ^_^
    Sono contento che "il ciclo" di post sia stato apprezzato. Conto di riproporlo in futuro. :)

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Eccelente riflessione, purtroppo riscontro nelle tue parole la verità. Il manga, i suoi contenuti, temi e figure, non è accettato come cultura, ma come una sua pallida imitazione, nel migliore dei casi

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